domenica, dicembre 31, 2006
Buon Anno Raga!!!
Auguriamo a tutti i nostri fedeli lettori un felice anno nuovo. Che questo 2007 porti a tutti voi un una ventata fresca di novità, che riempia d'amore e serenità le vostre giornate, spazzi via paranoie e tutta la falsità che ci circonda e ci tarpa le ali.
Con immenso affetto,
i vostri Gianni e Pinotto.
domenica, dicembre 24, 2006
Buon Natale
Buon Natale a tutti da Gianni e Pinotto!!!
Se volete un Natale migliore cliccate sui link qua sotto e due folletti entreranno magicamente nelle vostre case...
http://www.elfyourself.com/?userid=f59aba13db2659b5ee665c5G06122402
http://www.elfyourself.com/?userid=5733538240c867c1954cd14G06122304
Se volete un Natale migliore cliccate sui link qua sotto e due folletti entreranno magicamente nelle vostre case...
http://www.elfyourself.com/?userid=f59aba13db2659b5ee665c5G06122402
http://www.elfyourself.com/?userid=5733538240c867c1954cd14G06122304
giovedì, dicembre 21, 2006
Forse non sapevate che...
Ogni anno in Cina milioni di cani e gatti vengono uccisi per la loro pelliccia. La domanda maggiore per gli "articoli" prodotti in quel paese di merda proviene dagli Stati Uniti ma soprattutto dall'Europa. Perchè avviene questo? Semplicemente per il fatto che in Cina, oltre che un costo della manodopera irrisorio, NON ESISTE ALCUNA REGOLAMENTAZIONE riguardo i diritti degli animali (non parlo dei diritti umani sennò potrei scrivere 1000 pagine sugli orrori perpetrati dal regime di Pechino). Questo porta alla massimizzazione dell' utilità e del profitto per le grandi aziende dalle quali poi compriamo i nostri abiti, spesso ignorando da dove provengano i materiali con cui sono fatti. Trent Reznor, geniale cantante dei Nine Inch Nails nonchè attivista PETA da anni, ha prestato il nome e la faccia per rispondere a questi dubbi, mostrando e narrando il nuovo e scioccante reportage sul commercio delle pelliccie in Cina. Cliccate sul video che compare nel nostro sidebar per rinfrescarvi le idee sul tipo di "manodopera" usata per fare i nostri bei cappotti, ma soprattutto spargete il verbo in giro. Questo potrebbe già essere un piccolo passo per far riflettere le persone che vi stanno attorno sugli acquisti socialmente responsabili.
Take action and stop the massacre now!!
Gianni
Ps: sul sito www.peta.org trovrete una urgente e-mail campaign da spedire al governo cinese per impedire il massacro di altri cinquecentomila cani e gatti. Se avete cinque minuti di tempo (non fate i furbi, so che li avete!) fate sentire la vostra voce in questo modo.
Take action and stop the massacre now!!
Gianni
Ps: sul sito www.peta.org trovrete una urgente e-mail campaign da spedire al governo cinese per impedire il massacro di altri cinquecentomila cani e gatti. Se avete cinque minuti di tempo (non fate i furbi, so che li avete!) fate sentire la vostra voce in questo modo.
martedì, dicembre 19, 2006
Il Sud America da Costa a Costa!
L’isola dei famosi? Gli fa una sega…
Robinson Crusoe? Un viziato di merda…
Di chi stiamo parlando? Ma di Costa naturalmente!! Per cosa sta Costa? Beh non è difficile…
Cazzo
Ora
Sti
Tamarri peruviani m’
Ammazzano
Colui che non ha paura a surfare negli tsunami di Puerto Escondido (vedi foto sopra), che non teme rivali in quanto a sfide estreme, colui che ha dato la merda a Johnny Knoxville e Bam Margera, l’uomo che “se non è pericoloso non lo faccio”, ha deciso di abbandonarci per emulare le imprese di Ernesto Guevara (meglio conosciuto come il “Che”) quando era un giovane studente.
Il nostro Indiana Jones è partito alla conquista del Sud America e il viaggio durerà parecchio per cui ha deciso di creare un blog (con l’aiuto del suo fido Gianni) per tranquillizzare gli amici sulle sue condizioni di salute, anche perché in Brasile potrebbe voler “stravolgere” la propria esistenza e Vladimir Costura chi lo riconoscerebbe in aeroporto? Almeno con le foto che pubblicherà vedremo ogni tappa del viaggio e tutte le sue trasformazioni…
Se volete sapere tutto sul gaucho de noartri basta clikkare sul link Kosta!!
