Ho fatto fatica a dormire stanotte. Sarà perché ero da solo e preferivo riscaldare il talamo in dolce compagnia, o semplicemente sono 3 settimane che la notte mi invita al sonno ed io declino quasi sempre l’offerta (mi chiedo come faccia la gente tormentata per davvero a convivere con questo problema). Quando apro gli occhi la mia stanza è trafitta dai raggi di mattino, una confusa orgia di pulviscoli che si muove al tempo della sveglia targata Motorola. Odio questo rumore. Preferirei farmi svegliare da suoni meno indisponenti. Accendo la TV: tette-culi-tette-culi-spot-culi-reality-tette-promo-videopagotti-tette-trailers-culi-spot-tette (a questo punto è più hardcore la messa in diretta sulla RAI!). Spengo la TV. Accendo lo stereo, il mio dito cerca veloce “Paint Your Target” dei Fightstar. Che canzone magnifica, Pinotto mi ha salvato portandomi questo cd da Londra. Aspetto che finisca, non si lascia mai una song a metà. Mi tocco la barba, cazzo potrei sembrare il figlio di Gheddafi. Spengo lo stereo e decido di trascinare i miei 23 anni sotto la doccia per poi radermi di dosso la noia, quando all’improvviso vengo attratto da interferenze esterne. Il suono delle campane che si abbraccia con il cinguettio dei passerotti. Armonica delizia. Mi affaccio dal balcone e vedo una Milano sveglia ma ancora assonnata, splendida perché quasi immobile, svestita dalla sua solita frenesia. La mia via sta riacquistando il suo verde. Il sole ha letteralmente preso a calci le tenebre, che hanno sanguinato luce da tutti i pori. Le rotaie del tram non gracchiano da un po’, come se avessero smesso per rispetto di questa calma surreale. Oggi la mia città è proprio fantastica. E sono queste piccole cose che mi rendono allegro, tramutano il mio eterno broncio in sorriso, il mio inferno in paradiso.
Buongiorno Milano!
Gianni.
Còl coeùr in màn
Me sont desmentegàa de spiegà bén
quèl che l'è'l titol della mia poesia,
ma sont sicùr che avìi capì almén
che l'è ànca vòstra, mìnga sòl cà mia.
L'è tùt el nòst paès còi sò magàgn
e i sò virtùu che l'hann fàa grand e bèll,
cònt i sò vèer pianùr e i sò montagn,
che fann de divisòri e de capèll.
L'è l'ària che respiròm nùm nativ
e tùtti insèmma quèi che chi a Milàn
troeùven de podè stà e podè viv
in armonia e còl coeùr in màn.
(Vincenzo Migliavacca)
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1 commento:
Gran bel pezzo. M piace come scrivi! Ritornata poke ore fa dalla Francia...con la media d 4ore per notte,direi ke sono COTTA (e senza voce..sul blog pubblikerò foto e racconti vari!).
un besito alla genovese!
VaLe
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