domenica, aprile 15, 2007

Potere alla Parola...In Libertà! (sempre a cura del vostro Gianni)

“You can’t always get what you want”
(Mick Jagger, Keith Richards)


Ci risiamo- un'altra volta- la- primavera- bussa- alla mia porta- il freddo siderale- non esiste più- mentre- raccolgo energie- e medicine- per non patire- i malanni delle- cose nell’aria- ma la stagione è così- take it- or leave it- frastornato- respiro- a fatica- fazzoletto in mano- cammino- e faccio- girotondi di quartieri- per dare- senso- alla- lunghezza- della sera- alla- lancetta- che corre in- slow motion- proprio- come la- mia voglia- di affrontarmi- la mia non voglia- di moderarmi- mi avvolge- nei piaceri effimeri- intrugli liquorosi- che scaldano- la gola- assieme a ghiaccio- e coca cola- il tabacco- si colora- di verde- quel verde- che fu caro- a Re Salomone- e mentre- si forma la foschia- dando- qualche boccata- la pupilla- si dilata- e si aprono- le porte- della falsa illuminazione- la distorta- percezione- rende la mente- un labirinto- ma Dedalo- sembra non aver- progettato l’uscita- costringendomi- a vagare- divagare- errare ramingo- troppo a lungo- e cercare- nel buio- una piccola fiaccola- ma- la vita è breve- soprattutto- a Milano- e ci induce- a brusche virate- nel traffico- per portar la prua- nei mille luoghi- di nightlife- per farsi trovare- sempre- in movimento- uno statico dinamismo- del momento- che mette i brividi- ci circondiamo- di persone- procacciamo relazioni- per nascondere- il fatto che- in realtà- siamo tutti- molto soli- e non ci resta altro- per- curare- questo male- che ridere- e scherzare- bere- e dimenticare- baciare- ma senza amore- perché- il male d’amore- non è- male di miele- e le ferite d’amore- si curano- con limone e sale- ci fanno- soffrire- ci fanno dannare- ne si sa abbastanza- in merito- alla questione- e quanto darei- per gestire meglio- questi giorni- passati- a maledire- la mia timidezza- a fantasticare con dolcezza- su di un nome- a tendere l’orecchio- per carpire- quelle parole- a cercare l’ebano- di quei capelli- in ogni donna- senza neppure volerlo- diventi- il mio supplizio- la mia Waterloo- senza armistizio- ormai le conosci- quelle mie- occhiate clandestine- e perdonami- se quel che faccio- è imprigionarti in poche rime- poiché non libero il mio coraggio- ti contengo- in qualche strofa- come tu- contieni me- in questa- onirica cella- e mi costringi- a viverti- in quelle mezz’ore- solo trenta minuti- e il resto- ormai- non conta più
Gianni


30 MINUTES

There are times that I should try
To roll the dice and play with fate
Pretend this guy is not bled dry
And move the pawns before’s too late

These are times I face the willow
The hidden truth beneath my screams
That twists my head around the pillow
And slips into my inner dreams

30 drinks sipped on the moon
30 cigs burnt through the noon
30 minutes left to see you
Like there’s nothing else to do

All by my side, can’t stem your tide
I’m open wide, but wanna hide
I freeze my mind, to leave me be
But I won’t find what’s wrong with me

30 tears dropped in my beer
30 bendings set to steer
30 minutes left to love you
Like there’s nothing more to do
(Nicolò Cascinu)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

la vita è breve- soprattutto- a Milano- e ci induce- a brusche virate- nel traffico- per portar la prua- nei mille luoghi- di nightlife- per farsi trovare- sempre- in movimento- uno statico dinamismo- del momento- che mette i brividi- ci circondiamo- di persone- procacciamo relazioni- per nascondere- il fatto che- in realtà- siamo tutti- molto soli-

su questo pezzo ci troviamo completamente d'accordo.
al posto dei trattini avrei messo i puntini, coooomunque bel post.
ma tanto lo sai.
muàk!
Belle

Anonimo ha detto...

ciao nico!
visto che con le parole (in libertà) ci sai fare, ti chiedo un favore..!
quando hai tempo vai nel mio blog, leggi il mio ultimo post e se ti viene in mente qualcosa aiutami ti prego! ho bisogno del finale di un monologo teatrale!
mi sa che ti ho un po' confuso, ma quando leggerai capirai :D
un bacio, a presto!
chiara