Un abbraccio e good luck a tutti i viaggiatori,
dai vostri Gianni e Pinotto.
domenica, dicembre 17, 2006
Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)
“Spesso è necessario riflettere sul perché siamo allegri; ma sappiamo sempre perché siamo tristi”
(Karl Kraus)
Il mio quasi silenzio su queste pagine forse può essere stato sintomatico, segno di molte lotte che ora sto combattendo dentro. Mi sono promesso di scrivere di me il meno possibile su questo spazio, ma ancora una volta la promessa non è stata mantenuta. Questo perché credo ci siano ancora delle flebili occasioni per tentare una inutile catarsi.
Cosa ho portato indietro al mio ritorno? Una dose di esperienza in più, molti buoni propositi di impegno e la insicura certezza di ritornare in un luogo ormai di passaggio. Cosa mi ha accolto ad un mese dal mio arrivo? Una città che non sento più mia. Un luogo che più non mi appartiene. Ogni giorno che passo qui a Milano lo sento come un giorno in più che mi è stato tolto, trascurato nei suoi lunghi minuti, perso tra i clacson e le falsità. Vivo il presente con il corpo ingabbiato in questa prigione di nebbia, ma vivo il futuro con la testa sintonizzata su altre limpide frequenze. Quasi tutte le mie alcove una volta magiche e salvifiche sono divenute non-luoghi, ambienti asettici senza più valore né calore. I non-luoghi che una volta snobbavo si sono rivelati spazi prediletti per le mie riflessioni. Il natale mi sta uccidendo. Cammino per le strade affollate e mi sento solo, borbottando come un corvo che gracchia addosso ai passanti la sua noia di vivere. Da alcune persone a me vicine ho trovato il sostegno e l’affetto di sempre, da altre ho trovato un po’ di falsità e atteggiamenti insoliti. Rinegoziare il significato di alcune relazioni è un processo che ti lacera più di una pugnalata nel cuore, ma è una cosa inevitabile per la propria sopravvivenza e prima o poi mi toccherà farlo. E’ anche doloroso trovarsi nella malsana situazione di dare la propria carne ad una persona e l’anima ad un’altra. Una cosa che non doveva succedere, perlomeno non avrebbe dovuto continuare, ma sta continuando. Leggo le tue lettere elettroniche e col naso cerco invano un sentore di te, pur sapendo che i carteggi telematici sono inodori e freddi, tanto gelidi quanto la brina che vela le auto addormentate sui marciapiedi. Guardo la tua foto, e mi accorgo che lo scintillio dei tuoi occhi è solo un fiammifero con cui mi sto lentamente dando fuoco. A volte vorrei assopirmi per poi non risvegliarmi più, vorrei l’oblio per dimenticare tutto questo. Non torturarmi con le solite note disancorate dalle casse dello stereo, le solite splendide parole che mi appannano la ragione…”because turning to you is like falling in love when you’re ten”.
Gianni
Tedio invernale
Ma ci fu dunque un giorno
Su questa terra il sole?
Ci fur rose e viole,
Luce, sorriso, ardor?
Ma ci fu dunque un giorno
La dolce giovinezza,
La gloria e la bellezza,
Fede, virtude, amor?
Ciò forse avvenne a i tempi
D'Omero e di Valmichi,
Ma quei son tempi antichi,
Il sole or non è piú.
E questa ov'io m'avvolgo
Nebbia di verno immondo
È il cenere d'un mondo
Che forse un giorno fu.
(Giosuè Carducci)
(Karl Kraus)
Il mio quasi silenzio su queste pagine forse può essere stato sintomatico, segno di molte lotte che ora sto combattendo dentro. Mi sono promesso di scrivere di me il meno possibile su questo spazio, ma ancora una volta la promessa non è stata mantenuta. Questo perché credo ci siano ancora delle flebili occasioni per tentare una inutile catarsi.
