domenica, marzo 18, 2007

Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)


“Misteri ha l'amore e il primo invaghimento non è certo il minore”.


(Sören Kierkegaard)


Mi sono sempre chiesto da dove possa provenire questa forte indole masochista che per tutti questi anni è stata la notevole sfumatura del mio modo di essere. Enigma della sfinge posto da sempre e mai risolto. Guardo le persone che mi hanno generato, e le trovo diametralmente opposte a me. I miei compagni di vita, alcuni tra l’altro nati sotto lo stesso segno del Cancro, non tendono a farsi così male come il sottoscritto. Non sono una donna, ma paradossalmente ho nel DNA la loro incredibile capacità di farsi problemi e complicarsi la vita con uno schiocco di dita. Questo mi succede spesso nelle banali situazioni quotidiane, nel mio iter educativo ancora in corso, ma soprattutto nelle relazioni interpersonali. Parafrasando le parole di una mia amica, soffro ancora di quella strana malattia che si potrebbe definire “sindrome da pulmino della gara di sci”. Se avete mai preso lezioni di sci nella vita, avrete sicuramente notato il classico bambino dal broncio chilometrico, con il moccio al naso e le lacrime in tasca, che si lamenta ed infine rifiuta di salire sull’autobus carico di pischellini e diretto alla famigerata “gara di fine corso”. Beh, quel bambino poteva benissimo essere l’ennesimo Nicolò. Io ero proprio quel bambino. Insicuro, dubbioso, poco incline alla competizione, di poche parole ma con mille pensieri in testa. Quello che nella foto di gruppo veniva sempre con la faccia incazzata. Quello rachitico che mangiava pochissimo. Quello che alle elementari si distaccava dal chiacchiericcio sterile delle “pause-merenda”, e preferiva ascoltarsi i Pantera o gli Iron Maiden a tutto volume, oppure si concedeva ad impossibili turbe mentali riguardanti la vita in generale. Sono passati molti anni ormai, di cose ne sono successe a palate e non posso negare che ci siano stati dei forti cambiamenti riguardo la mia ars operandi con il mondo circostante. Ho guadagnato la sicurezza necessaria per potermi defilare dalla categoria “soggetti alienati ad alto rischio di emarginazione terrestre”. Mi sono decentemente irrobustito e, nonostante sia diventato erbivoro da non molto, continuo lo stesso a mangiare come un cinghialetto sardo. Sono diventato molto meno schivo nei rapporti con le persone. Anzi, a volte mi meraviglio di quanto, aiutato anche dalla solita “alzatina di gomito”, possa diventare uno splendido esemplare di animale sociale da battaglia. A questo punto mi potreste chiedere: “Ma allora dove cazzo vuoi arrivare?”. Obiezione accolta e risposta repentina…il gentil sesso. Si, proprio così, l’ancora malsano rapporto che ostinatamente continuo ad avere con le donne. Con questo non voglio giustificare la mia sollecita propensione all’onanismo, ma neppure tirare in ballo la mia (per fortuna) discreta attività sessuale. Il problema è molto più articolato. Punto uno: ogni dannatissima volta che mi interesso di una ragazza in particolare, il cervello va in overload di inferenze anomale. La suddetta malcapitata viene posta sopra un fottuto piedistallo, e quando scopro che lei non corrisponde ai miei processi inferenziali (leggasi “pippe mentali”), viene maldestramente abbandonata e cancellata dall’elenco di possibili nuove conoscenze e/o relazioni con parvenza di stabilità (questa non può che essere la chiara spiegazione al mio randagismo sentimentale che dura da ormai più di due anni). Punto due: sono dolcemente romantico ma pericolosamente lunatico, e le fanciulle sembrano non gradire affatto questo mio secondo “adorabile” difetto. Punto tre: non so gestire i cosiddetti “infatuamenti”. Premetto che di infatuamenti improvvisi non ne ho avuti tanti, ma mi permetto di sfociare nell’attualità, dato che ne ho avuto uno recentemente. C’è una graziosa donzella in università che da un mesetto circa inciampa regolarmente nei miei sogni, soprattutto in quelli ad occhi aperti. Ogni volta che la vedo, sento lo stomaco muoversi, la saliva azzerarsi ed il cuore accelerare i battiti. E’ banale quanto volete ma, credetemi, è la pura verità, e robe così mi capitano raramente. Qualche settimana fa mi sono lanciato nella coraggiosa idea di scriverle un biglietto e lasciarlo sul suo banco: una carineria, numero di cellulare, firma e niente di più. Sarà stato da me interpretato male il messaggio di risposta (un tiepido ringraziamento, inviato da un numero che non era suo), sarà la mia mancanza di palle nel prenderla in disparte, quando lei è con i suoi amici, e di parlarle, ma sta di fatto che non sono ancora uscito allo scoperto. Forse dò troppa importanza alla legge di Gumperson (per chi non la ricordasse…” La probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità”), ma non sono nemmeno riuscito a presentarmi. Mi sento un idiota, anche perché l’unico momento in cui potevo giocarmela con facilità (ovvero io, il mio migliore amico e lei SOLI in fila alle macchinette del caffè) sono rimasto in un tremendo ed imbarazzante silenzio. Mi è bastato guardare furtivo quei grandi occhi chiari, teneramente arrossati dalla ganja, per farmi ripiombare nel Nicolò di allora, tenebroso scolaretto di 10 anni innamorato della più bella della classe, che si congelava dall’emozione quando doveva interagire con lei (Margherita, se stai leggendo queste righe e per caso ti ricordassi di me…ti prego di farti viva!). Come alcuni di voi sanno, il gambling non mi garba e le mie carte molte volte le gioco male. Non so come andrà a finire la storia. Forse la conoscerò e finirà tutto nel “punto uno” sopraccitato, oppure lei si riconoscerà nel “punto due”, o forse non riuscirò mai a conoscerla. Tuttavia mi rassicura il fatto di non essere l’unica persona al mondo ad affrontare queste situazioni. Di non essere l’unico che lancia il sasso e poi nasconde la mano. Come qualcuno osava dire, l’incoerenza è la dignità dell’uomo. Coraggio e timidezza, verità e bugia, sono in fondo due facce della stessa medaglia, giusto?
Gianni


