giovedì, settembre 11, 2008

Nessuno tocchi la mafia!

Minkia muto Saviano devi stare!Due soldi ti sei fatto con quel libro e quel filmetto di fantascienza e mo' a casa chiuso devi stare.
Ora parlo con chi di dovere e vedi la scorta che fine ti fa.
Che io sì che ne ho bisogno, da anni vengo inseguito dagli scagnozzi del casino di Montecarlo per i buffi lasciati, quelli sì che fanno paura mica la mafia!
Ah che bello questo paese nel quale vieni denunciato se fai satira sul Papa e ti viene consegnata la direzione di un telegiornale se urli viva la mafia!


venerdì, agosto 01, 2008

Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)

“Voglio imparare a stare solo, come un animale. Guardare in faccia ogni pericolo..ma sono un uomo e non lo posso fare”
(Davide Toffolo)

Mancano poche lune ormai..e poi finalmente mi illuderò di essere altrove, proverò a stare in un posto dove niente e nessuno mi potrà raggiungere. E sarà un po’ come sognare, ma sono solo sogni stupidi, un po’ infantili, perché presumono una ricerca di affezione del proprio ego che ormai, a quest’età, è difficile riacciuffare con queste manone pelose ed insicure. Forse sono arrivato alla famosa “fase 3”, o meglio la fase: “sto diventando grande e sto andando dritto fino al mattino, ma cazzo non ho svoltato alla seconda stella a destra!”. La fase in cui ti rendi conto che, tutto d’un botto, infanzia ed adolescenza si sono sbriciolate in cielo come una supernova all’ultimo ciclo..e rimangono solo piccole tessere di un puzzle dal livello di difficoltà super very hard, ma non sai dove iniziare. L’ichspaltung è all’apice della sua intensità. Sono vittima e carnefice dei miei dubbi. Non c’è amnistia che mi salvi, ora tocca difendermi da solo, perché non c’è un solo avvocato pronto a prendersi questa pesantissima responsabilità sul groppone. Vorrei tanto essere un animale solitario, che esplora il mondo e non ha tempo di riflettere su se stesso. Che trova sulla strada i suoi fantasmi e li affronta, per necessità, per istinto, per mettere un sudato timbro ad ogni giorno che passa..dove nulla è scontato, dove nulla è fermo. Dove niente è dovuto. Un continuo divenire per beffare la noia di una gabbia, per liberarsi dalle barriere dei preconcetti. Per spezzare le catene dell’ottusa normalità. Individuare la preda dei tuoi desideri più proibiti, censurare l’inedia di volontà e, con un balzo da felino, agguantare e catturare ciò che più di tutto si vuole avere. Cancellare i rimorsi col solvente della coscienza informata. Abbattere tutti i fili spinati, scavalcare i recinti ed arrivare ad un dunque, per poi rimetterlo in discussione. Ogni arrivo, si dice, rappresenta un altro punto di partenza. Proprio per questo non ci si deve guardare indietro. Non lo si dovrebbe fare, ma ho la netta convinzione che quello che veramente volevo me lo sia lasciato alle spalle, svanito tra la polvere del mio sentiero sterrato. E a volte ritorna. Oggi ritorna. Un ricordo vivo come carne, che salta fuori tra le pagine di una rivista, tra gli html di un sito. Tra quelle tavole magnifiche, visionarie ed enigmatiche, proprio come il carattere di chi le ha create.
Certe rimembranze sono imprevedibili. La loro essenza non la riesci a contenere, è troppo libera per essere compresa. E fanno un male boia. Più di un’esplosione atomica..perché ti contagia..e le neurotossine agrodolci ti rimangono dentro, troppo a lungo.
Mea culpa, non sono così forte da riuscire a togliermele di dosso.
Posso solo viaggiare, col vento fresco che mi spettina i pensieri..per annusare altra vita, esplorare l’inesplorato, assaggiare il caso. Cercare un’effimera ed esile catarsi.
Gianni


Il Viaggio

Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita
senza mai scalfire la superficie dei luoghi
nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate.
Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare
chiunque abbia una storia da raccontare.
Camminando si apprende la vita
camminando si conoscono le cose
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina guardando una stella
ascoltando una voce
seguendo le orme di altri passi.
Cammina cercando la vita
curando le ferite lasciate dai dolori.
Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.
(Ruben Blades)

giovedì, luglio 10, 2008

Foto e futuro...