Cosa ho portato indietro al mio ritorno? Una dose di esperienza in più, molti buoni propositi di impegno e la insicura certezza di ritornare in un luogo ormai di passaggio. Cosa mi ha accolto ad un mese dal mio arrivo? Una città che non sento più mia. Un luogo che più non mi appartiene. Ogni giorno che passo qui a Milano lo sento come un giorno in più che mi è stato tolto, trascurato nei suoi lunghi minuti, perso tra i clacson e le falsità. Vivo il presente con il corpo ingabbiato in questa prigione di nebbia, ma vivo il futuro con la testa sintonizzata su altre limpide frequenze. Quasi tutte le mie alcove una volta magiche e salvifiche sono divenute non-luoghi, ambienti asettici senza più valore né calore. I non-luoghi che una volta snobbavo si sono rivelati spazi prediletti per le mie riflessioni. Il natale mi sta uccidendo. Cammino per le strade affollate e mi sento solo, borbottando come un corvo che gracchia addosso ai passanti la sua noia di vivere. Da alcune persone a me vicine ho trovato il sostegno e l’affetto di sempre, da altre ho trovato un po’ di falsità e atteggiamenti insoliti. Rinegoziare il significato di alcune relazioni è un processo che ti lacera più di una pugnalata nel cuore, ma è una cosa inevitabile per la propria sopravvivenza e prima o poi mi toccherà farlo. E’ anche doloroso trovarsi nella malsana situazione di dare la propria carne ad una persona e l’anima ad un’altra. Una cosa che non doveva succedere, perlomeno non avrebbe dovuto continuare, ma sta continuando. Leggo le tue lettere elettroniche e col naso cerco invano un sentore di te, pur sapendo che i carteggi telematici sono inodori e freddi, tanto gelidi quanto la brina che vela le auto addormentate sui marciapiedi. Guardo la tua foto, e mi accorgo che lo scintillio dei tuoi occhi è solo un fiammifero con cui mi sto lentamente dando fuoco. A volte vorrei assopirmi per poi non risvegliarmi più, vorrei l’oblio per dimenticare tutto questo. Non torturarmi con le solite note disancorate dalle casse dello stereo, le solite splendide parole che mi appannano la ragione…”because turning to you is like falling in love when you’re ten”.
Gianni
Tedio invernale
Ma ci fu dunque un giorno
Su questa terra il sole?
Ci fur rose e viole,
Luce, sorriso, ardor?
Ma ci fu dunque un giorno
La dolce giovinezza,
La gloria e la bellezza,
Fede, virtude, amor?
Ciò forse avvenne a i tempi
D'Omero e di Valmichi,
Ma quei son tempi antichi,
Il sole or non è piú.
E questa ov'io m'avvolgo
Nebbia di verno immondo
È il cenere d'un mondo
Che forse un giorno fu.
(Giosuè Carducci)
venerdì, dicembre 15, 2006
Quanto vali per Gianni e Pinotto?
Ebbene si, anche noi ci siamo fatti prendere dalla mania dei test, e ne abbiamo fatto uno apposta per voi cari pochi ma fedeli lettori.
Che dire di altro..just enjoy!
I vostri Gianni e Pinotto
Clicca qui per iniziare il test
Che dire di altro..just enjoy!
I vostri Gianni e Pinotto
Clicca qui per iniziare il test
sabato, dicembre 09, 2006
Tutta colpa nostra...Pinotto
Vi ricordate il brillante inizio di carriera politica del nostro amico Giorgio?
Ecco, tutto volato al vento. La convention, con cui voleva convincerci a votarlo, è finita male per la sua immagine di candidato.
Iniziamo dalla location: dei comunisti nel suo staff gli hanno teso un tranello e il posto non era dei più felici per un delfino di Forza Italia.
La sua faccia, visto il locale ostile, raffigurava subito la delusione:
Anche se un'idea del traditore era già insita nella sua mente:
Ci sono persone che hanno finito tutto il cibo:
Altre che non hanno capito molto del suo programma:
Ma la cosa che gli ha dato più sui nervi è che gli si sono imbucati personaggi dai gusti sessuali ambigui, cito una sua espressione della serata:"quei culattoni che usufruiranno dei Pacs":
Alla fine è bastato un bagno di birra a dicembre per farlo tornare in sè:
Non si ricorda assolutamente quali fossero i suoi piani per il futuro e noi da bravi amici glieli abbiamo taciuti fino ad una sua domanda:
"Ok ho festeggiato la laurea ma mi ricordo volevo svolgere una professione proficua e di contatto con le persone".
Al che abbiamo preso di corsa l'auto e l'abbiamo lasciato sulla statale paullese con una minigonna zebrata e un reggiseno pieno di payette, ma questa è un'altra storia...
Ecco, tutto volato al vento. La convention, con cui voleva convincerci a votarlo, è finita male per la sua immagine di candidato.
Iniziamo dalla location: dei comunisti nel suo staff gli hanno teso un tranello e il posto non era dei più felici per un delfino di Forza Italia.
La sua faccia, visto il locale ostile, raffigurava subito la delusione:
Anche se un'idea del traditore era già insita nella sua mente:
Ci sono persone che hanno finito tutto il cibo:
Altre che non hanno capito molto del suo programma:
Ma la cosa che gli ha dato più sui nervi è che gli si sono imbucati personaggi dai gusti sessuali ambigui, cito una sua espressione della serata:"quei culattoni che usufruiranno dei Pacs":
Alla fine è bastato un bagno di birra a dicembre per farlo tornare in sè:
Non si ricorda assolutamente quali fossero i suoi piani per il futuro e noi da bravi amici glieli abbiamo taciuti fino ad una sua domanda:
"Ok ho festeggiato la laurea ma mi ricordo volevo svolgere una professione proficua e di contatto con le persone".
