domenica, dicembre 31, 2006

Buon Anno Raga!!!



Auguriamo a tutti i nostri fedeli lettori un felice anno nuovo. Che questo 2007 porti a tutti voi un una ventata fresca di novità, che riempia d'amore e serenità le vostre giornate, spazzi via paranoie e tutta la falsità che ci circonda e ci tarpa le ali.
Con immenso affetto,
i vostri Gianni e Pinotto.

domenica, dicembre 24, 2006

Buon Natale

Buon Natale a tutti da Gianni e Pinotto!!!
Se volete un Natale migliore cliccate sui link qua sotto e due folletti entreranno magicamente nelle vostre case...


http://www.elfyourself.com/?userid=f59aba13db2659b5ee665c5G06122402
http://www.elfyourself.com/?userid=5733538240c867c1954cd14G06122304

giovedì, dicembre 21, 2006

Forse non sapevate che...

Ogni anno in Cina milioni di cani e gatti vengono uccisi per la loro pelliccia. La domanda maggiore per gli "articoli" prodotti in quel paese di merda proviene dagli Stati Uniti ma soprattutto dall'Europa. Perchè avviene questo? Semplicemente per il fatto che in Cina, oltre che un costo della manodopera irrisorio, NON ESISTE ALCUNA REGOLAMENTAZIONE riguardo i diritti degli animali (non parlo dei diritti umani sennò potrei scrivere 1000 pagine sugli orrori perpetrati dal regime di Pechino). Questo porta alla massimizzazione dell' utilità e del profitto per le grandi aziende dalle quali poi compriamo i nostri abiti, spesso ignorando da dove provengano i materiali con cui sono fatti. Trent Reznor, geniale cantante dei Nine Inch Nails nonchè attivista PETA da anni, ha prestato il nome e la faccia per rispondere a questi dubbi, mostrando e narrando il nuovo e scioccante reportage sul commercio delle pelliccie in Cina. Cliccate sul video che compare nel nostro sidebar per rinfrescarvi le idee sul tipo di "manodopera" usata per fare i nostri bei cappotti, ma soprattutto spargete il verbo in giro. Questo potrebbe già essere un piccolo passo per far riflettere le persone che vi stanno attorno sugli acquisti socialmente responsabili.
Take action and stop the massacre now!!
Gianni

Ps: sul sito www.peta.org trovrete una urgente e-mail campaign da spedire al governo cinese per impedire il massacro di altri cinquecentomila cani e gatti. Se avete cinque minuti di tempo (non fate i furbi, so che li avete!) fate sentire la vostra voce in questo modo.

martedì, dicembre 19, 2006

Il Sud America da Costa a Costa!



L’isola dei famosi? Gli fa una sega…
Robinson Crusoe? Un viziato di merda…
Di chi stiamo parlando? Ma di Costa naturalmente!! Per cosa sta Costa? Beh non è difficile…
Cazzo
Ora
Sti
Tamarri peruviani m’
Ammazzano
Colui che non ha paura a surfare negli tsunami di Puerto Escondido (vedi foto sopra), che non teme rivali in quanto a sfide estreme, colui che ha dato la merda a Johnny Knoxville e Bam Margera, l’uomo che “se non è pericoloso non lo faccio”, ha deciso di abbandonarci per emulare le imprese di Ernesto Guevara (meglio conosciuto come il “Che”) quando era un giovane studente.
Il nostro Indiana Jones è partito alla conquista del Sud America e il viaggio durerà parecchio per cui ha deciso di creare un blog (con l’aiuto del suo fido Gianni) per tranquillizzare gli amici sulle sue condizioni di salute, anche perché in Brasile potrebbe voler “stravolgere” la propria esistenza e Vladimir Costura chi lo riconoscerebbe in aeroporto? Almeno con le foto che pubblicherà vedremo ogni tappa del viaggio e tutte le sue trasformazioni…
Se volete sapere tutto sul gaucho de noartri basta clikkare sul link Kosta!!
Un abbraccio e good luck a tutti i viaggiatori,
dai vostri Gianni e Pinotto.

domenica, dicembre 17, 2006

Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)

“Spesso è necessario riflettere sul perché siamo allegri; ma sappiamo sempre perché siamo tristi”
(Karl Kraus)

Il mio quasi silenzio su queste pagine forse può essere stato sintomatico, segno di molte lotte che ora sto combattendo dentro. Mi sono promesso di scrivere di me il meno possibile su questo spazio, ma ancora una volta la promessa non è stata mantenuta. Questo perché credo ci siano ancora delle flebili occasioni per tentare una inutile catarsi.
Cosa ho portato indietro al mio ritorno? Una dose di esperienza in più, molti buoni propositi di impegno e la insicura certezza di ritornare in un luogo ormai di passaggio. Cosa mi ha accolto ad un mese dal mio arrivo? Una città che non sento più mia. Un luogo che più non mi appartiene. Ogni giorno che passo qui a Milano lo sento come un giorno in più che mi è stato tolto, trascurato nei suoi lunghi minuti, perso tra i clacson e le falsità. Vivo il presente con il corpo ingabbiato in questa prigione di nebbia, ma vivo il futuro con la testa sintonizzata su altre limpide frequenze. Quasi tutte le mie alcove una volta magiche e salvifiche sono divenute non-luoghi, ambienti asettici senza più valore né calore. I non-luoghi che una volta snobbavo si sono rivelati spazi prediletti per le mie riflessioni. Il natale mi sta uccidendo. Cammino per le strade affollate e mi sento solo, borbottando come un corvo che gracchia addosso ai passanti la sua noia di vivere. Da alcune persone a me vicine ho trovato il sostegno e l’affetto di sempre, da altre ho trovato un po’ di falsità e atteggiamenti insoliti. Rinegoziare il significato di alcune relazioni è un processo che ti lacera più di una pugnalata nel cuore, ma è una cosa inevitabile per la propria sopravvivenza e prima o poi mi toccherà farlo. E’ anche doloroso trovarsi nella malsana situazione di dare la propria carne ad una persona e l’anima ad un’altra. Una cosa che non doveva succedere, perlomeno non avrebbe dovuto continuare, ma sta continuando. Leggo le tue lettere elettroniche e col naso cerco invano un sentore di te, pur sapendo che i carteggi telematici sono inodori e freddi, tanto gelidi quanto la brina che vela le auto addormentate sui marciapiedi. Guardo la tua foto, e mi accorgo che lo scintillio dei tuoi occhi è solo un fiammifero con cui mi sto lentamente dando fuoco. A volte vorrei assopirmi per poi non risvegliarmi più, vorrei l’oblio per dimenticare tutto questo. Non torturarmi con le solite note disancorate dalle casse dello stereo, le solite splendide parole che mi appannano la ragione…”because turning to you is like falling in love when you’re ten”.
Gianni


Tedio invernale


Ma ci fu dunque un giorno
Su questa terra il sole?
Ci fur rose e viole,
Luce, sorriso, ardor?

Ma ci fu dunque un giorno
La dolce giovinezza,
La gloria e la bellezza,
Fede, virtude, amor?

Ciò forse avvenne a i tempi
D'Omero e di Valmichi,
Ma quei son tempi antichi,
Il sole or non è piú.

E questa ov'io m'avvolgo
Nebbia di verno immondo
È il cenere d'un mondo
Che forse un giorno fu.
(Giosuè Carducci)

venerdì, dicembre 15, 2006

Quanto vali per Gianni e Pinotto?

Ebbene si, anche noi ci siamo fatti prendere dalla mania dei test, e ne abbiamo fatto uno apposta per voi cari pochi ma fedeli lettori.
Che dire di altro..just enjoy!
I vostri Gianni e Pinotto

Clicca qui per iniziare il test

sabato, dicembre 09, 2006

Tutta colpa nostra...Pinotto

Vi ricordate il brillante inizio di carriera politica del nostro amico Giorgio?
Ecco, tutto volato al vento. La convention, con cui voleva convincerci a votarlo, è finita male per la sua immagine di candidato.
Iniziamo dalla location: dei comunisti nel suo staff gli hanno teso un tranello e il posto non era dei più felici per un delfino di Forza Italia.
La sua faccia, visto il locale ostile, raffigurava subito la delusione:

Anche se un'idea del traditore era già insita nella sua mente:

Ci sono persone che hanno finito tutto il cibo:

Altre che non hanno capito molto del suo programma:

Ma la cosa che gli ha dato più sui nervi è che gli si sono imbucati personaggi dai gusti sessuali ambigui, cito una sua espressione della serata:"quei culattoni che usufruiranno dei Pacs":


Alla fine è bastato un bagno di birra a dicembre per farlo tornare in sè:

Non si ricorda assolutamente quali fossero i suoi piani per il futuro e noi da bravi amici glieli abbiamo taciuti fino ad una sua domanda:
"Ok ho festeggiato la laurea ma mi ricordo volevo svolgere una professione proficua e di contatto con le persone".
Al che abbiamo preso di corsa l'auto e l'abbiamo lasciato sulla statale paullese con una minigonna zebrata e un reggiseno pieno di payette, ma questa è un'altra storia...

martedì, dicembre 05, 2006

Indovina Chi?

Ora vi racconterò una storia, al termine ci sarà una domanda e voi dovrete indovinare qualcosa…
Alexander Litvinenko, ex colonnello del Kgb rifugiato a Londra, è morto qualche giorno fa dopo tre settimane di agonia non solo fisica, tra accuse di avvelenamento rivolte al Cremlino e illazioni dei servizi segreti di Mosca arrivati a dire che era tutta una simulazione per danneggiare Putin
Per Mosca è stupido anche solo ipotizzare che ci sia il Cremlino dietro l'eliminazione del 43enne ex agente dell'Fsb, nemico giurato di Vladimir Putin.
L'ex spia russa aveva chiesto asilo in Gran Bretagna nel 2000 affermando di essere perseguitato in patria e aveva poi ottenuto la cittadinanza britannica. L'uomo, che stava indagando sull'assassinio della Politkovskaya, si è sentito male dopo una serie di incontri avuto il primo novembre. I medici non sono riusciti a capire la natura dell'avvelenamento.
Litvinenko era stato avvelenato mentre indagava sull'omicidio della giornalista Anna Politkovskaya.
(Le fonti delle notizie qui sopra riportate sono corriere.it e repubblica.it).
Anna Politkovskaya è stata uccisa più di un mese fa. Lei non stava indagando su nessuno tuttavia, essendo una giornalista, ha scritto un libro.
Il titolo mi sembra il modo più eloquente per spiegare in modo conciso lo scopo dello scritto: “La Russia di Putin”.
Qui sotto voglio riportare,raggruppati in vari argomenti salienti, alcuni pezzi del libro per farvi avere un’idea completa della storia e poter racimolare tutti gli indizi.
Anna Politkovskaya, La Russia di Putin:

Esercito: Un esercito dove la mano destra non sa quel che fa la sinistra, e dove per rintracciare il comandante della divisione Taman si rivolge la domanda per iscritto a genitori che abitano in capo al mondo piuttosto che telefonare poco distante, al Quartier Generale di Chankala.
In Russia l’esercito- uno dei pilastri istituzionali dello Stato- continua a essere un campo di concentramento per i giovani che finiscono dietro il suo filo spinato. Un luogo in cui il primo metodo educativo è quello di “stanarli e ammazzarli fin nel cesso”(il primo slogan che il presidente Putin ha usato per scandire la sua lotta con i nemici all’interno della Russia).