Potrei fare il pittore se non fosse che sono in grado di disegnare solo omini stilizzati.
Potrei fare il gelataio se non fossi allergico al cioccolato e non so quanti mangerebbero un cono dopo che uno ci ha appena starnutito.
Potrei fare il cacciatore ma finirei immediatamente in galera perchè più che agli animali preferirei sparare ad alcune persone.
Potrei fare il pilota di aeroplani se non fosse che soffro di vertigini affacciandomi al balcone di casa mia al secondo piano.
Potrei rapinare vecchiette se non fosse che per tutti gli acciacchi che ho verrei recuperato sicuramente nella fuga e non dalla polizia.
Potrei fare il mantenuto se qualcuno dovesse passare l'esame da avvocato.
Potrei fare un sacco di cose; l'università, non fanno altro che ripeterti, ti offre mille sbocchi.
A me per ora ne basta uno di sbocco, quello che mi viene pensando a quello che dovrò fare, ossia lavorare.








giovedì, giugno 19, 2008

Quanto è importante la scelta vegetariana?

In effetti è una domanda che purtroppo ancora molta gente non si pone (o non vuole farlo). Riportiamo qui di seguito la testimonianza di Umberto Veronesi, noto oncologo nonchè convinto vegetariano da moltissimi anni, in una lettera scritta su "Repubblica.it" il 6 giugno 2008.
Con la speranza che questo documento faccia riflettere un pochino..buona lettura!!
I vostri Gianni e Pinotto


Ciò che il vertice Fao "ha dimenticato" di discutere è il cuore del problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di produzione e distribuzione dei cibi, ma soprattutto alle abitudini alimentari della popolazione del pianeta. Occorre una rivoluzione nell' alimentazione dei Paesi ricchi per dare il via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi poveri, dove si soffre la fame. Noi siamo alle prese con il problema opposto: aumenta l' obesità fra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di più. Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza: «Food and Water for Life». Io penso che l' ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquità dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura, che ci riguarda tutti da vicino. C' è un comportamento individuale responsabile, infatti, che può contribuire a riequilibrare questi due drammatici estremi ed è la riduzione del consumo di carne. Molti uomini di scienza e pensiero hanno creduto che la scelta vegetariana fosse quella giusta per l' armonia del pianeta. Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert Einstein, il più grande scienziato del ' 900, che presagiva che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra, quanto l' evoluzione verso una dieta vegetariana. Anch' io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre motivi. Il primo è di ordine ecologico/sociale. I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi, e soprattutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre miliardi di animali da allevamento. Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini, polli e ovini, con una perdita di oltre l' 80% di potenzialità nutritiva; in pratica il 50% dei cereali e il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali d' allevamento. L' America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni anno una parte della foresta amazzonica grande come l' Austria. Trentasei dei quaranta Paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per nutrire animali destinati al macello. Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all' acqua pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono più di trentamila litri di acqua. Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti potrebbe evitare un minor consumo di carne. Veniamo così indirettamente alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute. Non ci sono dubbi che un' alimentazione povera di carne e ricca di vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma. Gli alimenti di origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l' azione dei radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un' alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e possa vivere più a lungo. C' è poi un secondo fattore. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti, che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne, ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall' atmosfera queste sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull' erba che, mangiata dal bestiame, (o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne. L' accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie cosiddette "del benessere" (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla quantità di carne che consumiamo. Le sostanze tossiche si accumulano più facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici. Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre: queste, agevolando il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni presenti negli alimenti. I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno degli altri alimenti, sono scrigni di preziose sostanze come vitamine, antiossidanti e inibitori della cancerogenesi (come i flavonoidi e gli isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. La terza motivazione, ma non ultima, è di ordine etico-filosofico ed è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la vita stessa ad altri esseri.
(Umberto Veronesi)

domenica, giugno 15, 2008

Buy or Die!!! Gli inviti all'ascolto di Gianni



Le luci della centrale elettrica: Canzoni da spiaggia deturpata
(La Tempesta 2008)
Voto: 10