Al che abbiamo preso di corsa l'auto e l'abbiamo lasciato sulla statale paullese con una minigonna zebrata e un reggiseno pieno di payette, ma questa è un'altra storia...
martedì, dicembre 05, 2006
Indovina Chi?
Ora vi racconterò una storia, al termine ci sarà una domanda e voi dovrete indovinare qualcosa…
Alexander Litvinenko, ex colonnello del Kgb rifugiato a Londra, è morto qualche giorno fa dopo tre settimane di agonia non solo fisica, tra accuse di avvelenamento rivolte al Cremlino e illazioni dei servizi segreti di Mosca arrivati a dire che era tutta una simulazione per danneggiare Putin
Per Mosca è stupido anche solo ipotizzare che ci sia il Cremlino dietro l'eliminazione del 43enne ex agente dell'Fsb, nemico giurato di Vladimir Putin.
L'ex spia russa aveva chiesto asilo in Gran Bretagna nel 2000 affermando di essere perseguitato in patria e aveva poi ottenuto la cittadinanza britannica. L'uomo, che stava indagando sull'assassinio della Politkovskaya, si è sentito male dopo una serie di incontri avuto il primo novembre. I medici non sono riusciti a capire la natura dell'avvelenamento.
Litvinenko era stato avvelenato mentre indagava sull'omicidio della giornalista Anna Politkovskaya.
(Le fonti delle notizie qui sopra riportate sono corriere.it e repubblica.it).
Anna Politkovskaya è stata uccisa più di un mese fa. Lei non stava indagando su nessuno tuttavia, essendo una giornalista, ha scritto un libro.
Il titolo mi sembra il modo più eloquente per spiegare in modo conciso lo scopo dello scritto: “La Russia di Putin”.
Qui sotto voglio riportare,raggruppati in vari argomenti salienti, alcuni pezzi del libro per farvi avere un’idea completa della storia e poter racimolare tutti gli indizi.
Anna Politkovskaya, La Russia di Putin:
Esercito: Un esercito dove la mano destra non sa quel che fa la sinistra, e dove per rintracciare il comandante della divisione Taman si rivolge la domanda per iscritto a genitori che abitano in capo al mondo piuttosto che telefonare poco distante, al Quartier Generale di Chankala.
In Russia l’esercito- uno dei pilastri istituzionali dello Stato- continua a essere un campo di concentramento per i giovani che finiscono dietro il suo filo spinato. Un luogo in cui il primo metodo educativo è quello di “stanarli e ammazzarli fin nel cesso”(il primo slogan che il presidente Putin ha usato per scandire la sua lotta con i nemici all’interno della Russia).
Ivanov e il ministero della Difesa: Sergej Ivanov- attuale ministro della Difesa e amico carissimo del presidente Putin sin dai tempi in cui questi lavorava per il Kgb/Fsb di Sanpietroburgo-docet. Ogni settimana Ivanov compare in televisione e trasmette i bollettini di guerra del presidente con un tono che ricorda quello di Goebbels nei cinegiornali della seconda guerra mondiale. Ivanov afferma che nessuno ci “metterà in ginocchio davanti ai terroristi” e che la guerra in Cecenia andrà avanti sino alla “vittoria finale”…
Mai una parola, però, sulle sorti di coloro- soldati e ufficiali- che garantiscono a lui e al presidente la possibilità di non “inginocchiarsi davanti ai terroristi”. La linea politica attuale è prettamente neosovietica: non uomini, ma ingranaggi costretti a realizzare incondizionatamente gli azzardi politici di chi ha preso il potere. Ingranaggi senza alcun diritto, nemmeno quello a una morte dignitosa.
Fsb(il nuovo Kgb): Che cosa succede a chi finisce nelle mani dell’FSB?Non della Ceka del ’37, quella di Solzenicyn, del Gulag e di tanti libri tremendi, ma quella attuale, foraggiata dai contribuenti?
Ultimamente in Russia se ne parla molto e i timori crescono. Nessuno ne sa niente, ma tutti la temono come un tempo. E come un tempo solo di rado qualcosa trapela.
Occidentali: Gli “occidentali”- così in Russia chiamano europei e americani- hanno una tale passione per Putin, lo amano a tal punto, da temere di pronunciarsi contro di lui.
Croce Rossa: Va detto che la Croce Rossa è spesso impossibilitata a svolgere le funzioni previste in quanto le autorità russe le hanno revocato il diritto di visita ai detenuti.
Irruzione nel teatro: Jaroslav Fadeev, ragazzino moscovita, è il primo della lista che riporta i nomi delle vittime dell’irruzione. Come è noto, la versione ufficiale dei fatti è la seguente: i quattro ostaggi morti per ferite d’arma da fuoco sono stati uccisi dai terroristi, in quanto le forze speciali dell’FSB- i colleghi di Putin- che hanno preso d’assalto il teatro non possono essersi sbagliate e non possono aver ucciso dei civili.
