“Spesso è necessario riflettere sul perché siamo allegri; ma sappiamo sempre perché siamo tristi”
(Karl Kraus)
Il mio quasi silenzio su queste pagine forse può essere stato sintomatico, segno di molte lotte che ora sto combattendo dentro. Mi sono promesso di scrivere di me il meno possibile su questo spazio, ma ancora una volta la promessa non è stata mantenuta. Questo perché credo ci siano ancora delle flebili occasioni per tentare una inutile catarsi.
Cosa ho portato indietro al mio ritorno? Una dose di esperienza in più, molti buoni propositi di impegno e la insicura certezza di ritornare in un luogo ormai di passaggio. Cosa mi ha accolto ad un mese dal mio arrivo? Una città che non sento più mia. Un luogo che più non mi appartiene. Ogni giorno che passo qui a Milano lo sento come un giorno in più che mi è stato tolto, trascurato nei suoi lunghi minuti, perso tra i clacson e le falsità. Vivo il presente con il corpo ingabbiato in questa prigione di nebbia, ma vivo il futuro con la testa sintonizzata su altre limpide frequenze. Quasi tutte le mie alcove una volta magiche e salvifiche sono divenute non-luoghi, ambienti asettici senza più valore né calore. I non-luoghi che una volta snobbavo si sono rivelati spazi prediletti per le mie riflessioni. Il natale mi sta uccidendo. Cammino per le strade affollate e mi sento solo, borbottando come un corvo che gracchia addosso ai passanti la sua noia di vivere. Da alcune persone a me vicine ho trovato il sostegno e l’affetto di sempre, da altre ho trovato un po’ di falsità e atteggiamenti insoliti. Rinegoziare il significato di alcune relazioni è un processo che ti lacera più di una pugnalata nel cuore, ma è una cosa inevitabile per la propria sopravvivenza e prima o poi mi toccherà farlo. E’ anche doloroso trovarsi nella malsana situazione di dare la propria carne ad una persona e l’anima ad un’altra. Una cosa che non doveva succedere, perlomeno non avrebbe dovuto continuare, ma sta continuando. Leggo le tue lettere elettroniche e col naso cerco invano un sentore di te, pur sapendo che i carteggi telematici sono inodori e freddi, tanto gelidi quanto la brina che vela le auto addormentate sui marciapiedi. Guardo la tua foto, e mi accorgo che lo scintillio dei tuoi occhi è solo un fiammifero con cui mi sto lentamente dando fuoco. A volte vorrei assopirmi per poi non risvegliarmi più, vorrei l’oblio per dimenticare tutto questo. Non torturarmi con le solite note disancorate dalle casse dello stereo, le solite splendide parole che mi appannano la ragione…”because turning to you is like falling in love when you’re ten”.
Gianni
Tedio invernale
Ma ci fu dunque un giorno
Su questa terra il sole?
Ci fur rose e viole,
Luce, sorriso, ardor?
Ma ci fu dunque un giorno
La dolce giovinezza,
La gloria e la bellezza,
Fede, virtude, amor?
Ciò forse avvenne a i tempi
D'Omero e di Valmichi,
Ma quei son tempi antichi,
Il sole or non è piú.
E questa ov'io m'avvolgo
Nebbia di verno immondo
È il cenere d'un mondo
Che forse un giorno fu.
(Giosuè Carducci)
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2 commenti:
Wei niki cos'è sta depressione?
Non so, forse sbaglio io a pensare che nn si può chiedere sempre tutto dalla vita... ma cmq ammiro chi cerca sempre di spremerla fino all'ultima goccia.
La vita va a periodi, e quando si conosce qualcosa di nuovo, tutto quello che si è abituati a conoscere, fare e frequentare diventa quasi insignificante e sembra che perda tutto il significato che un tempo aveva... ma una volta passato l'innamoramento (di cose luoghi persone) del nuovo è bello e direi anche doveroso rivedere con gli occhi di un bambino di dieci anni quella noia che ti senti addosso... e scrollarla via dando un nuovo significato alle cose che fai, senza doverle rifuggire o dimenticare.
Probabilmente ho perso il filo, da qualche parte, ma mi sembrava che centrasse in parte col tuo post...
ciao niki... meno male che c'è la miusica, cmq
cia!
:( DUE COMMENTI LASCIO IN QUESTO BLOG ED ENTRAMBI INZIANO CON UN "NON SORRISO".
NELLE TUE PAROLE RIVIVO ALCUNE SITUAZIONI VISSUTE IN PRIMA PERSONA. QUASI SICURAMENTE MI DIRAI CHE COSA ME NE FREGA? FAI BENE A FREGARTENE. MA FACCIO MIO QUESTO SPAZIO CHE MI è STATO CONCESSO. I SUBSONICA POTREBBERO SCRIVERE UNA CANZONE CON LE TUE PAROLE..IL SILENZIO INTERIORE, IL FREDDO E LA NEBBIA CHE DIVENTANO TUE NEMICHE. (O AMICHE?!) EPPURE C'è UNA DOLCEZZA IN TUTTO CIò CHE SCRIVI CHE UN PO' MI DISTRAGGO DALLA MIA DI TRISTEZZA.NONOSTANTE TUTTO, RITORNO O MENO, TUTTO QUELLO CHE VEDI COME UN DESIDERIO DI CAMBIAMENTO, O TUTTO CIò CHE PER FORZA DI COSE è CAMBIATO SAREBBERO SUCCESSO COMUNQUE. AVRESTI PERSO DELLE AMICIZIE. AVRESTI PERSO LA CARNE A CUI LA TUA FALSAMENTE SI UNISCE. AVRESTI LO STESSO CONOSCIUTO OCCHI NUOVI PROFONDI E SCINTILLANTI, UN PROFUMO CHE VOLA NELL'ARIA MA TROVI SEMPRE IRRAGGIUNGIBILE. è COSì, LA TUA VITA è CAMBIATA. LA CAUSA è LA TUA PARTENZA E IL TUO NON RITORNO DELL'ANIMA? NON SO'. IL DESTINO TI AVREBBE FATTO VIAGGIARE IN OGNI CASO VIA DA CIò CHE DI PIù CARO PENSAVI DI AVERE VICINO A TE E NELLA NON PIù TUA MILANO. PUR RIMANENDO A MILANO. è LA VITA. ELISA
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