Ivanov e il ministero della Difesa: Sergej Ivanov- attuale ministro della Difesa e amico carissimo del presidente Putin sin dai tempi in cui questi lavorava per il Kgb/Fsb di Sanpietroburgo-docet. Ogni settimana Ivanov compare in televisione e trasmette i bollettini di guerra del presidente con un tono che ricorda quello di Goebbels nei cinegiornali della seconda guerra mondiale. Ivanov afferma che nessuno ci “metterà in ginocchio davanti ai terroristi” e che la guerra in Cecenia andrà avanti sino alla “vittoria finale”…
Mai una parola, però, sulle sorti di coloro- soldati e ufficiali- che garantiscono a lui e al presidente la possibilità di non “inginocchiarsi davanti ai terroristi”. La linea politica attuale è prettamente neosovietica: non uomini, ma ingranaggi costretti a realizzare incondizionatamente gli azzardi politici di chi ha preso il potere. Ingranaggi senza alcun diritto, nemmeno quello a una morte dignitosa.

Fsb(il nuovo Kgb): Che cosa succede a chi finisce nelle mani dell’FSB?Non della Ceka del ’37, quella di Solzenicyn, del Gulag e di tanti libri tremendi, ma quella attuale, foraggiata dai contribuenti?
Ultimamente in Russia se ne parla molto e i timori crescono. Nessuno ne sa niente, ma tutti la temono come un tempo. E come un tempo solo di rado qualcosa trapela.

Occidentali: Gli “occidentali”- così in Russia chiamano europei e americani- hanno una tale passione per Putin, lo amano a tal punto, da temere di pronunciarsi contro di lui.

Croce Rossa: Va detto che la Croce Rossa è spesso impossibilitata a svolgere le funzioni previste in quanto le autorità russe le hanno revocato il diritto di visita ai detenuti.

Irruzione nel teatro: Jaroslav Fadeev, ragazzino moscovita, è il primo della lista che riporta i nomi delle vittime dell’irruzione. Come è noto, la versione ufficiale dei fatti è la seguente: i quattro ostaggi morti per ferite d’arma da fuoco sono stati uccisi dai terroristi, in quanto le forze speciali dell’FSB- i colleghi di Putin- che hanno preso d’assalto il teatro non possono essersi sbagliate e non possono aver ucciso dei civili.
Ma i fatti sono fatti. Jaroslav ha una pallottola in testa però non rientra nei “quattro uccisi dai terroristi”. Jaroslav è il quinto.
Ma c’è di più. Quando Irina ha confidato le sue intuizioni, i suoi dubbi, le sue perplessità ad alcuni giornalisti, è stata subito convocata in procura. Il giudice inquirente era molto risentito:”Perché vuole sollevare un polverone?”le ha detto senza mezzi termini. “Lo sa o non lo sa che non può avercela una pallottola in corpo?”. Dopo di che ha fatto del suo meglio per spaventare la povera Irina, già prostrata di suo:”O scrive subito una dichiarazione in cui smentisce di aver detto alcunchè ai giornalisti, così che possiamo denunciarli per calunnie ai danni dei nostri reparti speciali, oppure riapriamo la tomba di suo figlio senza la sua autorizzazione e facciamo una bella perizia postuma!

Caccia al ceceno: ”Questa nuova ondata di razzismo di Stato ufficialmente noto come operazione Turbine” continua Svetlana Alekseevna “è stata varata subito dopo l’irruzione al teatro Dubrovka. E’ una caccia al ceceno. Li stanno sbattendo fuori di casa e dal lavoro, soprattutto. Si rivalgono su un’intera popolazione per i crimini di singoli individui. Il metodo più in uso è di screditarli come popolo costruendo dei casi giudiziari fasulli, rifilando loro droga o armi. Si fanno persino beffe di loro: giocano al “poliziotto buono” e lasciano scegliere il capo d’accusa alle vittime.
Val la pena ricordare una vecchia storia del secolo scorso. Iniziata più o meno allo stesso modo ma finita diversamente. Un Paese europeo viene occupato dai nazisti e agli ebrei viene ordinato di cucirsi una stella gialla affinchè possano essere identificati. Tutti quanti, allora – ebrei e non- si cuciono sulla giacca una stella gialla. Per salvare gli ebrei. E per salvare se stessi dal diventare nazisti. Lo fa persino il re. A mosca, oggi, accade l’inverso. Quando le alte sfere hanno ordinato l’attacco contro i ceceni che ci vivono accanto, non solo non ci siamo cuciti una stella gialla sulla giacca, ma abbiamo sparato dei razzi di segnalazione per farli trovare più facilmente.

Putin: Ho parlato con la gente che andava a votare e che tornava dopo aver sbrigato la procedura. Erano apatici. Del tutto indiferenti al rito della rielezioni di Putin. Vogliono che lo rieleggiamo?Amen, mi hanno detto in molti.
A renderlo possibile,però- e va detto-, non sono state solo la nostra negligenza, l’apatia e la stanchezza seguite a tante- troppe- rivoluzioni. Il processo è stato accompagnato a da un coro di osanna in Occidente. In primo luogo da Silvio Berlusconi, che di Putin si è invaghito e che è il suo paladino in Europa. Ma anche di Blair, Schoeder e Chirac, senza dimenticare Bush junior oltreoceano.
Il nostro ex KGBista non ha trovato inciampi sul suo cammino. Né in Occidente, né in un’opposizione seria all’interno del Paese. Per tutta la sua cosiddetta campagna elettorale- dal 7 dicembre del 2003 al 14 marzo 2004- Putin si è fatto beffe del suo elettorato. In primo luogo perché si è rifiutato di discutere alcunchè con chiunque. Non ha mai ritenuto opportuno fornire spiegazioni riguardo a qualsiasi punto del suo programma pe r i quattro anni precedenti. Ha mostrato disprezzo non solo per i rappresentanti dell’opposizione, ma per l’opposizione in quanto tale. Non ha fatto promesse. Non ha fatto appelli.

Perché ce l’ha con Putin
: Perché ce l’ho tanto con Putin? Perché il tempo passa. Quest’estate saranno sei anni che la guerra cecena è iniziata affichè Putin potesse diventare presidente. E non se ne vede la fine. All’epoca i bimbi shahid non erano ancora nati, ma dal 1999 a oggi tutte le stragi di bambini- tra le bombe e le pulizie etniche- sono rimaste impunite: i carnefici non sono mai finiti sul banco degli imputat. Putin non l’ha mai preteso, sebbene abbia fama di “amico di tutti i bimbi”. In Cecenia i militari continuano a comptortarsi com’è stato loro permesso da che la guerra è iniziata:pensano di essere in un poligono di tiro senza nessuno intorno, bambini compresi.
Questa strage di innocenti non ha scosso il Paese. Nessuna televisone ha mostrato le immagini dei cinque piccoli ceceni uccisi. Il ministro della Difesa non si è dimesso seduta stante. Non ha lasciato il suo posto nemmeno il comandante dell’Aeronautica militare. E’ rimasto tutto com’era. Il comandante in capo non ha indirizzato una sola parola di conforto o di condoglianze a quel padre rimasto solo. Il mondo continua a ribollire attorno a noi. In Iraq sono stati ammazzati degli ostaggi. Popoli e nazioni hannoi chiesto a chi li governa e alle organizzazioni internazionali di ritirare le truppe per salvare la vita di quanti stanno facendo il loro dovere. Da noi niente. La morte di quei bambini assurti a martiri non solo non ci ha spinti a chiedere di ritirare le truppe, ma nemmeno a iniziare un dibattito su quanto sta accandendo in Cecenia con l’intento di aprire una strada al dialogo, alla pacificazione, alla smilitarizzazione e a tutto ciò che consegue alla fine di un conflitto.
Perché ce l’ho tanto con Putin? Per tutto questo.

Qua finiscono i dati e le testimonianze della giornalista, ora:
Indovina Chi li ha uccisi?

venerdì, dicembre 01, 2006

Dopo la laurea...Pinotto


Ieri, come molti di voi sapranno, si è laureato Giorgio.
La notizia che sto per darvi in anteprima è ciò che Giorgio ha deciso di fare nel suo immediato futuro. Con stupore di molti(quasi tutti) il neo laureato ha deciso di scendere in campo e di candidarsi per Forza Italia come dimostra la foto allegata al post.
Con grande sofferenza, ma dovendo rispettare un'amicizia decennale, riporto dopo una sua pressante richiesta il suo programma in punti:
  1. Ritorno ferreo al proibizionismo con pene pesantissime per chi fosse colto in flagrante a bere alcolici( 3 anni per un Cuba Libre ma soprattutto, si legge nel volantino, 5 anni per un Long Island).
  2. Obbligo tassativo a praticare attività sportiva con il candidato che si presenterà lui stesso ogni mattina alle sette alla montagnetta di San Siro e procederà a ritmo sostenuto per un'ora. A tutti coloro che mancheranno per più di un giorno verrà ritirata l'automobile che verrà restituita dopo 100 giorni di presenza consecutiva.
  3. Rivoluzione totale dei limiti di velocità in città e sulle strade statali. In città il limite verrà portato a 30 km/h mentre sulle strade extraurbane a 80 km/h. Chi supererà le sopracitate velocità anche solo di 1 km/h perderà la patente senza poterla più riacquisire.
  4. Blocco totale dello scambio di turisti del nostro paese con Olanda e Belgio che il candidato definisce "un paese di cannaioli", il primo e "un paese di ubriaconi di birra" il secondo.
  5. Istituzione di esami per magistratura all'interno del partito in modo che le toghe rosse possano rapidamente diminuire. Il candidato avendo ricevuto la laurea proprio ieri potrà occuparsi degli esaminati per accertare il loro grado di fedeltà al partito ancor prima della preparazione.
  6. Chiusura di tutti i locali per il "mondo gay" che il candidato definisce "inferiori".Confisca totale dei beni per chi verrà colto in atteggiamenti affettuosi con persone dello stesso sesso.
  7. Abolizione delle minigonne, dei reggicalze e di tutto l'abbigliamento femminile che potrebbe indurre in tentazione.
  8. Blocco su alcuni generi musicali quali pop, rock, punk, metal, dance, house, techno, jazz, blues, hip hop, r'n'b, rap, classica con riscoperta della musica popolare napoletana portata a genere musicale nazionale.
  9. Distruzione totale di tutti i centri sociali che verranno sostituiti da grandi negozi di D&G, Armani, Versace, Prada, Louis Vuitton, Cavalli etc.

La laurea magistrale fa molto male ed è per questo che la teniamo il più possibile lontana da Noi.

P.S.:Il candidato ha già un uomo di fiducia personale a cui rivolgersi per eventuali dubbi:la foto è riportata qui sotto:

lunedì, novembre 27, 2006

Senza parole, Pinotto


Come diceva il buon vecchio parroco:"Diventate ciechi".
Sul sito www.masturbateforpeace.com, però, sono convinti di aver trovato una giusta causa.

sabato, novembre 25, 2006

Buy or Die!!! Gli inviti all'ascolto di Gianni



Dufresne: Atlantic (V2 2006)
Voto: 8

C'è una bellissima sorpresa che balza subito all'orecchio quando si ha tra le mani questo cd per la prima volta e lo si comincia ad ascoltare: Atlantic è un ottimo prodotto, ed è italiano al 100%! Si, avete capito bene. Questa band viene da Vicenza ed è pronta a conquistare proseliti in tutto lo stivale e non solo. Dominik, Zeno, Ciube, Luca ed Ale irrompono in una scena indiscutbilmente sterile (per quanto riguarda screamo core ed affini) e lo fanno con un lavoro ben strutturato, condito da una buona tecnica strumentale e da un giusto mix di aggressività e melodia. Con il supporto alla produzione di David Lenci (One Dimensional Man) e Darian Rundall (Penniwise, Suicidal Tendencies), questo disco presenta tutto quello che ci si può aspettare da un full-lenght di genere. Potenti muri sonori, riff granitici e chitarre stop'n'go, cantato a metà tra lo screamo e il melodico, il tutto tenuto in piedi da un tappeto ritmico nervoso e frenetico quanto basta. Quello che rende i Dufresne ancora più accattivanti sono i testi cantati in italiano (che tanto ricordano le alternanze hard/soft stile Linea77) e l'accompagnamento della tastiera che riempie il sound in maniera impeccabile. Difficile rimanere indifferenti di fronte ai cambi di tempo di “Baba Yaga” o “Fashion Kills Romance”, difficile rimanere fermi quando si hanno nelle orecchie canzoni come "Nexiest Luces" o "Readymade Complaints", come è difficile non restare compiaciuti di fronte ad un gruppo ingegnoso che ha saputo giocare le proprie carte al momento giusto.
Complimenti vivissimi e, almeno per una volta, onore al tricolore!!!
Gianni

Website: www.dufresne.it

giovedì, novembre 23, 2006

Febbre a 90’, calcio e vita secondo me, Pinotto.