Ma i fatti sono fatti. Jaroslav ha una pallottola in testa però non rientra nei “quattro uccisi dai terroristi”. Jaroslav è il quinto.
Ma c’è di più. Quando Irina ha confidato le sue intuizioni, i suoi dubbi, le sue perplessità ad alcuni giornalisti, è stata subito convocata in procura. Il giudice inquirente era molto risentito:”Perché vuole sollevare un polverone?”le ha detto senza mezzi termini. “Lo sa o non lo sa che non può avercela una pallottola in corpo?”. Dopo di che ha fatto del suo meglio per spaventare la povera Irina, già prostrata di suo:”O scrive subito una dichiarazione in cui smentisce di aver detto alcunchè ai giornalisti, così che possiamo denunciarli per calunnie ai danni dei nostri reparti speciali, oppure riapriamo la tomba di suo figlio senza la sua autorizzazione e facciamo una bella perizia postuma!
Caccia al ceceno: ”Questa nuova ondata di razzismo di Stato ufficialmente noto come operazione Turbine” continua Svetlana Alekseevna “è stata varata subito dopo l’irruzione al teatro Dubrovka. E’ una caccia al ceceno. Li stanno sbattendo fuori di casa e dal lavoro, soprattutto. Si rivalgono su un’intera popolazione per i crimini di singoli individui. Il metodo più in uso è di screditarli come popolo costruendo dei casi giudiziari fasulli, rifilando loro droga o armi. Si fanno persino beffe di loro: giocano al “poliziotto buono” e lasciano scegliere il capo d’accusa alle vittime.
Val la pena ricordare una vecchia storia del secolo scorso. Iniziata più o meno allo stesso modo ma finita diversamente. Un Paese europeo viene occupato dai nazisti e agli ebrei viene ordinato di cucirsi una stella gialla affinchè possano essere identificati. Tutti quanti, allora – ebrei e non- si cuciono sulla giacca una stella gialla. Per salvare gli ebrei. E per salvare se stessi dal diventare nazisti. Lo fa persino il re. A mosca, oggi, accade l’inverso. Quando le alte sfere hanno ordinato l’attacco contro i ceceni che ci vivono accanto, non solo non ci siamo cuciti una stella gialla sulla giacca, ma abbiamo sparato dei razzi di segnalazione per farli trovare più facilmente.
Putin: Ho parlato con la gente che andava a votare e che tornava dopo aver sbrigato la procedura. Erano apatici. Del tutto indiferenti al rito della rielezioni di Putin. Vogliono che lo rieleggiamo?Amen, mi hanno detto in molti.
A renderlo possibile,però- e va detto-, non sono state solo la nostra negligenza, l’apatia e la stanchezza seguite a tante- troppe- rivoluzioni. Il processo è stato accompagnato a da un coro di osanna in Occidente. In primo luogo da Silvio Berlusconi, che di Putin si è invaghito e che è il suo paladino in Europa. Ma anche di Blair, Schoeder e Chirac, senza dimenticare Bush junior oltreoceano.
Il nostro ex KGBista non ha trovato inciampi sul suo cammino. Né in Occidente, né in un’opposizione seria all’interno del Paese. Per tutta la sua cosiddetta campagna elettorale- dal 7 dicembre del 2003 al 14 marzo 2004- Putin si è fatto beffe del suo elettorato. In primo luogo perché si è rifiutato di discutere alcunchè con chiunque. Non ha mai ritenuto opportuno fornire spiegazioni riguardo a qualsiasi punto del suo programma pe r i quattro anni precedenti. Ha mostrato disprezzo non solo per i rappresentanti dell’opposizione, ma per l’opposizione in quanto tale. Non ha fatto promesse. Non ha fatto appelli.
Perché ce l’ha con Putin: Perché ce l’ho tanto con Putin? Perché il tempo passa. Quest’estate saranno sei anni che la guerra cecena è iniziata affichè Putin potesse diventare presidente. E non se ne vede la fine. All’epoca i bimbi shahid non erano ancora nati, ma dal 1999 a oggi tutte le stragi di bambini- tra le bombe e le pulizie etniche- sono rimaste impunite: i carnefici non sono mai finiti sul banco degli imputat. Putin non l’ha mai preteso, sebbene abbia fama di “amico di tutti i bimbi”. In Cecenia i militari continuano a comptortarsi com’è stato loro permesso da che la guerra è iniziata:pensano di essere in un poligono di tiro senza nessuno intorno, bambini compresi.