Quando ci si sgrana i timpani con un lavoro del genere, si ha subito una certezza ed una consapevolezza. La certezza che a volte nel sottobosco indie italiano possano violentemente sbocciare dei rari fiori del male, e la consapevolezza che si stanno ricevendo dieci pugnalate nel cuore. Sotto le luci della centrale elettrica si nascondono gli artefici di questo lancinante poema da gioventù post atomica: Vasco Brondi, un “vecchio” ventiquattrenne di Ferrara, e la sua migliore amica a sei corde comprata a rate. Potrei anche dare in parte ragione a chi pensa che la proposta cantautoriale che Vasco vuole diffondere sia figlia illegittima della tradizione degli urlatori italiani e della folle genialità di Giovanni Lindo Ferretti, ma vi assicuro che questo disco ha molto di personale e tantissimo di originale. Già. Personale e originale. Primo: la puntigliosa produzione di Giorgio Canali e l’artwork realizzato dal fumettista Gipi fanno capire che il progetto è sentito, tutt’altro che sterile e fine a sé stesso. Secondo: trovatemi nel mainstream italico un solo artista qualsiasi che abbia il coraggio di sputare in faccia il nostro disembedding generazionale, la realtà del malessere che ci circonda, e lo faccia fottendosene totalmente della struttura classica di insipide canzoni da classifica, delle melodie forzate, dei ritornelli e dei bridges anonimi prodotti in serie apposta per compiacere l’udito di un pubblico abituato all’evasione e mai alla riflessione.
Queste piccole ma profonde passeggiate su spiagge deturpate tentano di proteggerti “dai lacrimogeni e dalle canzoni inutili”, ma possono fare male proprio come le parole che non vuoi pronunciare, come certe frasi che non vuoi stare a sentire. Tutto questo diviene un fumetto a metà tra il cyberpunk e il contemporaneo accompagnato da due accordi messi in croce (in tutti i sensi), una storia dove i protagonisti sono i luoghi e le figure/vittime del terzo millennio. Non mancano madonne anoressiche che non ridono più, platani decapitati, spacciatori tunisini, paracadute con i buchi di sigaretta, stelle cianotiche, amori interinali, cassonetti in fiamme che fanno un odore strano (vi ricorda qualcosa di attuale?), la gigantesca scritta Coop che svetta sopra i nottambuli e fa rimpiangere il fatto che “i CCCP non ci sono più da un bel po’”, ponti distrutti, fumo che odora di paraffina, centrali a turbogas, ragazzi “egocentrici come i gatti scappati dai condomini” che si sconvolgono per ammazzare il tempo, che vanno a Londra “a dimagrire”, che “rifanno le tette” ai loro progetti scadenti e urlano al cielo malconcio: “Cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero?”.
Cari amici, Vasco Brondi rappresenta la concreta risposta a chi crede che “i vecchi tempi dei grandi cantautori” siano ormai andati e irrecuperabili.
La sua risposta è un disco acuto e disperato, polemico ma disincantato, poetico e dannato, che sa di smog e sigarette, che se ne sbatte delle regole ingessate del mercato discografico e gioca d’azzardo con la libertà espressiva.
In una sola parola…folgorante!
Gianni


Website: http://lelucidellacentraleelettrica.blogspot.com
Myspace: www.myspace.com/lelucidellacentraleelettrica

martedì, giugno 10, 2008

Telefono Azzurro...


Tra poco tempo si andrà in carcere ha detto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Questo aspetto ci ha spinto a pubblicare ora le intercettazioni che ci sono finite in mano per caso, come ripetono d'altronde da anni i direttori dei maggiori quotidiani nazionali.
Riportiamo la trascrizione di alcune telefonate avvenute ieri sera dopo la partita Italia-Olanda.

Lippi, ex allenatore dell'Italia chiama Francesco Totti, giocatore che ha rinunciato alla Nazionale:

Lippi: ahahahahahahahahahahahahahahahah

Totti: ahahahahahahahahahahahahahahah

Ancora in estasi Lippi chiama anche Nesta, altro giocatore che ha rinunciato alla Nazionale:

Lippi:ahahahahahahahahahahahahahahahahah

Nesta:ihihihihihihihihihihihihihhiihihih

I due ex giocatori della nazionale poco più tardi si mandano anche un sms.
Il primo parte da Totti:

Totti: Ahò Alessà hai visto 'a parttita?