George Best se n’è andato un anno fa. Approfitto di questa pur triste ricorrenza per scrivere un po’ di lui.
Ho un quadro, appeso sul muro di camera mia, comprato al mercato di Camden Town che lo ritrae con la solita maglia rossa del Manchester United, con i capelli lunghi e con il sorriso strafottente che aveva a vent’anni.
E’ proprio da una posa come quella che sembra uscire la sua espressione più nota: «Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l'ho sperperato.» E’ lo stesso periodo in cui Pelè esclamava: "George Best e' il più grande giocatore del Mondo"(1966)
Ci sono parti della vita di questo incredibile personaggio a cui i media non si sono mai interessati sono l’infanzia e l’adolescenza. Ancora non faceva strage di Miss Mondo e non creava linee di abbigliamento col suo cospicuo patrimonio. Queste fasi della sua esistenza si possono conoscere bene solo leggendo la sua autobiografia “The Best”. Qua ne riporto alcuni brani che mi sono rimasti particolarmente impressi.
Non c’entrano nulla col calcio giocato, non parlano dei suoi primi dribbling ma di un bambino/ragazzo che, come molti nel secondo dopoguerra, non aveva nulla, ma che a differenza degli altri, nel resto della sua esistenza, ha scelto di prendersi tutto.

“Quando iniziai a frequentare la Nettlefield Primari School, che si trovava vicina alla casa dei nonni Withers, a mezzogiorno schizzavo a casa a farmi una fetta di pane tostato e una tazza di tè, e cinque minuti dopo ero già nel cortile della scuola a prendere a calci il pallone. E dopo la scuola era lo stesso. Il pane i miei lo tostavano da un lato solo perché usavano un fornelletto elettrico e appena un lato era pronto lo spegnevano per risparmiare corrente. Anni dopo la signora Fullaway, che mi ospitava in casa sua quando stavo al Manchester United, un giorno mi rivolse uno sguardo preoccupato.
“Il burro te lo spalmo sul lato giusto, vero?” mi chiese.”Quello tostato”.”

“In famiglia non avevamo un televisore, per cui quando sapevo che c’era una partita iniziavo a prendere a pallonate il muro della casa del vicino una decina di minuti prima del fischio d’inizio. Il vicino era un tizio che si chiamava Harrison e naturalmente non poteva fare a meno di sentire le mie pallonate e sapeva che ero un patito di calcio. Mi lasciava col fiato sospeso fino a poco prima dell’inizio dell’incontro, poi apriva la porta e mi diceva tranquillamente, come se l’idea fosse stata sua:”Ti andrebbe di venire dentro a vedere la partita con me?” Io schizzavo in casa sua come una pallina da flipper e alla partita successiva dei Wolves rimettevamo in scena la stessa commedia.”

“Ero abbastanza timido quando c’erano in giro delle donne, ma ce n’era una che era ritenuta una specie di nave scuola per cui pensai che fosse lei quella con cui provarci. Ma nonostante la sua reputazione pareva io fossi l’unico che non riuscisse a farsela e, credetemi, non certo per mancanza di determinazione.
Così alla fine iniziai a uscire con un’altra ragazza di nome Liz, che era molto più carina ma che non te la faceva vedere nemmeno da lontano. E anche questa volta non certo perché io non ci provassi. Forse fu proprio da lì che iniziai a desiderare tutto ciò che non potevo avere. Io e Liz comunque restammo insieme per un po’ e ci dedicammo con grande entusiasmo a pomiciate e pratiche affini nelle ultime file del cinema o nascosti dietro le rastrelliere per le biciclette dell’oratorio.”

Senza parole, Pinotto

Questa foto proviene dal sito www.scegligesu.com e dopo averla vista beh non si può che restare senza parole!!

giovedì, novembre 16, 2006

Leaving the Windy City

Iniziare a fare i bagagli e’ sempre triste, e non c’e’ nessun metodo efficace per alleviare questo tremendo magone. Croce e delizia del mio carattere: mi affeziono in modo eccessivo ai luoghi e alle persone. E ora ne sento le pesanti conseguenze. Saro’ senza dubbio contento di rivedere le persone che mi vogliono bene, ma non posso dimenticare il mio entusiasmante pezzo di vita qui nel cuore del Midwest. Questa citta’ ho imparato a conoscerla, amarla ed apprezzarla in ogni suo piccolo lato. E mi manchera’ da morire. Mi manchera’ il “Loop” pulsante di fretta nella rush hour. L’odore di cioccolato sputato fuori dalla fabbrica di State Street. Il famigerato autobus 22 e la Blue Line, su cui ci avro’ passato minimo un quarto delle mie giornate lavorative. Mi manchera’ Lincoln Park, il mio quartiere pieno di sushi bars e vita notturna a non finire. Il vento freddissimo che ti gela qualsiasi parte del corpo e del cervello. Chipotle e i favolosi burritos che il mio amico Valerio cucinava con ispanica diligenza. Le bevute di whisky e i terribili day after del sabato mattina. Mi mancheranno un sacco tutti coloro che mi hanno affiancato in questo breve viaggio. Julie e Patrik, mi avete trattato come un figlio e non so mai come potro’ ringraziarvi. Alicia, Sadie, Dan, Lois e Albert, avete trasformato il mio dovere in piacere, grazie per la vostra pazienza, sara’ dura senza di voi. Steve, con la tua saggezza e generosita’ d’animo mi hai insegnato che gli americani non sono tutti uguali, sono sicuro che la nostra amicizia durera’ nonostante I chilometri che ci separeranno. Richard from London, grazie a te ho capito che non faro’ mai piu’ gare di birra con gli inglesi, non c’e’ competizione. I’ll fuckin’ miss ya Jason from Seattle, you know you’re my buddy! Miss ya too Aaron, anche se mi hai fatto girare le balle piu’ di una volta. Micaela e Julia, siete state le mie migliori amiche e non vedo l’ora di riveder i vostri bei musi ma in Italia, sperando mi veniate a trovare presto. Mi mancherai molto Kristin, forse piu’ di tutti. Ogni volta che ti vedevo davo fuori di matto. Splendida come un tango di Carlos Gardel, crudele come le Idi di Marzo. Mi mancherai, anche se non ti sei comportata molto bene questi ultimi giorni. Mi pento di averti lasciato quei messaggi in segreteria, ma sinceramente non mi pento di non avere battuto un ferro che era ormai tiepido. Preferisco ricordarti come un piccolo incidente di percorso, dato che mi sono accidentalmente invaghito di te. Sapevo a cosa sarei andato incontro, ma non e’ stata colpa mia. Mi e’ successo esattamente nel periodo in cui credevo di poter controllare le mie emozioni. Mi sbagliavo di grosso. Sei stata comunque “l’errore piu’ geniale in cui cadere”, come dice il buon Manuel Agnelli. Non so pianificarmi la vita come fai tu, ma e’ probabile che il mio sia solo un arrivederci e non un addio. Forse dovrai realizzare il fatto che un giorno potremmo rivederci, e che potrei davvero lottare per averti con tutte le mie forze. E se sogno un pochino ad occhi aperti posso cambiare la realta’, posso vedermi quel martedi’ sera al Congress Theatre insieme a te, a sussurrare tra i tuoi capelli d’oro tutte queste cose senza paura, abbracciarti e stringerti tanto forte da farti capire quanto mi saresti mancata...proprio nel momento in cui Tim McIlrath dei Rise Against avrebbe intonato la canzone che, casualmente, conoscevi anche tu.
Gianni


Swing Life Away

Am I loud and clear, or am I breaking up?
Am I still your charm, or am I just bad luck?
Are we getting closer, or are we just getting more lost?

I'll show you mine if you show me yours first
Let's compare scars, I'll tell you whose is worse
Let's unwrite these pages and replace them with our own words

We live on front porches and swing life away,
We get by just fine here on minimum wage
If love is a labor I'll slave till the end,
I won't cross these streets until you hold my hand

I've been here so long, I think that it's time to move
The winter's so cold, summer's over too soon
Let's pack our bags and settle down where palm trees grow

I've got some friends, some that I hardly know
But we've had some times, I wouldn't trade for the world
We chase these days down with talks of the places that we will go

We live on front porches and swing life away,
We get by just fine here on minimum wage
If love is a labor I'll slave till the end,
I won't cross these streets until you hold my hand....until you hold my hand

I'll show you mine if you show me yours first
Let's compare scars, I'll tell you whose is worse
Let's unwrite these pages and replace them with our own words

We live on front porches and swing life away,
We get by just fine here on minimum wage
If love is a labor I'll slave till the end,
I won't cross these streets until you hold my hand
(Rise Against)

mercoledì, novembre 08, 2006

Chronicles from the Windy City

Anche se il tema principale qui a Chicago sembra essere il divorzio via-fax di Britney Spears (quasi una breaking news che ha sconvolto il mondo), vorrei azzardare un personale commento sulla situazione Midterm Elections 2006. Il popolo americano ha deciso per il rinnovo del Congresso e lo ha fatto in maniera abbastanza responsabile, considerando il menefreghismo imperante che dimora in tutto il Paese. Il popolo americano questa volta ha presentato il conto all’amministrazione Bush, una lunga lista di motivi che urlano scontento e frustrazione per il malgoverno repubblicano. Ha regalato al partito democratico la cosiddetta “House”, ed il sogno di avere sotto controllo anche il senato (stiamo ancora aspettando gli ultimi risultati). Bush e’ stato sconfitto in diversi frangenti, cio’ vuol dire che potrebbe o levarsi dale scatole o cambiare linea politica, cosa molto probabile dato il fiato “moderato” sul collo. Molti americani, con mia grande sorpresa, questa volta hanno capito tutto. First of all, questa guerra in Iraq ha portato solo morte, ha distrutto un altro paese ed ha gettato gli USA in un clima di totale insicurezza. In secondo luogo e’ stata svelata, e non solo per merito di Michael Moore, la fitta rete di sozzi intrighi e inciuci tra Bush, Cheney e i molti gruppi di interesse, i quali fornivano un immenso bacino di voti in cambio di leggi e permessi a dir poco scandalosi. Last but not least, lo zoccolo duro dei Neoconservatori ha pagato caro il polverone di impeachments che ha investito i suoi uomini di punta. Gia’, e’ tanto facile predicare saldi valori morali quando poi si razzola nella perversione sessuale (per non dire altro). Tanto semplice nascondersi dando la colpa alla bottiglia o allo stress. E questo la gente lo sa. Ha semplicemente reagito a queste cose con l’unico strumento a disposizione: il proprio voto. Prima di chiudere, lasciatemi brevemente chiosare su due elementi estremamente negativi. Primo elemento: il sistema di votazione. Possibile che in un paese dove la tecnologia e’ tanto avanzata, ci trovi a constatare che le uniche macchine funzionanti nei seggi non sono le macchine per il voto elettronico ma bensi’ i distributori di caramelle e affini? Incredibile ma vero. Secondo elemento: la comunicazione politica. In questi giorni mi e’ capitato di assistere solamente a pubblicita’ elettorali negative e catastrofiche, nelle quali l’unico scopo era denigrare l’avversario o spaventare gli elettori sulle conseguenze dell’elezione di quest’ultimo. Come possono scegliere gli elettori se non si presenta loro almeno uno straccio di programma? Come si puo’ arrivare al buon senso e al dialogo in mezzo a tanto odio? Saro’ pure un tradizionalista ma, cari miei, preferisco ancora votare qualcuno che nei suoi messaggi intenda costruire qualcosa invece che distruggere.
Gianni.

