martedì, maggio 16, 2006

Febbre a 90’, calcio e vita secondo me, Pinotto.

Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothe Solle: “Come spiegherebbe ad un bambino che cosa è la felicità?” ”Non glielo spiegherei” rispose lei,”gli darei un pallone per farlo giocare”.
Questa frase, pubblicata in un libro di Edoardo Galeano di qualche anno fa, sembra non c’entrare molto con la situazione disperata in cui versa oggi il nostro mondo calcistico.
Tuttavia l’unico ancoraggio a cui serve aggrapparsi in questo momento resta appunto la felicità nel praticare e nel seguire lo sport che amiamo. Non credo che Luciano Moggi e compagnia telefonante abbiano il potere di toglierci anche quella, ciò nonostante, se ci proveranno, noi non gli risponderemo. Battute a parte credo che un ruolo in particolare esca particolarmente umiliato e svilito da questa vicenda, quello dell’arbitro. La sua figura mi ha portato a riflettere, e non poco, sui ricordi che ho di questa categoria di persone e sulla loro psicologia.
Ho passato la mia adolescenza in un paese fuori Milano dove il campo di calcio era rappresentato dal giardino di fronte al portone di casa. In tutti gli anni passati a correre e tirare il pallone su quel fazzoletto di terra non mi è mai capitato di incontrare un mio coetaneo che avesse voglia di uscire dal divertimento per porsi al di sopra delle parti e fare appunto l’arbitro. I rigori venivano assegnati quando il wrestling vicino alla porta si sostituiva al football, non c’era come logico il fuorigioco mentre calci d’angolo e rimesse dal fondo erano di piena responsabilità del portiere, il quale avendo una visuale perfetta fungeva da giudice. Le uniche eccezioni, sporadiche, erano i genitori. Alcuni padri, naturalmente, spesso più per stare con i figli che per divertimento, accettavano il ruolo. Fin qua nulla di strano si potrebbe pensare, vero? Appunto è quello che ho pensato io. Chi ha in corpo così tanto masochismo da rinunciare a segnare 10 gol in un pomeriggio d’estate con gli amici per beccarsi insulti e parolacce per tre rigori fischiati?
Quanti bambini oggi sognano di andare ai mondiali al posto di Ronaldinho o di Totti?molti!!E quanti invece vorrebbero essere nei panni di Rosetti o di Merk?Pochi credo, pochissimi!!
A mio parere il giudice della “contesa” calcistica dovrebbe ricevere quantità di denaro più cospicue di coloro che partecipano e si divertono per non cadere nelle tentazioni viste ed ascoltate in questi giorni.
Altrimenti si prospetta un sano ritorno all’infanzia, per lo meno la mia: “quando sbatti la faccia nel fango e sulla tuta ci sono i segni delle scarpe del difensore avversario, beh allora è rigore ed è talmente netto che non c’è neppure bisogno della moviola”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Al contrario tuo ho conosciuto persone che hanno intrapreso la strada dell'arbitraggio..sinceramente non mi sono mai chiesta da dove nascesse questa voglia ma forse questa strada ha i suoi lati positivi.. è senza dubbio una voglia molto forte visti gli sbattimenti che un arbitro deve sostenere,almeno all'inizio..raggiungere campi lontani in giro x la lombardia per un compenso di una quarantina di euro..insulti e grida da sopportare senza poter reagire o rispondere..ma con un vantaggio:entrare gratis allo stadio grazie alla tessera della federazione che ti viene rilasciata appena sostenuto il corso x diventare arbitro..credo che per un ragazzo, che magari studia ancora e che quindi la domenica mattina non gli costa molto alzarsi presto (potendo dormire magari il giornodopo), sia un vantaggio notevole...forse è questa la ragione che spinge a cominciare..o forse la coscenza delle proprie possibilità..ti piace il calcio ma non sei bravo?allora magari x stare lo stesso su campo di calcio passi dall'altra parte..non lo so,queste sono solo mie supposizioni..L'assurdo è che andando avanti ci si accorge sempre di più che non esiste al giorno d'oggi un lavoro o un mondo dove non sia arrivata la corruzione o il dominio dei superpotenti..e oggi abbiamo la certezza che è arrivata anche nel mondo dello sport..un mondo che dovrebbe essere basato sulle sole forze e sulle sole capacità della gente che lo pratica è invece gestito e deciso da chi ha i soldi e gli agganci giusti. Ora la domanda nasce spontanea,perchè un atleta, di qualunque sport, deve allenarsi magari 8 ore al giorno se tanto qualcuno dall'alto ha già deciso chi vincerà????

Anonimo ha detto...

leggendo quest'articolo mi è venuta in mente una puntata di striscia la notizia di qualche giorno fa..Una ragazza che lavora nella società di calcio del Benevento leggeva una lettera in cui si apprendeva che era già stato deciso quale squadra avrebbe passato il turno dei play off o di non so che cosa!in questa lettera si citavano i nomi di moggi e della gea come coloro che avrebbero deciso in anticipo sulla gara giocata chi avrebbe vinto le partite ancora da disputare..ora, per quanto io trovi assurdo e schifoso quello moggi, la gea, gli arbitri e non so chi altro hanno combinato credo sia troppo facile parlare ora che si sa già tutto!!troppa gente in giro dice "si io lo sospettavo da sempre.." o "ma x' tutto questo scalpore,io l'ho sempre saputo" o roba del genere...ora che tutto questo è venuto alla luce chissà come mai un sacco di gente già lo sapeva!!!è troppo facile così..

Anonimo ha detto...

scusate ma questo ci vuole...MORATTI SEI IL MIGLIORE!!!!!!!!altro che sfigato che perde sempre e non ha mai la squadra vincente..è uno "sfigato"(ovviamente in senso ironico!!)x'non ha mai comprato o pagato nessuno x vincere..