giovedì, aprile 13, 2006

Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)

Questa volta non sono in grado di contribuire con le mie parole ad esemplificare un tema che si regge già da solo (pur barcollando!). Le presunzioni didascaliche finiscono quando iniziano a parlare questi saggi, che decantano le lodi di una delle migliori invenzioni di sempre, nonché loro fonte di ispirazione!
Cin Cin, e buona lettura!
Gianni.

Il vino mi spinge,
il vino folle, che fa cantare anche l’uomo più saggio,
e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare,
e tira fuori parola, che sta meglio non detta.
(Omero)

Ciò che sta nel cuore del sobrio è sulla lingua dell’ubriaco.
(Plutarco)

Da saggia versaci il tuo vino: le troppe speranze
contieni in termini brevi: parli e già l’ora è fuggita.
Cogli il giorno e del dubbio domani diffida.
(Orazio)

Bisogna essere ebbri. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile peso del Tempo che vi spezza le spalle e vi piega verso terra, bisogna che v’inebriate senza tregua. Ma di cosa? Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro. Ma inebriatevi.
(Charles Baudelaire)

Un vino d’oro splendeva nei bicchieri
Che ci inebriò,
L’amore, nei tuoi occhi neri,
Fuoco in una radura, s’incendiò.
(Attilio Bertolucci)

Però che Boheme confortevole, giocata tra case e osterie, quando ad ogni bicchiere rimbalzano le filosofie.
(Francesco Guccini)

Si può bere troppo, ma non si beve mai abbastanza.
(Gotthold Ephraim Lessing)

A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello magico di pensiero.
Troppo sciocco è il piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio,
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile
della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.
(Alda Merini)

Adoro farmi un Martini
perfino un secondo bicchiere
al terzo finisco sotto il tavolo
al quarto sotto il mio cavaliere.
(Dorothy Parker)

E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
nella camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda tra le mie braccia .
(Jacques Prévert)

Una delle mie signore di un tempo mi aveva urlato una volta: “Tu bevi per scappare dalla realtà!”
“Naturalmente, cara”.
(Charles Bukowski)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il faut être toujours ivre, tout est là ; c'est l'unique question. Pour ne pas sentir l'horrible fardeau du temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre, il faut vous enivrer sans trêve.
Mais de quoi? De vin, de poésie, ou de vertu à votre guise, mais enivrez-vous!

...amo Baudelaire! Carino il blog,bei post.
Saluti da Zena

Anonimo ha detto...

non ho parole!

questo è un vero e proprio sofistico tentativo di elevazione intellettuale di una delle più grandi fonti di morti e incidenti stradali!

ahahaha! minchia arrivo quasi all'orgasmo quando faccio la moralista:D
ora capisco le suore...

ciao alcolizzato!!!!!!!!!!!
e stasera un altro long aulin!

muakk!

fra

GianniePinotto ha detto...

Allora la prossima volta parlerò solo di filosofia straight edge, veganesimo ecc ecc.
Sto scherzando ovviamente, you know how much I hate soberness :p
Gianni.