Fidel Castro in questi giorni si è ritirato dalla guida del suo Paese, Cuba.
Il leader maximo, come amava farsi chiamare, cede il timone dopo quasi 50 anni; di sicuro in questo lungo periodo non è rimasto in disparte nelle dinamiche della politica internazionale.
Castro iniziò nel 1956 la rivolta contro il governo Batista, uomo posto al potere dagli Stati Uniti. Il dato più suggestivo a riguardo è che, contro intere divisioni dell'esercito, partirono solamente in 80.
Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto "Che" Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra.
Quattro anni dopo, nel 1960, recatosi alle Nazioni Unite per tenere un discorso, decise di tenere letteralmente inchiodato il suo pubblico per 4 ore e 29 minuti, cioè quello che è ancora il discorso più lungo mai pronunciato nella sede dell'Onu.
Non sazio di record, nel 1986, al terzo congresso del partito comunista a l'Avana, non ha chiuso bocca per 7 ore e 10 minuti.
Per fortuna, al termine, si è dimenticato di interrogare i presenti e fucilare gli impreparati, altrimenti il quarto congresso del partito si sarebbe svolto comodamente nel salotto di casa sua.
Tutta questa longevità al potere dimostra che ha veramente la pellaccia dura. Non tutti lo hanno amato per 50 anni.
Fidel Castro, infatti, rivendica di essere sopravvissuto a 634 attentati, la maggior parte organizzati dalla Cia statunitense. I modi, a suo dire, sono i più svariati: dalle pillole avvelenate, ai sigari tossivi, ai molluschi con esplosivo, alla tuta da sub alterata chimicamente, alla polvere per fargli cadere la barba e indebolire così la sua popolarità.
Nonostante la Cia, l'invasione degli esuli alla Baia dei porci appoggiata dagli Usa e quattro decenni e mezzo sanzioni economiche, Fidel Castro ha visto passare alla Casa Bianca dieci presidenti degli Stati Uniti e, secondo me, si è ritirato giusto in tempo per conservarsi e campare un giorno in più dell'amata famiglia Bush.
mercoledì, febbraio 20, 2008
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