Questa strage di innocenti non ha scosso il Paese. Nessuna televisone ha mostrato le immagini dei cinque piccoli ceceni uccisi. Il ministro della Difesa non si è dimesso seduta stante. Non ha lasciato il suo posto nemmeno il comandante dell’Aeronautica militare. E’ rimasto tutto com’era. Il comandante in capo non ha indirizzato una sola parola di conforto o di condoglianze a quel padre rimasto solo. Il mondo continua a ribollire attorno a noi. In Iraq sono stati ammazzati degli ostaggi. Popoli e nazioni hannoi chiesto a chi li governa e alle organizzazioni internazionali di ritirare le truppe per salvare la vita di quanti stanno facendo il loro dovere. Da noi niente. La morte di quei bambini assurti a martiri non solo non ci ha spinti a chiedere di ritirare le truppe, ma nemmeno a iniziare un dibattito su quanto sta accandendo in Cecenia con l’intento di aprire una strada al dialogo, alla pacificazione, alla smilitarizzazione e a tutto ciò che consegue alla fine di un conflitto.
Perché ce l’ho tanto con Putin? Per tutto questo.
Qua finiscono i dati e le testimonianze della giornalista, ora:
Indovina Chi li ha uccisi?
Alexander Litvinenko, ex colonnello del Kgb rifugiato a Londra, è morto qualche giorno fa dopo tre settimane di agonia non solo fisica, tra accuse di avvelenamento rivolte al Cremlino e illazioni dei servizi segreti di Mosca arrivati a dire che era tutta una simulazione per danneggiare Putin
Per Mosca è stupido anche solo ipotizzare che ci sia il Cremlino dietro l'eliminazione del 43enne ex agente dell'Fsb, nemico giurato di Vladimir Putin.
L'ex spia russa aveva chiesto asilo in Gran Bretagna nel 2000 affermando di essere perseguitato in patria e aveva poi ottenuto la cittadinanza britannica. L'uomo, che stava indagando sull'assassinio della Politkovskaya, si è sentito male dopo una serie di incontri avuto il primo novembre. I medici non sono riusciti a capire la natura dell'avvelenamento.
Litvinenko era stato avvelenato mentre indagava sull'omicidio della giornalista Anna Politkovskaya.
(Le fonti delle notizie qui sopra riportate sono corriere.it e repubblica.it).
Anna Politkovskaya è stata uccisa più di un mese fa. Lei non stava indagando su nessuno tuttavia, essendo una giornalista, ha scritto un libro.
Il titolo mi sembra il modo più eloquente per spiegare in modo conciso lo scopo dello scritto: “La Russia di Putin”.
Qui sotto voglio riportare,raggruppati in vari argomenti salienti, alcuni pezzi del libro per farvi avere un’idea completa della storia e poter racimolare tutti gli indizi.
Anna Politkovskaya, La Russia di Putin:
Esercito: Un esercito dove la mano destra non sa quel che fa la sinistra, e dove per rintracciare il comandante della divisione Taman si rivolge la domanda per iscritto a genitori che abitano in capo al mondo piuttosto che telefonare poco distante, al Quartier Generale di Chankala.
In Russia l’esercito- uno dei pilastri istituzionali dello Stato- continua a essere un campo di concentramento per i giovani che finiscono dietro il suo filo spinato. Un luogo in cui il primo metodo educativo è quello di “stanarli e ammazzarli fin nel cesso”(il primo slogan che il presidente Putin ha usato per scandire la sua lotta con i nemici all’interno della Russia).
Ivanov e il ministero della Difesa: Sergej Ivanov- attuale ministro della Difesa e amico carissimo del presidente Putin sin dai tempi in cui questi lavorava per il Kgb/Fsb di Sanpietroburgo-docet. Ogni settimana Ivanov compare in televisione e trasmette i bollettini di guerra del presidente con un tono che ricorda quello di Goebbels nei cinegiornali della seconda guerra mondiale. Ivanov afferma che nessuno ci “metterà in ginocchio davanti ai terroristi” e che la guerra in Cecenia andrà avanti sino alla “vittoria finale”…
Mai una parola, però, sulle sorti di coloro- soldati e ufficiali- che garantiscono a lui e al presidente la possibilità di non “inginocchiarsi davanti ai terroristi”. La linea politica attuale è prettamente neosovietica: non uomini, ma ingranaggi costretti a realizzare incondizionatamente gli azzardi politici di chi ha preso il potere. Ingranaggi senza alcun diritto, nemmeno quello a una morte dignitosa.
Fsb(il nuovo Kgb): Che cosa succede a chi finisce nelle mani dell’FSB?Non della Ceka del ’37, quella di Solzenicyn, del Gulag e di tanti libri tremendi, ma quella attuale, foraggiata dai contribuenti?
Ultimamente in Russia se ne parla molto e i timori crescono. Nessuno ne sa niente, ma tutti la temono come un tempo. E come un tempo solo di rado qualcosa trapela.
