domenica, novembre 11, 2007

Potere alla Parola...In Libertà! (sempre a cura del vostro Gianni)

"Non amo che le rose che non colsi. Non amo che le cose che potevano essere e non sono state...”
(Guido Gozzano)


Niente- di più bello- di quello- che si brama- perché si conosce già- quello che si ha- ma non si conosce mai- quello che si ama- e il cuore- si sfama- di ricordi- di molti se- di molti ma- di molti forse- ma non di perché- in quanto- le domande- non sempre ottengono risposta- come la passione- non ottiene mai il perdono- verità pasoliniana- che non sta lontana- ma mi è vicina- e mi rende- consapevole- mi distoglie- dalle favole- in cui- mi immergo- nella sacra quiete- della sera- quando- la foschia- mette un manto- all’atmosfera- e la copre- di silenzio- la rende amara- più dell’assenzio- e vien difficile- guarire- gli spasmi del cervello- dormire- coi fantasmi dell’inverno- in questo periodo- la città- si ovatta- Nicolò- è messo a mollo- in una gabbia- di latta- va avanti- ma obtortocollo- si guarda indietro- cercando di resistere- al gelo- che stringe- la sua morsa- rallenta- la rincorsa- e ghiaccia i pensieri- schiaccia gli emisferi- fino a quando- cristallizza- il presente- nel suo passato- e viene in mente- il ricordo- già un pò sfocato- del Danubio- del suo rumore- e del mio stupore- nel veder- quella bellezza- looking at- those little waves- hearing all- the magyar noise- il fiume blu- che divide in due- la città- come divide- la coscienza- e non ha pietà- né riconoscenza- perché questa coscienza- per risentirsi integra- ancora per un po’- è creditrice- di una piccola parte- incastrata tra le porte- di quell’ultima metrò- quante volte- ci si incastra- tra le scelte- e non si conosce- la scelta buona- ma bisogna scegliere- perché- come disse Gesù- non si può servire- Dio e Mammona- purtroppo- e lo si sa- da tanto- la serenità- ha un prezzo molto alto- alto come le sponde- del Danubio- che lambiscono- le nostre fragilità- il nostro sentirsi- grandi e piccoli- degni delle nostre- piccole sventure- del nostro cercare- tra le mille angolature- dell’inciampare- nelle nostre paure- del riconoscere le nostre miserie- di resuscitare dalle macerie- e non ci resta- che errare pensanti- sfidando il niente- lontano dalla gente- e lanciare- la moneta- ed affidare al caso- il nostro fato- sapendo- che il bivio- ci è stato mostrato- e porta- a due strade diverse- una- porta alla felicità- e richiede certezza- l’altra- porta all’amore- e richiede inquietudine ed insicurezza-
Gianni




Solo e pensoso


Solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l'arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:
sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
e fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.
(Francesco Petrarca)

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