domenica, settembre 30, 2007

Verde speranza o ultima speranza?...Pinotto

Sfogliando il vocabolario alla voce Coerenza mi è capitato di trovare una situazione alquanto significativa. Un uomo, o un mezzo uomo a seconda del tipo di tacco attaccato alle calzature indossate quel giorno, decise di festeggiare il suo 71esimo compleanno con degli amici.
Solitamente, quando una persona compie gli anni, si augura di avere accanto a sè le persone più care, ebbene, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha fatto una scelta di questo tipo, si è recato al Parlamento padano dai "compari" della Lega.
Che poi, ci sarebbe da fare qualche considerazione a priori; perchè uno che ha fondato Forza Italia, al massimo, col nome di padano, deve visitare la sede del Grana. In un Paese civile, in seguito a una scenetta del genere, ai suoi lettori cosa potrebbe raccontare?:"oh si cambia il nome è meglio Forza le regioni che non s'è portato via Bossi?".
Vabbè, a parte queste quisquilie, vale la pena analizzare le storie di amicizie serie come quelle create dal Cavaliere con i membri del partito del Carroccio.
Va citato in primis il leader un amico fraterno, Umberto Bossi, il socio che tutti vorrebbero avere il confidente che piuttosto di parlarti alle spalle si svende all'altra coalizione e ti fa cadere il governo. Tuttavia è meglio riportare fedelmente le parole dell'amico fedele:
"Berlusconi è l'uomo della mafia. È un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra."
"La trattativa Lega-Forza Italia se l'è inventata lui, poveraccio. Il partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne."
"Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. È un Kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un Perón della mutua. È molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio."
L'amico si riconosce da come parla di te quando non ci sei, ebbene anche questa affermazione credo sia da attribuire a Umberto Bossi...o forse no?

Poi c'è un secondo caro amico che gli sorride alle spalle nella foto. E' colui che con un gesto da vero gentlemen gli regala una foto dell'amante, la Brambilla, forse la poligamia musulmana fortemente criticata a parole, nei fatti non è rinnegata con la stessa forza. Comunque l'amico Calderoli si è espresso in questo modo del "compagno di scampagnate" Berlusconi:
"Apprendiamo che Berlusconi si lamenta con Dini accusandolo di aver copiato il programma di Forza Italia del 1994. Strano, mi risultava che fosse Berlusconi ad aver copiato il programma di qualcuno. Un tale che abita in Toscana, Licio Gelli. Vien da dire: chi la fa l'aspetti."
"Forza Italia appare come il partito che in Bicamerale voleva barattare le riforme del Paese con la fedina penale di Berlusconi."

Sono convinto che tra gli amanti degli animali stia prendendo piede la convinzione che più che il cane sia il Padano il migliore amico dell'uomo!

Un ultimo irrinunciabile commento va a questa foto.
L'amico leghista credo abbia tirato l'ultima deliziosa stoccata all'amico Berlusconi, perchè quella F maiuscola in Famiglia manifesta chiaramente la differenza tra il Sènatur e il Cavaliere perchè se i collaboratori fedeli della Lega sono legati al nord-est italiano, i più stretti bracci destri del mezzouomo vengono da molto più a sud, da quell'isola che si trova appena attraversato quel bellissimo ponte fantasma...

martedì, settembre 25, 2007

Buy or Die!!! Gli inviti all'ascolto di Gianni



Motion City Soundtrack: Even If It Kills Me (Epitaph 2007)