Occidentali: Gli “occidentali”- così in Russia chiamano europei e americani- hanno una tale passione per Putin, lo amano a tal punto, da temere di pronunciarsi contro di lui.
Croce Rossa: Va detto che la Croce Rossa è spesso impossibilitata a svolgere le funzioni previste in quanto le autorità russe le hanno revocato il diritto di visita ai detenuti.
Irruzione nel teatro: Jaroslav Fadeev, ragazzino moscovita, è il primo della lista che riporta i nomi delle vittime dell’irruzione. Come è noto, la versione ufficiale dei fatti è la seguente: i quattro ostaggi morti per ferite d’arma da fuoco sono stati uccisi dai terroristi, in quanto le forze speciali dell’FSB- i colleghi di Putin- che hanno preso d’assalto il teatro non possono essersi sbagliate e non possono aver ucciso dei civili.
Ma i fatti sono fatti. Jaroslav ha una pallottola in testa però non rientra nei “quattro uccisi dai terroristi”. Jaroslav è il quinto.
Ma c’è di più. Quando Irina ha confidato le sue intuizioni, i suoi dubbi, le sue perplessità ad alcuni giornalisti, è stata subito convocata in procura. Il giudice inquirente era molto risentito:”Perché vuole sollevare un polverone?”le ha detto senza mezzi termini. “Lo sa o non lo sa che non può avercela una pallottola in corpo?”. Dopo di che ha fatto del suo meglio per spaventare la povera Irina, già prostrata di suo:”O scrive subito una dichiarazione in cui smentisce di aver detto alcunchè ai giornalisti, così che possiamo denunciarli per calunnie ai danni dei nostri reparti speciali, oppure riapriamo la tomba di suo figlio senza la sua autorizzazione e facciamo una bella perizia postuma!
Caccia al ceceno: ”Questa nuova ondata di razzismo di Stato ufficialmente noto come operazione Turbine” continua Svetlana Alekseevna “è stata varata subito dopo l’irruzione al teatro Dubrovka. E’ una caccia al ceceno. Li stanno sbattendo fuori di casa e dal lavoro, soprattutto. Si rivalgono su un’intera popolazione per i crimini di singoli individui. Il metodo più in uso è di screditarli come popolo costruendo dei casi giudiziari fasulli, rifilando loro droga o armi. Si fanno persino beffe di loro: giocano al “poliziotto buono” e lasciano scegliere il capo d’accusa alle vittime.
Val la pena ricordare una vecchia storia del secolo scorso. Iniziata più o meno allo stesso modo ma finita diversamente. Un Paese europeo viene occupato dai nazisti e agli ebrei viene ordinato di cucirsi una stella gialla affinchè possano essere identificati. Tutti quanti, allora – ebrei e non- si cuciono sulla giacca una stella gialla. Per salvare gli ebrei. E per salvare se stessi dal diventare nazisti. Lo fa persino il re. A mosca, oggi, accade l’inverso. Quando le alte sfere hanno ordinato l’attacco contro i ceceni che ci vivono accanto, non solo non ci siamo cuciti una stella gialla sulla giacca, ma abbiamo sparato dei razzi di segnalazione per farli trovare più facilmente.
Putin: Ho parlato con la gente che andava a votare e che tornava dopo aver sbrigato la procedura. Erano apatici. Del tutto indiferenti al rito della rielezioni di Putin. Vogliono che lo rieleggiamo?Amen, mi hanno detto in molti.
A renderlo possibile,però- e va detto-, non sono state solo la nostra negligenza, l’apatia e la stanchezza seguite a tante- troppe- rivoluzioni. Il processo è stato accompagnato a da un coro di osanna in Occidente. In primo luogo da Silvio Berlusconi, che di Putin si è invaghito e che è il suo paladino in Europa. Ma anche di Blair, Schoeder e Chirac, senza dimenticare Bush junior oltreoceano.
Il nostro ex KGBista non ha trovato inciampi sul suo cammino. Né in Occidente, né in un’opposizione seria all’interno del Paese. Per tutta la sua cosiddetta campagna elettorale- dal 7 dicembre del 2003 al 14 marzo 2004- Putin si è fatto beffe del suo elettorato. In primo luogo perché si è rifiutato di discutere alcunchè con chiunque. Non ha mai ritenuto opportuno fornire spiegazioni riguardo a qualsiasi punto del suo programma pe r i quattro anni precedenti. Ha mostrato disprezzo non solo per i rappresentanti dell’opposizione, ma per l’opposizione in quanto tale. Non ha fatto promesse. Non ha fatto appelli.