Ps: ricevo ora notizia flash che Rumsfeld si e’dimesso. Allora qualcosina sta cambiando per davvero…

Senza parole, Pinotto



A volte le immagini valgono più di mille parole...

venerdì, novembre 03, 2006

Verde, arancione,...

Ciao Jacopo,
credo che tu
sia la persona giusta
per aiutarmi a ricordare
un colore:
il colore della Ferrari,
il colore del Profondo di Dario Argento,
il colore del cartellino dell'arbitro quando ti sbatte fuori,
il colore del sugo sulla pasta,
il colore, insieme al nero, del libro di Stendhal,
il colore che in un film sta tra il bianco e il verdone,
il colore delle gote quando provi vergogna,
il colore del Moulin di Parigi,
il colore che è meglio non avere addosso vicino al toro in una corrida,
il colore del comunismo,
il colore del famoso gruppo inglese Simply...
il colore della terra su cui si gioca a tennis,
il colore che... di sera fa sperare bel tempo,
il colore di quel semaforo di merda che ci ha fotografato l'altra sera, ho fatto appena in tempo a girarmi e a chiudere gli occhi perchè, almeno quelli, volevo che non uscissero...
rossi!!!

martedì, ottobre 31, 2006

Buy or Die!!! Gli inviti all’ascolto di Gianni



My Chemical Romance: The Black Parade (Warner/Reprise 2006)
Voto: 9


Il tema della morte nella musica rock puo' essere tanto ridondante quanto difficilmente trattabile, se non lo si fa con stile e originalita'. Consapevoli dell'enorme responsabilita' sulle spalle dopo il fortunatissimo "Three Cheers For Sweet Revenge", i cinque "ragazzetti" di New Jersey stupiscono ancora una volta critica e pubblico, regalando loro questo gioiello carico di energia e romanticismo nero. Certo, scegliere la strada del concept album e' sempre un notevole rischio. Un rischio che pero' i MYCR hanno deciso di prendersi, dimostrando una maturita' invidiabile se si considera l'esperienza artistica di questa giovane band. E i risultati sono freschi, imprevedibili ed emozionanti: tredici capitoli di una esplosiva opera rock che aumenteranno la lista di estimatori a livelli esponenziali. L'incipit (curiosamente intitolato "The End") e' potente e cupo, mentre la successiva "Dead" fa letteralmente balzare il culo dalla sedia. Il viaggio prosegue senza mai stancare, grazie a piccoli capolavori musicali come "The Sharpest Lives" (che sprizza Cure da tutti i pori) o le amare "I Don't Love You" e "Cancer". Ma quello che piu' sorprende ai primi ascolti e' forse l'inserimento di parti orchestrali che danno un tono di prestigio all'intero disco ("Welcome To The Black Parade" e' semplicemente incredibile), come stupefacente e' la presenza della voce di Liza Minnelli, gentilmente prestata per decorare la teatralita' di "Mama". Non e' pero' solo merito del gruppo se il suono e' cosi' preciso e le melodie ti restano incollate in testa per ore. Gran parte della "colpa" e' infatti da attribuire alla produzione di un certo Mr. Rob Cavallo, da sempre indiscusso Re Mida del melodycore americano (il nome Green Day vi dice qualcosa?!). La classe non e' acqua, e le parole non possono descrivere con adeguatezza la grande lezione di songwriting impartita da Gerard Way e soci. L'unica cosa da fare e' dunque infilare il cd nello stereo, schiacciare play, godersi l'album tutto d'un fiato, e ripetere l'operazione piu' volte.
Bentornati ragazzi!!
Gianni

Website: www.mychemicalromance.com

lunedì, ottobre 30, 2006

Gianni e Moratti


Dopo sabato sera,ancora ebbro per la vittoria, il presidente dell'Inter ha chiesto il resoconto delle presenze allo stadio e si è accorto che, l'unica differenza con gli anni passati, in Milan-Inter, è stato il mio socio Gianni. Moratti non ha tardato a presentare l'offerta.
Gianni è invitato a restare a Chicago per tutto il tempo che ritiene opportuno(cioè più a lungo possibile), il socio di maggioranza dell'Inter si occuperà di pagare spese di vitto e alloggio e di trovargli un'occupazione delle più remunerate. Aspettando la controfferta del presidente del Milan Berlusconi, salutiamo un amuleto che, a distanza, proprio non ha funzionato.
Pinotto

giovedì, ottobre 26, 2006

Fiducia

Ad aprile 2006, secondo un sondaggio, solo il 10 per cento della popolazione italiana ( di età superiore ai 18 anni) conosceva il significato della parola fiducia, applicato alla sfera politica.
Ora siamo alla fine di ottobre e, sempre secondo un sondaggio, la percentuale dei cittadini informata sul termine è cresciuta fino al 90 per cento. Questo, bisogna ammetterlo, è tutto merito del nostro Presidente del Consiglio, Romano Prodi.
Nei giorni seguenti ai risultati delle elezioni egli si è posto un obiettivo:” Non tutti gli italiani hanno avuto fiducia in me?beh gli farò presto cambiare idea!!”.
Cosa significa porre la fiducia alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica?
Significa che, i segretari di Prodi prendono l’elenco telefonico dell’Unione e iniziano a chiamare tutti i parlamentari.
Da quel momento tutti sono precettati. Molti dovranno saltare impegni importanti: chi aveva il corso di yoga col maestro indiano è costretto a rinunciare; chi aveva già fatto mettere da parte due nuovi tailleur e quattro gonne al solito negozio di via Condotti, dovrà far attendere nella naftalina i nuovi acquisti; chi aveva fatto preparare, al solito ristorantino dietro Montecitorio, i bucatini all’amatriciana e la coda alla vaccinara dovrà far aspettare in frigo le vivande con buona soddisfazione di stomaco e fegato.
Insomma, fiducia vuol dire “rinuncio a tutto per quel mezzo metro quadro di poltrona”.
Prodi ormai ce l’ha insita anche nella propria vita quotidiana.
La sera, a letto con la moglie, le domanda con garbo se lei abbia voglia. Basta un cenno negativo col capo da parte della consorte e scatta la telefonata al segretario il quale, in breve tempo, avverte la sprovveduta che se nessun atto sessuale verrà consumato nella notte, diecimila euro verranno detratti dal suo conto corrente.
C’è un po’ di malcontento verso il premier e il suo esecutivo in questo periodo ma:
“Abbiate fiducia nel governo, anche perché, nel caso doveste perderla, hanno tutti i mezzi per farvela ritrovare…”

lunedì, ottobre 23, 2006

Chronicles from the Windy City

Sto tornando dall’aeroporto, dove ti ho appena salutato. Gli arrivederci non sono mai stati il mio forte, mi rendono piu’ laconico e malinconico del solito. E’ stato bello averti qui, anche se per cosi’ poco. E’ stato strano averti vicino, anche se e’ stato piu’ strano del previsto. Strana la tensione che ci ha circondato. Le tue teorie del distacco di cui mi parlavi al telefono sembrano essere cadute a valanga su di me in questi due giorni. In fondo con te tutto e’ sempre stato strano e curioso. O forse la mia presunzione di conoscerti anche solo un po’ finisce dove inizia la realta’ delle cose. Quella che non sogni e ci fantastichi sopra per trecentosessantatre giorni all’anno. La realta’ e’ che non ti conosco affatto. Non ti capisco e non ti ho mai capita, ma forse e’ proprio questo il bello del nostro rapporto. Riuscire a comprendere anche solo un tuo piccolo silenzio sarebbe come cercare di contenere l’infinito…una cosa stupida e insensata. Ruberebbe la magia dei nostri rari incontri, ne sono convinto. Ti limiterebbe. Toglierebbe l’effetto mesmerizzante cha hai su di me, la coerenza del tuo paradosso. Il tuo darmi semplici risposte per poi gettarmi in un pozzo infinito di domande. La tua capacita’ di farmi pensare a mille cose he ti vorrei dire da tanto tempo, per farti capire cosa sento, per poi paralizzarmi e congelarmi il palato quando finalmente ti ho di fronte. Sarei troppo egoista a volere piu’ di quello che mi vuoi concedere. Non sarebbe giusto, ne’ per me ne’ per te. E questo l'ho sempre accettato. Ora lo sto incominciando a capire, anche se a fatica. E’ stato bello averti qui. Ridere e scherzare come due bambini, parlarci addosso per ore, svegliarmi la mattina e scoprire di avere un angioletto che dormiva nella mia stanza, giochicchiare con le lenzuola e disegnare il cielo con le dita sulla tua piccola schiena. La mia camera sa ancora di te, e questo un po’ mi fa soffrire. Ma dalle sofferenze, si dice, si raccolgono risorse di spirito. Io cerchero’ di raccogliere le mie, aiutato da una manciata di canzoni dei Dashboard Confessional e dalla consueta speranza di rivederti presto.
Gianni


A Plain Morning

It's yet to be determined,
but the air is thick,
and my hope is feeling worn.
I'm missing home,
and I'm glad you're not a part of this,
there's parts of me that will be missed.
And the phone is always dead to me,
so I can't tell you the temperature is dropping
and it feels like.

It's colder than it ought to be in March
and I still got a day or two ahead of me
till I'll be heading home,
into your arms again.
And the people here are asking after you.
It doesn't make it easier.
It doesn't make it easier to be away.

I'd like to hire a plane.
I'd see you in the morning,
when the day is fresh.
I'm coming home again.
Coming home again.
Coming home again.
When the day is fresh,
I'm coming home again.

But it's warmer where you're waiting.
It feels more like July.
There's pillows in their cases,
and one of those is mine.
And you wrote the words "I love you",
and sprayed it with perfume.
It's better than the fire is
to heat this lonely room.
It's warmer where you're waiting
It feels more like July.
It feels more like July.

It's yet to be determined,
but the air is thick,
and my hope is feeling worn.
I'm missing home,
and I'm glad you're not a part of this,
there's parts of me that will be missed.
And the phone is always dead to me,
so I can't tell you the temperature is dropping
and it feels like.

It's colder than it ought to be in March
and I still got a day or two ahead of me
till I'll be heading home,
into your arms again.
And the people here are asking after you.
It doesn't make it easier.
It doesn't make it easier to be away.