Voto: 9


Lo sapete, su questo gruppo sono sempre stato e sarò sempre di parte. Se un giorno, per assurdo, Justin Pierre e compagni dovessero sfornare un disco penoso, mi ritrovereste comunque dalla loro parte come avvocato difensore. Ma anche questa volta, e non è un caso, il loro nuovo lavoro è ben lontano dall’essere penoso. Co-prodotto dalle operose mani di un team di tutto rispetto (tra cui Ely Janney dei Girls Against Boys e Ric Ocasek dei The Cars), “Even If It Kills Me” segna il gradito ritorno di una band che ha fatto del power pop la propria bandiera, e che sembra non volersi scostare dal genere in questione. La formula è nota e come al solito risulta vincente: ritmica orecchiabile, testi intimi e sentimentali, qualche spruzzo di emo-rock qua e là, ma soprattutto tanta tanta melodia. Si parte subito con “Fell In Love Without You” e ci si compiace a risentire le chitarre accompagnate da quei soliti sintetizzatori, così ruffiani da diventare il loro indistinguibile marchio di fabbrica. Il secondo singolo “This Is For Real” ha un ritornello azzeccatissimo e accattivante, una vera e propria dichiarazione d’amore in chiave rock. La malinconica sessione ritmica ed armonica di “Last Night” mi fa subito ricordare i rimpianti Get Up Kids nel momento in cui decisero di rendere omaggio a Robert Smith ed i suoi Cure con la cover di “Close To Me”. Tra gli highlights possiamo segnalare la ottima “Can’t Finish What You Started”, così come il primo singolo “Broken Heart”, il cui pre-download su iTunes pochi mesi prima dell’uscita del full-lenght ha riscosso un feedback più che positivo da parte degli ascoltatori. Merita inoltre menzione la ballad “The Conversation”, la title tack ed altri momenti un pò meno riusciti (ma ascoltabilissimi comunque) del disco come “Hello Helicopter” o la tiepida “Calling All Cops”. Se non vedete il 10 nel voto finale è solo perchè a questo terzo episodio targato MCS manca quel pizzico di coraggio e sfrontatezza che avrebbe portato a sperimentare nuove soluzioni, cosa che contraddistingue i dischi di ottima fattura e di gran successo. Cambiamenti a livello musicale, se ce ne sono, possono essere visti solo nell’ottica di un ulteriore “spostamento” verso sonorità più pop, scelta che a mio avviso non infastidisce per nulla. Per quanto riguarda il contributo lirico, Justin Pierre è sempre una garanzia di qualità. Le storie che racconta con la sua voce, sempre più elegante e suadente, sono storie in cui il sottoscritto (e la maggior parte dei suoi seguaci) si identifica pienamente, così nei pensieri come nelle situazioni di ogni giorno. Quasi ti sorprende come a volte la semplicità compositiva nasconda una complessità di introspezione inimmaginabile. Nelle prossime settimane e mesi, non so voi, ma io una canzone (“It Had To Be You”) ed un disco intero per dannarmi e rimpiangere i bei ricordi ce l’ho! Se volete farmi compagnia, ora sapete cosa fare.
Gianni


Website: www.motioncitysoundtrack.com

Mypsace: www.myspace.com/motioncitysoundtrack


lunedì, settembre 24, 2007

Try vegetarian


Ora qualcuno provi a dire che non ama la lattuga...

lunedì, settembre 17, 2007

Rari souvenir dal Senegal, Pinotto

Tra tutti i ricordi che potevo portare via da un posto così bello come il Senegal, ho sicuramente scelto il più raro ma anche il più stronzo.
Nella scelta tra oggetti lavorati col legno, mobili ricavati dai fili di ferro, jambè, io ho deciso di arrivare a casa con delle larvette sottopelle le quali, subaffittanti gratuitamente di buona parte di una gamba e della pancia,bene si erano acclimatate nel mio organismo.
L’impresa più ardua, ripensandoci, è stata quella di farsi credere dai medici dei vari ospedali ma, a posteriori, c’è la soddisfazione di sapere che presto, nel manuale dell’ospedale Sacco, ci sarò anche io. O meglio, ci sarà una foto di gruppo con i miei piccoli amici, una specie ancora non ben conosciuta dal personale della struttura ospedaliera.
Secondo un sondaggio fatto dal sottoscritto, questo episodio ha spinto il 95% delle persone che conosco a non considerare il Senegal come futura meta per le vacanze per i prossimi 80 anni.
Il 5% è composto dal temerario e impavido Giorgio che, nonostante tutto il racconto, è riuscito a tirarmi su il morale, facendomi dimenticare gli intrusi nel mio corpo con una frase: “ti invidio questa vacanza”.
Ebbene, alla fine di tutto, per quello che ho visto, per i momenti passati e per le persone conosciute, credo che due vermetti siano un’inezia che non rovina per nulla il ricordo. Anche perché, sono tuttora certo di correre un rischio di gran lunga maggiore prendendo tutti i giorni la 67 per tornare a casa.
Qua sotto posto qualche foto per condividere alcune parti di una vacanza davvero unica e per mostrare un posto eccezionale!!!

Un risveglio rumoroso...


Mezzi di trasporto in città...


Un taxi che a posteriori era meglio non avessimo preso...

Un tramonto.

Ministro, quanti punti mi tolgono dalla patente se porto 4 persone sul sedile davanti o una capra e due galline nel baule?


Trova l'intruso???

Un bagno molto salato...

