mercoledì, ottobre 11, 2006

Chronicles from the Windy City

“Hey Nico, you’re about to see middle America!”. L’affermazione alquanto borghese del mio capo potrebbe avere un che’ di offensivo, se non fosse prontamente salvata in corner da un successivo “Which is quite good”. La festa di matrimonio di Alicia si svolge in una grande e spaziosa sala da ricevimento nei pressi di Harlem Avenue. Il luogo e’ piuttosto elegante per essere un ritrovo del suddetto “ceto medio-basso” e gli invitati hanno ampi sorrisi stampati sulle labbra, coadiuvati da fiumi di Budweiser (rigorosamente) Light. Arriviamo un po’ in ritardo, anzi un po’ troppo in ritardo, dato che le porte dell’open bar mi vengono schiantate in faccia dal barista cafone quanto un redneck sotto anfetamina. Niente Bud per ora. Mi scafuddero’ di vino a cena. E cosi’ e’. Sono all’ottavo bicchiere di Chardonnay e devo proprio dire che questa middle America mi piace. Sara’ l’eccesso di libagioni, saranno le portate ottime e deliziose, sara’ la simpatia dei convitati o la perfetta letizia degli sposi (che ballano con goffa tenerezza un lento di Frank Sinatra), ma mi sto divertendo un sacco. Punto e basta. Mi diverte pure il fatto che riesco in ogni luogo a collezionare figure di merda clamorose: questa volta faccio il marpione con una donna (a mia insaputa) sposata…con il marito di fianco!! In questi giorni ho scoperto con piacere che ci sono tante belle emozioni da vivere nel cuore di questa Chicago. Ho pure ritrovato l’ispirazione dopo un mese di silenzio e mi sono messo di nuovo a giocare con le rime. Tutte dedicate a questa magica citta’, diventata la mia dolce seconda casa.
Gianni

Arlington Confessions

Here I am again,
strolling in this windy town
where I’m facing all these steps.
And I cure this pain,
Filling in my current down
With shots of Smirnoff on warm Schweppes.

Fall Out Boy is taking over
But I’m sure I know
Chicago wasn’t so, eight years ago.
As I start feeling sober
I should take a bow
And close the curtains of my dying show.

Another night I’ll be sleeping alone
Working my fingers to the bone.
Now that I might forget all that is gone
I’m still commiserating, feeling undone.

Red and yellow to the ground,
Autumn falls on Lincoln streets
And slowly colors these long drives.
Your phone rings but there’s no sound
And I wait in these cold sheets
For a broken dream that wears blue eyes.

Another night I’ll be thinking of me,
Holding so tight on Chris Carrabba’s poetry.
Another night painting my young history,
The places to be, the faces to see,
My own misery…
(Nicolo' Cascinu)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

cacchio Niki!
ma sai che nn avevo letto questa poesia? e soprattutto nn avevo letto il nome di chi l'ha scritta! grande niki, parli davvero al cuore...
viva la depressione cronica e l'ispirazione bacchica!

GianniePinotto ha detto...

In realta' dovrebbe essere il testo della mia prossima song...ma puo' anke funzionare da poesia trankuillamente no?
Ti faro' leggere le altre mie elucubrazioni in inglese..magari un giorno ci mettiam li' con la tua chitarra e tiriam fuori il Tom Waits italiano ke e' in me...yak yak!
Niko

Anonimo ha detto...

io ci sono, tu ci sarai, manca solo la bottiglia di jack!

ciaoooooo