Ad aprile 2006, secondo un sondaggio, solo il 10 per cento della popolazione italiana ( di età superiore ai 18 anni) conosceva il significato della parola fiducia, applicato alla sfera politica.
Ora siamo alla fine di ottobre e, sempre secondo un sondaggio, la percentuale dei cittadini informata sul termine è cresciuta fino al 90 per cento. Questo, bisogna ammetterlo, è tutto merito del nostro Presidente del Consiglio, Romano Prodi.
Nei giorni seguenti ai risultati delle elezioni egli si è posto un obiettivo:” Non tutti gli italiani hanno avuto fiducia in me?beh gli farò presto cambiare idea!!”.
Cosa significa porre la fiducia alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica?
Significa che, i segretari di Prodi prendono l’elenco telefonico dell’Unione e iniziano a chiamare tutti i parlamentari.
Da quel momento tutti sono precettati. Molti dovranno saltare impegni importanti: chi aveva il corso di yoga col maestro indiano è costretto a rinunciare; chi aveva già fatto mettere da parte due nuovi tailleur e quattro gonne al solito negozio di via Condotti, dovrà far attendere nella naftalina i nuovi acquisti; chi aveva fatto preparare, al solito ristorantino dietro Montecitorio, i bucatini all’amatriciana e la coda alla vaccinara dovrà far aspettare in frigo le vivande con buona soddisfazione di stomaco e fegato.
Insomma, fiducia vuol dire “rinuncio a tutto per quel mezzo metro quadro di poltrona”.
Prodi ormai ce l’ha insita anche nella propria vita quotidiana.
La sera, a letto con la moglie, le domanda con garbo se lei abbia voglia. Basta un cenno negativo col capo da parte della consorte e scatta la telefonata al segretario il quale, in breve tempo, avverte la sprovveduta che se nessun atto sessuale verrà consumato nella notte, diecimila euro verranno detratti dal suo conto corrente.
C’è un po’ di malcontento verso il premier e il suo esecutivo in questo periodo ma:
“Abbiate fiducia nel governo, anche perché, nel caso doveste perderla, hanno tutti i mezzi per farvela ritrovare…”
giovedì, ottobre 26, 2006
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