La cena...

lunedì, settembre 03, 2007

Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)

And I look so strong, when the weight of all the world don’t take its toll…
(Bayside)

Casa amara casa. Era da tanto che non scrutavo dall’alto, con fare voyeuristico, il brulicare di esseri antropomorfi che pestano freneticamente l’asfalto tra via Ravizza e via Sanzio. Fuchi e operaie nel chiassoso viavai delle loro piccole celle. La nostalgia di casa è stata frenata da tutti quegli odori, i passi prestabiliti, tutti quegli oggetti che sono di nuovo passati tra le mie bramose mani. Ritorno e mi trovo con due bagni nuovi, ma per il resto niente è cambiato. Ho un disperato bisogno di essere coccolato, pertanto riempio il calice vuoto dell’affezione con il mio amato felino. Camilla sa sempre prendermi per il verso giusto. In questi giorni passeggio per distrarmi, come non ho fatto mai. La città del male erutta tentazioni sotto forma di inutili spese di futili rivestimenti corporei, ed io mi faccio tentare senza opporre alcun tipo di resistenza manco fossi uno strafottente Oscar Wilde. Ho una certa svogliatezza, dettata da delle vacanze che non sono state tutte fatte come si deve. Avessi staccato il cervello per una ventina di lune in più forse mi sarei goduto appieno questi attimi di festa, invece che incollarmi ad una sedia provando a fare tutto, ma senza fare (praticamente) un beneamato cazzo. Al ritorno dalla penisola iberica ho affrontato giorni vuoti come il dentro di una conchiglia, che emette un rumore di mare nostalgico e contundente. Svariate notti ho pregato affinché quel fastidioso tsunami la smettesse di infrangersi sulle mie pareti occipitali. Svariate notti ho pregato invano, svegliandomi coperto di accidia e indolenza. Svariati giorni ho provato a raccogliere idee e volontà. Ho raccolto soltanto poche rime. Ho ingabbiato nell’inchiostro pezzi di sogni che volevano scapparmi dalla testa. Li ho fermati mentre mi sgusciavano tra le dita, ma questo poco ha a che vedere con la prosa accademica e mi toccherà ricominciare tutto da capo. La forza di staccarsi da questa Gotham City dalle guglie fredde e grigie mi porterà ad uno slancio virulento di volontà e rappresentazione, o almeno ci spero. Per ora mi accontento di chiudere le porte all’estate, e lo faccio, come di consueto, aiutato dalle note calde sputate da grappoli di woofer, vibrate nell’aria di feste (quasi) democratiche. Sia il grido rabbioso di tre ministri che non sono puliti (e che suonano per non lavorare mai), siano le escursioni “mars-voltiane” di quei bravi ragazzi genovesi che con coraggio da leoni rifiutano il passato, sia il manto di seta o cartavetro, di poesia, di bacini e rock ‘n roll con cui El Tofo sapientemente sa avvolgerti; siano questi lirici postmoderni il faro guida nel mio piccolo cinema onirico. Abbiano questi suoni e queste parole il compito di farmi affogare nella fantasia. Ad occhi sbarrati, in direzione del palco. Per un pugno di ore. Perché la vita non è cattiva, è cattivissima, ma non l’abbiamo inventata noi. Chi l’ha inventata ci ha però concesso una via di fuga, seppur effimera e inconsistente come il fumo di una sigaretta. Ci ha permesso di staccarci da terra con l’apparato cerebrale, ma anche di aggrapparci ben stretti ai ricordi. Ci ha dato la capacità di gridare parole e paure al cielo d’agosto, graffiato da miriadi di comete. Possiamo ascoltare lo scirocco che soffia forte, illuminato dai raggi lunari, e che aspetta l’alba come un ubriacone aspetta l’apertura dei primi bar. Possiamo autoinfliggerci una crudele damnatio memoriae per non aver giovato delle ruvide carezze della sabbia che scorreva inesorabile, erosa perché il tempo tutto erode, tutto leviga, tutto cambia. Possiamo godere della pioggia quando tutto ritorna come prima, o quasi. Quando queste piccole goccie di rugiada ti penetrano dritto nel cuore, provocano un lancinante dolore, e non sai nemmeno il perché. Oppure lo sai, ma lo vuoi occultare, nel brusio del temporale, ma non ci riesci, e le risposte fanno ancora più male…
Gianni


Il pleut doucement sur la ville


Il pleure dans mon coeur
Comme il pleut sur la ville,
Quelle est cette langueur
Qui pénètre mon coeur?

O bruit doux de la pluie
Par terre et sur les toits!
Pour un coeur qui s'ennuie
O le chant de la pluie!

Il pleure sans raison
Dans ce coeur qui s'écoeure.
Quoi! nulle trahison?
Ce deuil est sans raison.

C'est bien la pire peine
De ne savoir pourquoi,
Sans amour et sans haine,
Mon coeur a tant de peine!
(Arthur Rimbaud)