I'd like to hire a plane.
I'd see you in the morning,
when the day is fresh.
I'm coming home again.
Coming home again.
Coming home again.
When the day is fresh,
I'm coming home again.
(Dashboard Confessional)

mercoledì, ottobre 18, 2006

Notizie dal mondo, Pinotto

1. Grande pericolo tra gli abitanti del litorale romano. Un aereo di linea Alitalia, che era appena decollato a Fiumicino, si è fermato ad un distributore a rifornire carburante. Il pilota ha dichiarato:”Non ci sono più soldi solo qui mi prendono i buoni benzina”.
2. Prodi, i giorni scorsi, si è sfogato con i mezzi di informazione tuonando che sono tutti contro di lui. Il suo predecessore, Silvio Berlusconi, non ha fatto altro che ripetere per tutta la legislatura che stampa e televisione sono di sinistra e parlano male di lui. Ora chi ha in mano i media in Italia? Da uno studio su quotidiani e tv emerge c’è una sola persona a capo di tutto e nessuno ma proprio nessuno parla male di lui, ebbene sì chi tira le redini del mondo dell’informazione in Italia è il Papa.
3. La società Autostrade verrà ceduta in parte agli spagnoli, la Tim doveva essere venduta a stranieri per essere recuperata, Murdoch è il padrone della tv digitale in Italia, perché già che ci siamo non ci vendiamo anche la mafia?Il coraggio per risolvere in casa i problemi non abita proprio nel nostro Paese.
4. Ormai è ufficiale Rete 4, dopo il decreto legge sulla riforma della tv, finirà sul satellite. Bondi di Forza Italia ha detto che farà uno sciopero della fame per difendere la democrazia; Emilio Fede è stato molto più drastico, il direttore ha dichiarato che a costo di dissipare tutto il suo patrimonio, alla roulette non punterà mai più sui numeri rossi. Rien ne va plus.
5. Galliani ha rilasciato un’intervista in esclusiva dicendo:”la squadra sta giocando bene e il rendimento degli attaccanti mi soddisfa eccome! Stanno segnando a sufficienza non sento assolutamente la mancanza di Shevchenko, Oliveira è un ottimo sostituto”.”Io parlo, ma lei sta annotando Geppetto?”
6. La Juventus ha dichiarato che farà causa a Moggi e Girando. Reazioni a catena nel mondo della criminalità organizzata: Bonnie farà causa a Clyde, Jigen e Goemon a Lupin,Eva Kant a Diabolik mentre quelli della Banda Bassotti andranno al Tar per vedere chi è il proprietario del patrimonio.
7. Un pilota a caso della Honda Hrc partecipante al mondiale MotoGp ha avvisato Bush che in casa di Daniel Pedrosa ci sono pericolosissime armi di distruzione di massa e bisogna provvedere immediatamente al bombardamento.

lunedì, ottobre 16, 2006

Chronicles from the Windy City

"Show me another city so glad to be alive".
(Carl Sandburg).

Chicago non e' solo alive. Chicago si fa sentire, loud and proud come dicono da queste parti. La scena Emo, Emocore, Screamo e Hardcore e' fiorente e gode di ottima salute, lo vedo dalla fila di gente in attesa davanti alla House of Blues. Stasera suonano i Silverstein, il gruppo canadese che ha dato ispirazione e ragion d'essere alla band in cui canto (o meglio, maltratto l'ugola). Compro un ticket per 30 dollari da un bagarino/strozzino all'angolo di Deabourn street. Se fossi stato nero come lui me lo avrebbe sicuramente venduto a 20. Qui il pregudizio razziale purtroppo dilaga e non solo dalla parte dei bianchi. Mi metto in coda e parlo con due liceali che subito smaniano di chiedermi di nuovi modelli Ducati usciti in Italia. Persona sbagliata guys, io le moto le odio. Gli parlo della mia band, di quanto la scena emocore e screamo in Italia sia misera e ridicola. Loro mi dicono che solo nel loro liceo ce ne sono 20 di gruppi emocore. Paese fantastico. La House of Blues sembra la scala di Milano, con la sola differenza che al posto dell'orchestra ora ci sono gli StickUp sul palco. Non male come gruppo di supporto, energico, sanno tenere caldo il folto gruppo di kids sotto lo stage ma sono un po' ipocriti (inneggiano a Gesu' Cristo, pero' portano addosso magliette degli Slayer, no comment). Gli It Dies Today sono tiepidi e banali, bisogna aspettare l'arrivo degli Aiden perke' la hall diventi un unico moshpit furioso. Nonostante la imbarazzante somiglianza con i My Chemical Romance, gli Aiden sfoderano una peformance da urlo, lasciandomi scappare qualche applauso un piu' per la grinta e l'impressionante tecnica, nonche' una tenuta sul palco a dir poco invidiabile. L'emozione sale, le tende si aprono ed un boato assordante accoglie i 5 cavalieri di Burlington. "Your sword Vs my dagger" e' un pugno in faccia, cosi' come "Fist wrapped in blood" e la poderosa "The weak and the wounded", con cui si scatena un sanguinoso circle pit. Una manciata di hit del passato, tra cui spicca la splendida "November", per poi ritornare alle bordate emozionali del nuovo disco. "My heroine" e "Defend you" sono pulite e precise. "Already dead" mi fa perdere la voce, la canto a squarciagola. Lo show si avvia alla chiusura con una toccante versione acustica di "Call it Karma". C'e' ancora tempo per un bis..il pubblico canta a ruota "My heart bleeds no more" e gli hardcore kids quasi mi ammazzano entrando nel moshpit con calci circolari alla Van Damme. Torno a casa col sorriso sulle labbra e col pensiero rivolto ai miei soci Ronny, Klaude, Poli e Itch...cosa si sono persi stasera...
Giannni

"My Heroine"

The drugs begin to peak
A smile of joy arrives in me
But sedation changes to panic and nausea
And breath starts to shorten
And heartbeats pound softer
You won't try to save me!
You just want to hurt me and leave me desperate!

You taught my heart, a sense I never knew I had.
I can forget, the times that I was
Lost and depressed from the awful truth
How do you do it?
You're my heroine!

You won't leave me alone!
Chisel my heart out of stone, I give in everytime.

You taught my heart, a sense I never knew I had
I can forget, the times that I was
Lost and depressed from the awful truth
How do you do it?
You're my heroine!

I bet you laugh, at the thought of me thinking for myself. (myself)
I bet you believe, that I'm better off with you than someone else.
Your face arrives again, all hope I had becomes surreal.
But under your covers more torture than pleasure
And just past your lips there's more anger than laughter
Not now or forever will I ever change you
I know that to go on, I'll break you, my habit!

You taught my heart, a sense I never knew I had.
I can forget, the times when I was
Lost and depressed from the awful truth
How do you do it?
You're my heroine!

I will save myself!
(Silverstein)

giovedì, ottobre 12, 2006

Nuove notizie dal mondo, Pinotto

1. Dopo lo scandalo droga in Parlamento Casini e Gabriella Carlucci hanno chiesto chi un esame per tutti i deputati chi per tutte le cariche pubbliche. Io più che il test sulla droga proporrei quello del quoziente d’intelligenza, perché, tra i parlamentari, più che i tossicodipendenti, mi spaventano i deficienti.
2. Bush ha dichiarati:”Non attaccheremo la Corea”. Avendo visto con più calma del solito il tavolo da gioco del Risiko, ha proseguito, e calcolando che in Afghanistan e in Iraq ha speso troppo carri armatini per cui prima di conquistare tutta l’Asia, come ha scritto sulla carta obiettivo, aspetta di pescare la carta così gli arrivano i rinforzi e attacca il prossimo giro.
3. Momenti di apprensione per i giornalisti italiani a seguito della morte della giornalista russa. Giusto pochi attimi, però, perché passata la paura sono tornati a leccare il culo dei propri editori e a fare inchieste scottanti sulle presine per le padelle.
4. La polizia ha fatto evacuare l’Orso, il famoso centro sociale di Milano. Secondo le autorità:”L’area verrà riqualificata”. Lo stesso è successo e succederà in molti altri centri. Tremano i Navigli perché si dice che, dopo una cena, il sindaco e il vice sindaco abbiano sentito il baccano della zona e si sono improvvisamente resi conto che la tangenziale arriva “solo” a Famagosta. Così si sono detti: perché non asfaltiamo tutto e ci facciamo una bella quattro corsie? Qualcuno canterebbe: là dove c’era l’erba ora c’è…una città.
5. L’avvocato del Milan ha dichiarato che la penalizzazione va annullata o, quantomeno, ridotta perché Meani, responsabile del rapporto con gli arbitri e stipendiato dall’A.C. Milan, aveva un ruolo marginale. Da questo ho dedotto una cosa: io prendo tre amici fidati e andiamo a fare una bella rapina in banca. Tuttavia, non entriamo dentro, aspettiamo in macchina. Nella banca mandiamo un conoscente, se lo beccano pace…aveva un ruolo marginale.
6. Ho trovato personalmente una soluzione ad un antico problema dell’Atm, azienda dei trasporti milanese. Va fatto compilare un questionario ai conducenti di autobus e tram in cui indichino simpatie ed antipatie. In seguito verranno assegnate le vetture a due simpatici con in mezzo, però, uno che sta sulle palle ad entrambi, così finisce questo vizio del trenino brasiliano di mezzi con delle belle pause, se lo perdi, di venti minuti/ mezz’ora.
7. I farmaci sono arrivati sui banchi in alcuni supermarket e portano un risparmio ai consumatori del 40%. I farmacisti hanno visto le loro entrate crollare improvvisamente. Tuttavia, per poco tempo, perché si sono riprese grazie alla vendita a loro stessi di calmanti e antidepressivi.

mercoledì, ottobre 11, 2006

Chronicles from the Windy City

“Hey Nico, you’re about to see middle America!”. L’affermazione alquanto borghese del mio capo potrebbe avere un che’ di offensivo, se non fosse prontamente salvata in corner da un successivo “Which is quite good”. La festa di matrimonio di Alicia si svolge in una grande e spaziosa sala da ricevimento nei pressi di Harlem Avenue. Il luogo e’ piuttosto elegante per essere un ritrovo del suddetto “ceto medio-basso” e gli invitati hanno ampi sorrisi stampati sulle labbra, coadiuvati da fiumi di Budweiser (rigorosamente) Light. Arriviamo un po’ in ritardo, anzi un po’ troppo in ritardo, dato che le porte dell’open bar mi vengono schiantate in faccia dal barista cafone quanto un redneck sotto anfetamina. Niente Bud per ora. Mi scafuddero’ di vino a cena. E cosi’ e’. Sono all’ottavo bicchiere di Chardonnay e devo proprio dire che questa middle America mi piace. Sara’ l’eccesso di libagioni, saranno le portate ottime e deliziose, sara’ la simpatia dei convitati o la perfetta letizia degli sposi (che ballano con goffa tenerezza un lento di Frank Sinatra), ma mi sto divertendo un sacco. Punto e basta. Mi diverte pure il fatto che riesco in ogni luogo a collezionare figure di merda clamorose: questa volta faccio il marpione con una donna (a mia insaputa) sposata…con il marito di fianco!! In questi giorni ho scoperto con piacere che ci sono tante belle emozioni da vivere nel cuore di questa Chicago. Ho pure ritrovato l’ispirazione dopo un mese di silenzio e mi sono messo di nuovo a giocare con le rime. Tutte dedicate a questa magica citta’, diventata la mia dolce seconda casa.
Gianni

Arlington Confessions

Here I am again,
strolling in this windy town
where I’m facing all these steps.
And I cure this pain,
Filling in my current down
With shots of Smirnoff on warm Schweppes.

Fall Out Boy is taking over
But I’m sure I know
Chicago wasn’t so, eight years ago.
As I start feeling sober
I should take a bow
And close the curtains of my dying show.

Another night I’ll be sleeping alone
Working my fingers to the bone.
Now that I might forget all that is gone
I’m still commiserating, feeling undone.

Red and yellow to the ground,
Autumn falls on Lincoln streets
And slowly colors these long drives.
Your phone rings but there’s no sound
And I wait in these cold sheets
For a broken dream that wears blue eyes.