Nesta:ihihihihihihihihihihihihihihih

Totti: ahahahahahahahahahahahahah

Poche ore prima della partita si è scoperta una intercettazione a carico del Ct Donadoni.
Donadoni chiama casa di Arrigo Sacchi:

Donadoni: Buonasera sono Roberto Donadoni cercavo Arrigo Sacchi.

Voce dall'altro capo del telefono: Segnor Sacchi no casa provare più tardi.

Donadoni: chi parla?la moglie?un parente?chi?sono disperato!!Me lo cerchi ora.

Voce dall'altro capo del telefono: io filippino fare pulizie qui in casa Sacchi
segnor e segnora non in casa lei potere lasciare a me un messaggio poi io riferire.

Donadoni: Ma no a me serviva subito vabbè lei ci capisce un pò di calcio?

Voce dall'altro capo del telefono: io ogni tanto vedere qualche partita ma no capire molto. In pilipine noi giocare basket no calcio.

Donadoni: vabbè dimmi la formazione comunque, meglio qualcosina che niente.

Voce dall'altro capo del telefono: io no sapere tutti tutti i giocatori conoscere solo pochi nomi comunque se ha bisogno adesso dettare...

continua...

giovedì, maggio 29, 2008

Animali marini in cattività..per saperne di più!!

Da più di cento anni, i mammiferi marini (delfini, orche, otarie, foche etc.), vengono catturati brutalmente, strappati al loro gruppo sociale, imprigionati in anguste vasche di cemento. Sono esibiti in tutto il mondo per divertimento, per "ricerca" e più recentemente per fantomatici terapeutici contatti. Il 53% degli esemplari catturati muore in cattività entro i primi tre mesi: in libertà un tursiopi vive fino a quarant'anni e un'orca oltre gli ottanta anni.
I delfini, come gli altri cetacei, in base alla norme Cites, non potrebbero essere detenuti a scopi commerciali ed esposti in pubblico nei delfinari. E' evidente che i delfinari facciano principalmente un uso commerciale dei delfini dal momento che si paga un biglietto per assistere ad uno spettacolo in cui i tursiopi, addestrati attraverso la deprivazione alimentare, sono costretti ad eseguire correttamente gli ordini impartiti dall'addestratore. Ed è altrettanto evidente quale sia lo scopo reale di queste strutture.
Da molti anni i delfinari cercano di dimostrare di effettuare ricerche scientifiche, per altro ormai obsolete, solo per poter riuscire comunque ad aggirare la legge e ad ottenere i permessi necessari per detenere i delfini.
Queste attività fungono da paravento per un' effettivo e congruo introito ottenuto dagli spettacoli . Le ricerche prodotte ed effettivamente pubblicate sono infatti in numero assai esiguo e non si riscontra la reale necessità di effettuare tali ricerche, quando per altro queste non sono traducibili in pratiche di conservazione. Si limitano quindi ad essere sterili e compilative, senza un reale ed efficace contributo per la salvaguardia di questi meravigliosi animali.
Non si possono condurre ricerche sul comportamento degli animali in cattività, perché ovviamente i risultati sarebbero "viziati" dalla variabile dipendente della costrizione stessa di cattività.
E' necessario riconoscere i limiti della ricerca in cattività, mentre si possono invece esaminare tutti quei comportamenti che la cattività induce: i movimenti ripetitivi e stereotipati, le nevrosi, la spiccata aggressività intraspecifica, il classico galleggiamento a "tappo", il movimento del capo, l'aprire e chiudere la bocca a scatti; le variazioni nell'utilizzo del biosonar, si possono riconoscere i macroscopici cambiamenti della pinna dorsale che si ricurva palesemente.
Si può constatare che comunemente i tursiopi sono aggrediti da micosi, ulcere gastriche, esco riazioni, problemi agli occhi ecc..
I delfini sono animali con una struttura sociale complessa e questa viene completamente devastata in cattività, vengono costretti esemplari appartenenti a gruppi familiari diversi a coesistere, cosa che difficilmente si verifica in natura.

COSA SI PUO’FARE?

Prima di tutto, NON VISITARE e NON FAR VISITARE più queste prigioni legalizzate.

Se vuoi partecipare attivamente alla causa scrivi una e-mail a natiliberi@animalisti.it e chiedi informazioni su come mobilitarsi!

Fate girare queste informazioni!
I vostri Gianni & Pinotto