Ciò che ho scritto di noi


Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.
(Nazim Hikmet)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

VISITA INTERIORA TERRAE
RECTFICANDOQUE INVENIES
OCCULTUM LAPIDEM

Anonimo ha detto...

questo post è meraviglioso.

a volte mi piacerebbe che riuscissi a esprimere a voce le cose che riesci a esternare con tanta profondità e semplicità in questo spazio.
è raro avere una sensibilità simile (non direi paranoie, lo trovo limitante), sia per una donna che per un uomo, fidati.
e mi spiace tu non riesca a esprimerla appieno al di fuori di queste pagine virtuali, o almeno, sicuramente con me nn riesci, e forse non del tutto coi tuoi amici.
per quanto riguarda me lo capisco, siamo totalmente diversi, e anche se mi dispiace ormai me ne son fatta una ragione,e non per questo ti stimo di meno. ma coi tuoi amici?sicuro di essere così diretto e franco con loro?

un inchino.

Belle.

ps. ci si vede in biblio, così mi fai vedere la donna angelicata seppur strafatta di ganja.
connubio curioso, non trovi?
bacino piccolo :*

GianniePinotto ha detto...

Addirittura l'inchino...così mi loosinghi! Alla fine ho solo raccontato di me un pò più di quello ke fo di solito. Non ti conosco bene come conosco i miei amici più stretti, forse un giorno mi aprirò un pò anke con te ma lo farò in modo spontaneo, sena forzature. Dalle cose ke mi sono successe in questo periodo ho imparato molto. Soprattutto ho capito che sensibilità e il voler condividere il tuo intimo possono essere una grande dote, come una grande maledizione. Indi agirò di conseguenza, dando ciò ke è mio soltanto a ki se lo merita.
NikO

Anonimo ha detto...

Ciao!
beh, non ho potuto fare a meno di aggiungermi alle tue tre visite giornaliere! se convinco anche vanessa diventiamo cinque.. stai facendo progressi!!
comunque quoto la fra:
questo post è meraviglioso.

Anonimo ha detto...

Ciao Nico, sono Vanessa, l'amica di Francesca. Ci siamo conosciuti mercoledi sera al Mom, ricordi?

Non mi avevi detto di leggere Hikmet, è uno dei miei poeti preferiti, forse il preferito. Non so, Hikmet disegna delle opere d'arte quando scrive..

Bellissimo post. In una parola direi : Genuino.

Ci si vede.. Un bacio, V.

GianniePinotto ha detto...

Scusate del ritardo girlz..
Beh ke dire...grazie dell'apprezzamento!
A presto, hopefully!
Un bacio :*
NikOz