Another night I’ll be thinking of me,
Holding so tight on Chris Carrabba’s poetry.
Another night painting my young history,
The places to be, the faces to see,
My own misery…
(Nicolo' Cascinu)

martedì, ottobre 10, 2006

Reality Gio


Come molti di voi sapranno i reality stanno chiudendo i battenti. Molta gente non li guarda più con la stessa assiduità di due o tre anni fa e i format sono così al limite da sembrare spesso ridicoli(vedi Wild West o la Pupa e il Secchione).
Il nostro blog vuole rendere omaggio a questo genere in decadenza creandone uno con i propri mezzi.
C’è un ragazzo chiuso ormai da mesi in una casa che combatte con la propria tesi, non può avere contatti esterni, il suo unico compagno di avventura è il pc.
Ogni giovedì sera potete seguirlo su Tele Misurata e vedere le evoluzioni del suo lavoro. Ogni puntata deve affrontare la sfida settimanale; la prof. cerca di cancellargli più capitoli possibili per far continuare il reality ma lui con cura certosina deve sistemare ogni particolare per poter passare incolume alla drastica riduzione del proprio elaborato. Nelle prime puntate ha vinto un gioco, un bersaglio con le freccette e nelle pause di studio si divertiva molto; solo che, una settimana fa, uno dei produttori lo ha battuto nella sfida per poterlo tenere e il ragazzo si è trovato anche senza l’unico passatempo ludico. Gli sono state regalate delle videocassette, la produzione le ha fatte passare credendole degli horror come scritto nei titoli, tuttavia, si sono dimostrate dei porno hard-core spiegando così le sue profonde occhiaie…
Sfortunatamente alle comunicazioni telefoniche via cellulare ha dato da solo un duro colpo mentre per quanto riguarda cibo e bevande si limita ai partner commerciali del nostro reality: Red Bull, Lavazza, Ginseng, Guaranà e Prozac. L’altra sera abbiamo anche provato a prendere una ragazza sottocasa, in circonvallazione esterna,per animare un po’ il reality, solo che, al momento di trattare per salire nell'appartamento lei mi ha detto: "mezz’ora 50 euro, un’ora 75, no trattative". Dopo aver fatto i calcoli per tenerla dentro una settimana, non ho capito tuttora che tipo di showgirl sia, perchè cacchio, a saperlo prima, a quel prezzo gli prendevo una Valeria Marini o un’Alessia Merz!!!
Il programma, se tutto andrà per il verso giusto, dovrebbe terminare tra poche settimane per cui dobbiamo lanciare un appello:
Fate come noi(vedi immagine) scegliete di eliminare l’intruso e aiutateci a liberare il nostro amico!!

giovedì, ottobre 05, 2006

Tra le mie braccia


I due ragazzi nella foto si sono conosciuti a Mykonos quest’estate. Osservando l' immagine è inutile aggiungere che Cupido ha fatto centro nel cuore di entrambi.
La passione è travolgente ma la timidezza li ha spinti a mantenere il silenzio sulla loro relazione. Il ragazzo che si appoggia dolcemente sulla spalla dell’altro ha deciso di fare il primo passo e attraverso le umili pagine di questo blog dedica una canzone al proprio amato.
Tuttavia, non un brano qualsiasi, mi ha rivelato l'innamorato, ma la vera e propria colonna sonora del tempo finora passato insieme.



Io non so parlar d'amore
l'emozione non ha voce
E mi manca un po' il respiro
se ci sei c'è troppa luce
La mia anima si spande
come musica d'estate
poi la voglia sai mi prende
e mi accende con i baci tuoi
Io con te sarò sincero
resterò quel che sono
disonesto mai lo giuro
ma se tradisci non perdono
Ti sarò per sempre amico
pur geloso come sai
io lo so mi contraddico
ma prezioso sei tu per me
Tra le mie braccia dormirai
serena..mente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
Una salsiccia mi darai
che io non conosco
il mio compagno tu sarai
fino a quando so che lo vorrai
Due caratteri diversi
prendon fuoco facilmente
ma divisi siamo persi
ci sentiamo quasi niente
Siamo due legati dentro
da un amore che ci dà
la profonda convinzione
che nessuno ci dividerà
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
Una salsiccia mi darai
che io non conosco
il mio compagno tu sarai
fino a quando lo vorrai
poi vivremo come sai
solo di sincerità
di amore e di fiducia
poi sarà quel che sarà
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi

martedì, ottobre 03, 2006

Notizie dal mondo, Pinotto

1. Berlusconi ha dichiarato che scenderà in piazza con tutta la Casa delle Libertà per manifestare contro questa finanziaria e contro il governo che, a contrario di quanto affermato in campagna elettorale, ha aumentato le tasse. Come location il Cavaliere ha scelto il Ponte sullo stretto di Messina per dimostrare che, loro sì, le mantenevano le promesse.
2. Il Ministro della Giustizia Mastella si è detto non totalmente soddisfatto della manovra varata dai propri colleghi e ha portato una critica decisa secondo il proprio stile chiaro e irremovibile:”Io lì l’avrei fatta sicuramente un po’ più gn, mentre là certamente un po’ meno gn”!!!
3. Dopo che Tavaroli, ex capo della sicurezza Telecom, da un luogo fresco e con pochi raggi di sole, ha lanciato accuse a Moratti e all’Inter rei di aver fatto seguire l’arbitro De Santis, Tanzi si è sentito mordere il fegato dall’invidia ed è corso in Procura gridando che lui lo diceva che la sua filippina rubava in casa da anni. Si cerca a Manila donna di bassa statura, di mezza età con patrimonio Parmalat.
4. Dopo Uomini e Donne e la Pupa e il Secchione, Canale 5 ha deciso di dare una virata culturale al proprio palinsesto riassumendo in un format il meglio delle proprie attività televisive. Il prossimo programma, di livello sicuramente più intellettuale, si chiamerà “3 Minuti”. Un ragazzo e una ragazza nel primo minuto si conosceranno, nel secondo si scambieranno qualche breve discorso e nel terzo, facendo impennare lo share, daranno sfogo al risultato fisico del fin troppo lungo avvicinamento avvenuto nella prima parte del programma.
5. A seguito del caso di Maria, la bambina bielorussa che è dovuta tornare in patria forzatamente, pare che Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele di Savoia, stanco delle figure di merda del padre, abbia dichiarato:”Voglio essere rimandato anche io a casa mia in Svizzera”.
6. Pare che, dopo il doppio sorpasso di Schumacher ai danni di Fisichella(passando con due ruote nell’erba) e Alonso(sverniciato all’interno di una curva lenta), a Briatore non gli tiri più; hanno dato esito negativo anche i test nella galleria del vento.
7. Dopo che nella finanziaria il Governo Prodi ha deciso di tassare maggiormente le auto SUV, in molti dal Porsche Cayenne hanno tuonato:”Così si colpisce il ceto medio”. C’è già preoccupazione tra gli operai per la finanziaria 2008 si dice che verranno tassate le barche oltre i 20 metri.
8. Pare che la Tim, sponsor della Serie A e Serie B del campionato di calcio italiano, sia decisa a mollare tutto; “Dopo l’allontanamento del nostro cliente più affezionato Luciano Moggi”, hanno dichiarato i dirigenti, “il nostro bilancio è crollato”. Così si è capito che oltre ad essere direttore generale della Juventus e il Gestore del campionato era anche lo Sponsor. Uno e Trino.

venerdì, settembre 29, 2006

Chronicles from the Windy City

Stanco, direi piuttosto morto. I ritmi di lavoro sono stressanti, la mia carta prepagata di Starbucks da 25 dollari sta gia’ finendo e gia’ sento la mancanza di caffeina che scorre impetuosa nelle vene. Per rimediare sorseggio avidamente Southern Comfort, il buon whisky in stanza non manca mai e mai manchera’. Mi dirigo verso North Clark, direzione SmartBar. Stasera Tiga suona non molto lontano dai miei alloggi, non posso perdere l’evento per nessuna ragione al mondo. Il vento gelido mi taglia le guance ma almeno congela I mille pensieri che mi pogano nel teschio. Sono le 11 e nessuno all’entrata…fanculo a me e al mio patologico essere sempre in anticipo, quanto mi odio. Nel frattempo bisogna ubriacarsi, bisogna guarire con la birra la solitudine. Passo da un pub all’altro con la disinvoltura di un bohemienne. La testa e’ una ruota panoramica ed io soffro di vertigini. Decido di entrare nel club. Cazzo quanto si e’ riempito. “Allora qualcuno qui conosce Tiga per davvero!” penso tra me e me. I corpi si muovono con furore bacchico, acidi ritmi europei si liberano nell’aria che odora di sudore e frenesia. Sono in bocca alla console. Chiedo a Tiga di suonare “louder than a bomb”, mi manda giustamente a cagare dicendomi che e’ troppo presto per una hit del genere. Ha ragione ed io sono un babbo. Adoro questo dj, riesce a mandare in delirio pure gli americani che, ditto sinceramente, di tech-house non capiscono un beneamato cazzo. Le sue mani sono veloci sui piatti, trasformati in ruote d’acciaio che viaggiano e svariano a velocita’ ultrasoniche. “Maneater” di Nelly Furtado si trasforma nel piu’ bel pezzo da rave che abbia mai ascoltato. E’ un assalto continuo, neanche un minuto per riposare le membra gonfie di Vodka e Redbull. “Pleasures from the bass, a place to call your own”… Mi giro e ti vedo. Il mondo attorno a me si ferma, non esiste piu’. Dio come sei bella. Bella da mozzare il fiato. Non sei bionda, non sei finta, non sei come tutte le altre anime di plastica che popolano il quartiere. Quasi quasi scappiamo a Vegas e ci sposiamo, ma nella chiesetta stile sixties con Elvis e Marylin che ci fan da testimoni! Perche’ sei cosi’ provocante? Perche’ mi balli cosi’ vicino? Perche’ devi fare incazzare il tuo ragazzo proprio questa sera? Perche’ sono cosi’ scemo da darti corda? Il suddetto boyfriend, un bufalo inferocito alto 2 metri, si avvicina e mi minaccia con la bottiglia di Miller vuota. Decido di mollare il colpo, esco dal club con la coda tra le gambe e me ne torno a casa, sconsolato ed ubriaco fradicio.
Strange people, strange world…
I pensieri inondano il cranio di nuovo.
Gianni

Let's get fucked up and die


Let's get fucked up and die..
I'm speaking figuratively, of course..
Like the last time that I committed suicide.. social suicide..
Yeah, so I'm already dead on the inside,
But I can still pretend with my memories and photographs,
I have learned to love the lie.

I wanna know what it's like to be awkward and innocent, not belligerent.
I wanna know how it feels to be useful and pertinent and have common sense.. yeah
Let me in, let me in to the club, cuz I wanna belong,
And I need to get strong, and if memory serves,
I'm addicted to words and they're useless.

Let's get fucked up and die..
I'm riding hard on the last lines of every lie,
And the BMX bike of my life is about to explode,
I'm about to explode.
I'm a mess, I'm a wreck.
I am perfect, and I have learned to accept all my problems and short comings,
Cause I am so visceral, yet deeply inept.

I want to thank you for being a part of my forget-me-nots and marigolds..
And all the things that don't get old..
Is it legal to do this? I surely don't know.
It's the only way I have learned to express myself through other peoples' descriptions of life..
I'm afraid I'm alone and entirely useless...


Let's get fucked up and die.
For the last time with feeling
we'll try not to smile
As we cover our heads and drink heavily into the nights
That still shock and surprise.
I believe that I can, overcome this and beat everything in the end
But I choose to abuse for the time being,
maybe I'll win, but for now I've decided to die.

Sister soldier
You’ve been such a positive influence on my mental frame
If I could ever repay you,
I would, but I'm hard up for cash
And my memory lacks initiative.

God damn the liquor store's closed,
we were so close to scoring
it hurts, it destroys 'til it kills..
I am tired and hungry and totally useless.
(Motion City Soundtrack)

giovedì, settembre 21, 2006

Arrivederci Milano!

Da domani mattina non ci rivedremo per un bel pò. Un pochino mi spiace, anche se di questa "pausa" ne avevo proprio bisogno. Queste ultime ore le dedicherò ai miei amici, ai miei pensieri più intimi e profondi. Non faccio che fantasticare su come saranno scandite le mie giornate, su quanti chili prenderò (inevitabile dato che adoro le schifezze tipo panini chiamati "double animal XXL"), su chi incontrerò e di questi quante persone veramente interessanti conoscerò...
...le pare come vedete non mi lasciano mai, me le porterò in valigia ma con un sovraccarico di speranze e buoni propositi, per poter conoscere meglio uno dei paesi che più mi incantano, per potermi conoscere ancora di più (dato che siamo sempre eterni studenti di noi stessi), per vivere in modo diverso ed affrontare una nuova sfida da cui spero di uscirne vittorioso.
Arrivederci Milano!
Gianni

PS: ovviamente stay tuned perchè vi scriverò da qui delle mie avventure a stelle e striscie!