Perché ce l’ha con Putin: Perché ce l’ho tanto con Putin? Perché il tempo passa. Quest’estate saranno sei anni che la guerra cecena è iniziata affichè Putin potesse diventare presidente. E non se ne vede la fine. All’epoca i bimbi shahid non erano ancora nati, ma dal 1999 a oggi tutte le stragi di bambini- tra le bombe e le pulizie etniche- sono rimaste impunite: i carnefici non sono mai finiti sul banco degli imputat. Putin non l’ha mai preteso, sebbene abbia fama di “amico di tutti i bimbi”. In Cecenia i militari continuano a comptortarsi com’è stato loro permesso da che la guerra è iniziata:pensano di essere in un poligono di tiro senza nessuno intorno, bambini compresi.
Questa strage di innocenti non ha scosso il Paese. Nessuna televisone ha mostrato le immagini dei cinque piccoli ceceni uccisi. Il ministro della Difesa non si è dimesso seduta stante. Non ha lasciato il suo posto nemmeno il comandante dell’Aeronautica militare. E’ rimasto tutto com’era. Il comandante in capo non ha indirizzato una sola parola di conforto o di condoglianze a quel padre rimasto solo. Il mondo continua a ribollire attorno a noi. In Iraq sono stati ammazzati degli ostaggi. Popoli e nazioni hannoi chiesto a chi li governa e alle organizzazioni internazionali di ritirare le truppe per salvare la vita di quanti stanno facendo il loro dovere. Da noi niente. La morte di quei bambini assurti a martiri non solo non ci ha spinti a chiedere di ritirare le truppe, ma nemmeno a iniziare un dibattito su quanto sta accandendo in Cecenia con l’intento di aprire una strada al dialogo, alla pacificazione, alla smilitarizzazione e a tutto ciò che consegue alla fine di un conflitto.
Perché ce l’ho tanto con Putin? Per tutto questo.
Qua finiscono i dati e le testimonianze della giornalista, ora:
Indovina Chi li ha uccisi?
venerdì, dicembre 01, 2006
Dopo la laurea...Pinotto
Ieri, come molti di voi sapranno, si è laureato Giorgio.
La notizia che sto per darvi in anteprima è ciò che Giorgio ha deciso di fare nel suo immediato futuro. Con stupore di molti(quasi tutti) il neo laureato ha deciso di scendere in campo e di candidarsi per Forza Italia come dimostra la foto allegata al post.
Con grande sofferenza, ma dovendo rispettare un'amicizia decennale, riporto dopo una sua pressante richiesta il suo programma in punti:
- Ritorno ferreo al proibizionismo con pene pesantissime per chi fosse colto in flagrante a bere alcolici( 3 anni per un Cuba Libre ma soprattutto, si legge nel volantino, 5 anni per un Long Island).
- Obbligo tassativo a praticare attività sportiva con il candidato che si presenterà lui stesso ogni mattina alle sette alla montagnetta di San Siro e procederà a ritmo sostenuto per un'ora. A tutti coloro che mancheranno per più di un giorno verrà ritirata l'automobile che verrà restituita dopo 100 giorni di presenza consecutiva.
- Rivoluzione totale dei limiti di velocità in città e sulle strade statali. In città il limite verrà portato a 30 km/h mentre sulle strade extraurbane a 80 km/h. Chi supererà le sopracitate velocità anche solo di 1 km/h perderà la patente senza poterla più riacquisire.
- Blocco totale dello scambio di turisti del nostro paese con Olanda e Belgio che il candidato definisce "un paese di cannaioli", il primo e "un paese di ubriaconi di birra" il secondo.
- Istituzione di esami per magistratura all'interno del partito in modo che le toghe rosse possano rapidamente diminuire. Il candidato avendo ricevuto la laurea proprio ieri potrà occuparsi degli esaminati per accertare il loro grado di fedeltà al partito ancor prima della preparazione.
- Chiusura di tutti i locali per il "mondo gay" che il candidato definisce "inferiori".Confisca totale dei beni per chi verrà colto in atteggiamenti affettuosi con persone dello stesso sesso.
- Abolizione delle minigonne, dei reggicalze e di tutto l'abbigliamento femminile che potrebbe indurre in tentazione.
- Blocco su alcuni generi musicali quali pop, rock, punk, metal, dance, house, techno, jazz, blues, hip hop, r'n'b, rap, classica con riscoperta della musica popolare napoletana portata a genere musicale nazionale.
- Distruzione totale di tutti i centri sociali che verranno sostituiti da grandi negozi di D&G, Armani, Versace, Prada, Louis Vuitton, Cavalli etc.
La laurea magistrale fa molto male ed è per questo che la teniamo il più possibile lontana da Noi.
P.S.:Il candidato ha già un uomo di fiducia personale a cui rivolgersi per eventuali dubbi:la foto è riportata qui sotto:
Iscriviti a:
Post (Atom)