Voglio, avrò

Voglio, avrò —
se non qui,
in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.
(Fernando Pessoa)

giovedì, luglio 27, 2006

Correre

La corsa non è un’attività che pratico abitualmente, ma la pausa estiva di altri sport a cui mi dedico più assiduamente come tennis e calcetto, mi ha spinto ad avvicinarmici. In effetti, un po’ di curiosità me l’aveva già messa Linus su radio Deejay. La sua passione è così sviscerata che quando racconta di maratone a Roma, a New York o a Londra cresce esponenzialmente dentro di me la voglia di allenarmi per raccontare di aver corso sotto il Colosseo o essere passato per Piccadilly Circus e Trafalgar Square( e magari di non esserci transitato in ultima posizione…).
Tornando alla realtà, per ora, l’unico paesaggio che vedo( ma che sento soprattutto) è quel del Naviglio di via Ludovico il Moro. Correre per 6 km non è un’impresa incredibile eppure, per ora, le visioni arrivano anche prima della metà della distanza da percorrere. Senza contare che con Davide, il compagno di allenamenti (sempre che la parola allenamento non si offenda), proviamo a parlare per i primi 500 metri poi subentra l’apnea per lo sforzo e la parte rimanente del tragitto è occupata dai pensieri.
Mancavano circa 2 km alla fine l’altro ieri, quando mi è venuta in mente la storia di un protagonista dell’atletica leggera che avevo letto su un libro. Il campione è Emil Zatopek e la sua avventura alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 è raccontata da Ugo Riccarelli:
Ai giochi olimpici di Helsinki aveva vinto i cinquemila, i diecimila metri. Gli restava la maratona, e lui volle provare. Mai un uomo era riuscito a vincere tutto quanto insieme, nessuno aveva mai neanche osato tanto. La maratona non è corsa di sola resistenza. È una discesa nell’anima, è coraggio, tattica e fatica. Richiede particolare conoscenza e dedizione, così che la corrono soltanto specialisti. Zatopek si presentò ignaro alla partenza, essendo la prima volta che tentava. Inoltre aveva nelle gambe altre vittorie, altre distanze, e la volontà e la speranza che quei suoi allenamenti potessero aiutarlo nell’impresa. Aveva l’umiltà dei grandi e all’avvio, invece di comportarsi da sconsiderato, si mise dietro ai talloni dell’inglese Peters, che era il campione da tutti favorito.
La corsa partì e Zatopek cercò di resistere al passo regolare dei maratoneti, ma ebbe qualche difficoltà e dovette impegnarsi a recuperare. Arrivato al quindicesimo chilometro, raggiunti gli altri, si guardò attorno nel gruppetto. Si sentiva un pesce fuor d’acqua, un principiante. Forse temette di sbagliare, di essersi imbarcato in un’avventura più grande di lui, un esordiente ficcato in quella corsa da massacro senza conoscere i tempi giusti per danzare. Perché correre in resistenza è simile all’andare in musica, al ticchettio di un orologio. Bisogna fare e rifare sempre la stessa mossa, quella caduta in avanti interrotta, ma con una giusta spinta, con cadenza precisa, affinché la molla non si spezzi o non si consumi la carica prima che l’ora sia arrivata. Così, davvero ingenuo, affiancò Jim Peters che guidava la corsa e in un inglese semplice, a stento, gli domandò se il suo fosse un buon passo, se fosse troppo accelerato o invece troppo lento.
“Scusami” gli disse, “ma sai, è la mia prima volta.”
Quell’altro era duramente impegnato(avrebbe poi ammesso che l’andatura era già molto sostenuta)e si indispettì per l’insolita domanda. Forse anche nella speranza di tirare un colpo basso al ceco gli disse che sì, il passo era troppo lento, e con quel ritmo leggero non sarebbe mai arrivato. Così il neomaratoneta, preoccupato, rispose con un grazie di cuore e aumentò la corsa, staccò i concorrenti e arrivò per primo allo stadio dove migliaia di finlandesi ammirati lo attendevano in piedi, acclamandolo.

Pinotto

mercoledì, luglio 12, 2006

Una vita che ti aspetto!!!!


ItaliaGhana. Barcollando. Aperitivo. Pirlo da fuori area. Gilardino si abbassa. 1 a 0. Sedie che volano. Cocktail rovesciati. Pasta gratis. Inizio secondo tempo. Contropiede all’italiana. Iaquinta 2 a 0. Fine partita. 3 punti.
ItaliaUsa. Festa di laurea di Daniele. Tv senza antenna effetto anni ’80. L’immagine va e viene. Gilardino va e basta. Si tuffa di testa 1 a 0.Zaccardo si scorda quale sia la porta amica e quale quella avversaria. 1 a 1.De Rossi alza il gomito. Sangue americano e Italia in dieci. Gli Stati Uniti rispondono sempre alla violenza subita e finiscono in nove. 4 punti.
ItaliaRepubblicaCeca. Amburgo. 1200km in auto. Valli svizzere. Foresta tedesca. Notte in macchina col sacco e pelo. Sveglia incriccata. Cechi Cechi e ancora Cechi. Sono il doppio degli italiani. Intervista della Bbc grazie ad una maglietta di Zola. Olandesi Portoghesi Inglesi Argentini!! L’aria del mondiale è incredibile. Lo stadio. Via. Fischio d’inizio. Buffon fa miracoli. Nesta si fa male. Materazzi entra e fa gol. Ceco espulso. Inzaghi gol. 2 a 0. Fine partita. Il ceco eliminato accanto a me si alza mi stringe la mano. Good luck gli esce dalla bocca. Il mondiale è l’esatto opposto della Serie A. 1200 km per tornare a casa. Sosta ad Hannover. Coreani. Svizzeri. Altra città. Altri popoli in attesa di una qualificazione per continuare il sogno. Autostrade ingolfate che sembrano la A1. Errori di percorso. Statali interminabili. Ritorno a casa dopo 14 ore di viaggio. Siamo agli ottavi.
ItaliaAustralia. I canguri prima dell’esame. Impossibile ripassare. Lo studio e la partita da solo. Materazzi espulso. Dov’è la maglia portafortuna dell’Italia di Zola?5 minuti prima della fine la trovo nei panni lavati. 3 minuti di recupero. 30 secondi alla fine. Totti lancia per Grosso che salta un uomo. Entra in area. Rigore. Stavolta non c’è Moreno. Totti fa il cucchiaio?No non fare il cucchiaio!Calcia di potenza all’incrocio. L’esultanza è doppia. Gooool e fine partita. Ora i quarti.
ItaliaUcraina. Casa di Marco. Bastano 5 minuti a Zambrotta. 1 a 0. Schiaffi botte urla. Quanto costa un gol?a me, questo, un orologio che vola nel casino. Shevchenko è più solo di un pinguino in Africa. Fine primo tempo. Tiramisù. Sigarette. Cross di Totti. Toni di testa. 2 a 0. Finalmente la mano vicina all’orecchio del bomber. Altre botte altre spinte. Ho tolto ogni oggetto che si può rompere. Zambrotta entra in area. Toni 3 a 0. Altra mano vicina all’orecchio. I fiorentini direbbero Toni e fulmini. Wilkommen Deutchland.
ItaliaGermania. Casa di amici di Ale. Chi le ha mai viste queste facce?Ma chissenefrega. La scaramanzia del posto diverso ogni partita deve continuare. 0 a 0 primo tempo. Pizza al trancio a scrocco. 0 a 0 secondo tempo. Supplementari. Palo di Giardino. Traversa di Zambrotta. 3 minuti ai rigori. Calcio d’angolo. Pirlo passa a Grosso. Non stoppa. Tiiiira. Gooool 1 a 0. Palla al centro. Gila in contropiede. Usa lo specchietto retrovisore per vedere Del Piero. Palla all’incrocio. 2 a 0. Non male per pizzamandolino vero Bild? Degenero. Le colonne di S. Lorenzo tremano. Le macchine dei passanti pure. L’addio a Zidane lo diamo noi.
ItaliaFrancia. Anguraio sotto casa. Mai stato così pieno. 200 battiti. 23 anni che aspetto. 7 minuti neanche il tempo di entrare nella partita. Materazzi alza un po’ la gamba. Rigore. Non c’era. Tira Zidane. Cucchiaio. La palla prende la traversa. Gol. Occhi persi nel vuoto. La paura che sia già finita. 19 minuti. Materazzi arriva dove osano le aquile 2 metri e 65 di stacco dirà la Gazzetta. Poteva schiacciare nel basket. In ogni caso 1 a 1. Siamo ancora vivi grida Fabio Caressa. Traversa di Toni. Subiamo. 300 battiti. Supplementari. 2 minuti del secondo. Materazzi a terra. Replay. Testata di Zidane. La carriera di un fenomeno finisce così. Rosso. Rigori. Testa bassa sotto il tavolo. 1000 battiti. Troppe batoste per guardare. Al massimo si possono guardare quelli della Francia. Pirlo urlo della folla nei tavoli vicino. Alzo gli occhi. Wiltord gol. Materazzi urlo. Trezeguet traversa. De Rossi urlo. Abidal gol. Del Piero urlo. Sagnol. Se sbaglia abbiamo vinto. Ma gol. È destino che la fine non la devo guardare. Grosso va a calciare. Les jeux sont fait cari vicini francesi. La gente si alza dalle sedie e grida:
Siamo Campioni del mondo!!!Il campionato del mondo è un’esperienza incredibile, indipendentemente dalla nazione in cui ognuno di noi sia nato. Io questi trenta giorni li ho visti e vissuti così. Sarebbe il massimo sapere come ognuno di voi ha passato questo periodo fantastico per dividere una gioia tale tutti insieme!!!
Pinotto

martedì, luglio 04, 2006

Uncorrectly political: i graffi di Gianni e Pinotto

Coscienze intercettate

“Mancati re, portavoce, mignotte,
conduttori, cortigiani, cocotte,
Bonazza e faccendieri,
bonazze e finanzieri.
A che punto saremo della notte?”
(Stefano Bartezzaghi).

Ci risiamo. Se prima erano i cellulari di Moggi, Galliani & co. ad essere sbattuti sulle prime pagine dei quotidiani, sono spuntati in questi giorni, con puntualità a dir poco allarmante, gli stralci di telefonate scottanti del principe Vittorio Emanuele e del suo entourage. Telefonate compromettenti, che svelano una fitta rete di intrighi e poteri forti, di prostitute e casinò, di favoritismi e frasi non proprio “regali”. Non vorrei però soffermarmi sul contenuti delle frasi in sé (a quello ci penseranno i magistrati) , quanto sul gran polverone politico che è stato ancora una volta agitato dall’utilizzo e pubblicazione di tali intercettazioni. I commenti fioccano da destra a sinistra passando per il centro: chi parla di barbarie, chi di “gogne mediatiche”, chi paventa strane bulimie e via dicendo. Torna con veemenza la questione morale e vengono depositate nuove o vecchie proposte di legge per estirpare il problema alla radice. Ma il problema, a mio avviso, non va estirpato bensì potenziato. Sarò uno dei pochi a pensarla così ma sono un fervido sostenitore della pubblicazione delle intercettazioni. Se le intercettazioni possiedono “una forza invasiva potenzialmente democratica”, come afferma il saggio Marco Pannella, perché non renderne pubblico il contenuto?. Certi nostri politicanti, oltre che offendere e danneggiare la sacrosanta autonomia della magistratura italiana, stanno tentando di sollevare un muro difensivo che li possa legalmente coprire dal loro degrado e dalla quasi totale assenza di valori, valori esibiti tanto ma mai praticati. Sanzioni penali per giornalisti “troppo curiosi” e banchi di nebbia sulle nefandezze di alcuni deputati e senatori. La grande incoerenza tra comportamenti pubblici e privati sta per essere mascherata. Il barlume di libertà di espressione che ancora possediamo sta per esserci tolto, e pochi se ne accorgeranno, o peggio ancora rimarranno indifferenti. Dico questo non per gettare fango su tutta la compagine politica (sarebbe troppo semplicistico), ma su quella parte, cospicua o meno, che utilizza il proprio mestiere per coprire interessi che poco si addicono all’incarico istituzionale ricoperto. Noi italiani, si sa, siamo un popolo molto particolare: viviamo di orgasmi da moviola, godiamo quando vengono compiute eroiche gesta da parte dei muckrackers (ovvero quei giornalisti eternamente devoti alla caccia dello scandalo più “hot” del momento), siamo sacrificate vittime del gossip ma non siamo molto interessati alla trasparenza della nostra classe dirigente. E’ questa la nuda e cruda realtà, una realtà che purtroppo sta per negativizzarsi ulteriormente. E le cose non cambieranno, finchè ci sarà gente che considera i politici come soggetti privilegiati di fronte alla legge e all’opinione pubblica. Finchè ci sarà qualcuno che tutela la privacy dei criminali.
Gianni


Vite spericolate

La cosa che più stupisce nelle vicende di questi ultimi mesi non sono le intercettazioni ma le fette di prosciutto che avevamo sugli occhi mentre osservavamo l’operato di alcuni personaggi i cui inizi e le cui carriere già spiegavano molto. Nella vita di queste persone ci sono particolari che voi umani non potete neanche immaginare…

Franco Carraro: ovvero, mi mancava solo quel posticino in Vaticano…
Dal 1989 al 1993 è stato sindaco di Roma. È stato il 24°, 26° e 31° presidente della FIGC. La sua notorietà a livello nazionale crebbe notevolmente nel 1967, quando, alla morte del padre, divenne presidente dell'AC Milan, carica che terrà fino al 1973. Franco Carraro è stato per tre volte Ministro dello spettacolo: nei governi Goria, De Mita e Andreotti VI. Dal 1989 al 1993 è stato sindaco di Roma per il Partito Socialista Italiano. Dal 1994 al 1999 è presidente del colosso Impregilo, e ne è direttore fino al 2002. Dal 1995 al 2000 è presidente anche di Venezia Nuova Consortium. Tra il 1999 ed il 2000, è vicepresidente di Mediocredito (la merchant bank della ex Banca di Roma, ora Capitalia), di cui è presidente dall'aprile del 2000.

Vittorio Emanuele : un re così l’avremmo voluto tutti…Vittorio Emanuele Alberto, Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria, è l'unico figlio maschio dell'ultimo Re d'Italia Umberto II e della regina Maria José.
Si sposò con rito civile a Las Vegas l'11 gennaio 1970 e con rito religioso a Teheran con Marina Ricolfi Doria il 7 ottobre 1971, dopo screzi con il padre dovuti alle origini non nobili della moglie, ex campionessa di nuoto e tennis.
Ha vissuto in Svizzera fino al 2002 quando venne abolita la norma costituzionale che obbligava gli eredi maschi di Casa Savoia all'esilio. Durante il periodo dell'esilio suscitò varie polemiche con alcune dichiarazioni infelici: nel 1997, nel corso di un'intervista televisiva, rifiutò di scusarsi per la firma di un Savoia alle leggi razziali, precisando «No, perché io non ero neanche nato», e aggiungendo che quelle leggi non erano poi «così terribili». Finalmente, nel 2002, con un comunicato emesso da Ginevra, prese ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, per la prima volta nella storia di Casa Savoia.
Sempre nel 2002, dopo l'abolizione dell'esilio, insieme con il figlio giurò per iscritto e senza condizioni fedeltà alla Costituzione Repubblicana e al presidente della Repubblica
Nel corso degli anni alcuni scandali hanno segnato la vita di Vittorio Emanuele:
Già negli anni settanta Vittorio Emanuele venne indagato sia dalla pretura di Venezia per traffico internazionale di armi dal giudice istruttore Carlo Mastelloni, sia dalla pretura di Trento seguita dal giudice istruttore Carlo Palermo, caso poi trasferito alla pretura di Roma. Tale indagine fu archiviata. Il 18 agosto 1978, nell'Isola di Cavallo (Corsica), sotto gli effetti dell'alcol durante una lite con il miliardario Nicky Pende, sparò alcuni colpi di fucile. L'ipotesi d'accusa, sulla base della quale fu in seguito arrestato, fu che uno dei proiettili colpì lo studente tedesco di 19 anni Dirk Geerd Hamer, figlio di Ryke Geerd Hamer che stava dormendo in una barca vicina e che morì nel dicembre dello stesso anno dopo una lunga agonia. Di ciò però non vi fu piena prova, in quanto la difesa sostenne la presenza di altre persone che spararono durante la colluttazione poi fuggite e mai identificate dalla gendarmeria francese. Fù sostenuto che anche il calibro ed il rivestimento dei proiettili che ferirono a morte il giovane risultarono diversi da quelli in dotazione al fucile di Vittorio Emanuele di Savoia a cui fù però contestato di aver effettuato una sostituzione d'arma. Nel dicembre del 1991 venne assolto dalla Camera d'accusa parigina dall'accusa di omicidio volontario e condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco. È risultato iscritto alla loggia massonica P2 di Licio Gelli con la tessera numero 1621.

Adriano Galliani: dal comune alla Lega Calcio, senza aiuti naturalmente…
Attuale vice-presidente vicario dell'AC Milan ed ex-presidente della Lega Calcio (dimessosi il 22 giugno 2006). Galliani, dopo essersi diplomato geometra, lavora come impiegato al Comune di Monza per otto anni. Successivamente fonda un'azienda specializzata in apparecchiature per la ricezione dei segnali televisivi e questo lo porta, nel 1979, ad entrare nell'orbita di Silvio Berlusconi col quale fonda Canale 5.

Diego Della Valle: Je t’aime, moi non plus
Ex elettore del Partito Repubblicano Italiano, nel 1994 votò e finanziò economicamente Silvio Berlusconi, con cui ebbe però un forte screzio nel 2006 che lo convinse a dimettersi dal consiglio direttivo della Confindustria, dopo le critiche che il Cavaliere gli aveva rivolto in un convegno svoltosi a Vicenza. Amico di Clemente Mastella, in vista delle elezioni politiche del 2006 ha rifiutato una candidatura nell'UDEUR che il politico campano gli aveva offerto.

Luciano Moggi: treno in transito al binario 3 destinazione Regina Coeli
Per la sua precedente attività di impiegato delle Ferrovie italiane è conosciuto nell'ambito giornalistico-sportivo con il nomignolo di Paletta.
Pinotto

mercoledì, giugno 28, 2006

Carlotta

Te ne sei andata nel silenzio, spegnendoti tra le braccia della mamma . Me lo aspettavo già da un po’. Avevi un cuore grande grande, ma ormai troppo debole per resistere al maledetto caldo di giugno. Non ci sei più, e ora nonostante i 35 gradi la mia stanza è diventata gelida, mi sento terribilmente solo. Diciassette anni sono tanti per un cane, ma mai abbastanza per chi ti ha voluto così tanto bene, Carlotta. Non mi dimenticherò mai di tutto l’affetto smisurato con cui hai riempito questi bellissimi anni; avresti fatto tutto per me, saresti perfino morta per salvarmi, ne sono sicuro. Mi mancheranno i tuoi baci, la tua coda mai ferma, il tuo vivissimo appetito, il tuo ringhiare quando non sopportavi gli scherzi di Camilla, il tuo abbaiare al suono del campanello, la dolcezza dei tuoi occhi. Ora che non si ode più il tuo zampettare sul pavimento, sento un enorme vuoto crescermi dentro. Resta solo qualche vecchia foto, la tua ciotola ancora piena d’acqua, il tuo guinzaglio, il rimorso per averti visto invecchiare con un po’ d’indifferenza ed il rimpianto per le poche attenzioni che ti ho dato in questo periodo. Tutti i ricordi e le lacrime di questi giorni sono per te, per un’amica fedele che ho perso, e mai più ritroverò.
Ave atque vale Carlotta, riposa in pace.
Gianni

lunedì, giugno 19, 2006

Febbre a 90’, calcio e vita secondo me, Pinotto.

18 giugno, 90° minuto di Francia - Corea del Sud. Nella Francia entra Trezeguet ed esce Zinedine Zidane. Nulla di strano, apparentemente, se non fosse che il n° 10 francese ha deciso di abbandonare il calcio dopo questo mondiale. L’ammonizione presa qualche minuto prima e la situazione semi-tragica della Francia nel girone fanno pensare all’ultima passerella di Zidane sul tappeto verde.
Da italiano credo dovrei godere, tuttavia, dalle ultime analisi del sangue, di nazionalismo non me ne è stato trovato molto.
La tristezza sta nel desiderio di un finale degno per così tanta grazia portata ad uno sport come il calcio. Ettore fu ucciso da Achille, non dall’ultimo dei soldati greci. Anche Zizou, sportivamente parlando, merita il suo Achille.
Dovrei odiarlo probabilmente. In due anni, tra il 1998 e il 2000, ha tolto all’Italia un Mondiale, un Europeo e un commissario tecnico, Dino Zoff, dimessosi dopo che Berlusconi dichiarò che, nella finale dell’Europeo, Zidane andava marcato meglio.
Per cinque anni ha militato nella squadra italiana più seguita, la Juventus, ma, senza ombra di dubbio, anche la più odiata da coloro che parteggiano per le rivali. Zizou l’ ha vestita quella maglia ma più volte il colore sbiadiva e lo rendeva universale, mai un campione fu apprezzato quanto lui dai tifosi avversari della vecchia signora.
Nulla sembrava forzato, lezioso, era tutto come parte di una melodia che il campione francese seguiva danzando sul terreno con la sfera.
Il suo gesto più noto è la veronica. Per dribblare l’avversario, il corpo ruota sopra la palla; ci si appoggia col primo piede, la sposta col secondo.
La visione che stupisce è quella di un uomo con la corporatura di un medio-massimo della boxe che chiede in prestito la leggiadria a Nureyev per eseguire il suo colpo migliore.
Un arbitro italiano, che ha diretto per diversi anni in Serie A, ha confessato in un’intervista che, l’unico momento nella sua carriera in cui perse di vista il pallone, fu a causa di una finta di Zizou, il quale, disorientò anche lui oltre al difensore.
Da ragazzino se scegli il ruolo del difensore gli allenatori ti insegnano che il dogma è quello di guardare sempre la palla, per non farti ingannare. Con Zidane non puoi. Ti perdi il meglio.
E’ come per un dentista visitare Monica Bellucci e guardare solo la carie. E’ riduttivo fermarsi ad osservare solo la parte, è il tutto che rende l’idea dell’unicità del personaggio.
L’Avvocato Agnelli nel 2001 dichiarò, dopo che Moggi aveva incassato i 150 miliardi del trasferimento del campione francese al Real Madrid, che Zidane fosse più bello che utile. Questa affermazione è una prova innegabile che ogni grande amore (come il suo verso Zinedine) va rinnegato dopo il tradimento. La sua frase, comunque, venne confutata nove mesi dopo.
Zidane, con una mezza rovesciata di sinistro sotto il cielo di Glasgow, regalò la Coppa dei Campioni al Real, riformulando il concetto di “non utilità”.
I Platters, aggiungendo una parola al titolo della loro canzone, potrebbero descrivere rapidamente questo eroe del nostro tempo: “ Only you, Zizou”.