Minkia muto Saviano devi stare!Due soldi ti sei fatto con quel libro e quel filmetto di fantascienza e mo' a casa chiuso devi stare.
Ora parlo con chi di dovere e vedi la scorta che fine ti fa.
Che io sì che ne ho bisogno, da anni vengo inseguito dagli scagnozzi del casino di Montecarlo per i buffi lasciati, quelli sì che fanno paura mica la mafia!
Ah che bello questo paese nel quale vieni denunciato se fai satira sul Papa e ti viene consegnata la direzione di un telegiornale se urli viva la mafia!
giovedì, settembre 11, 2008
venerdì, agosto 01, 2008
Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)
“Voglio imparare a stare solo, come un animale. Guardare in faccia ogni pericolo..ma sono un uomo e non lo posso fare”
(Davide Toffolo)
Mancano poche lune ormai..e poi finalmente mi illuderò di essere altrove, proverò a stare in un posto dove niente e nessuno mi potrà raggiungere. E sarà un po’ come sognare, ma sono solo sogni stupidi, un po’ infantili, perché presumono una ricerca di affezione del proprio ego che ormai, a quest’età, è difficile riacciuffare con queste manone pelose ed insicure. Forse sono arrivato alla famosa “fase 3”, o meglio la fase: “sto diventando grande e sto andando dritto fino al mattino, ma cazzo non ho svoltato alla seconda stella a destra!”. La fase in cui ti rendi conto che, tutto d’un botto, infanzia ed adolescenza si sono sbriciolate in cielo come una supernova all’ultimo ciclo..e rimangono solo piccole tessere di un puzzle dal livello di difficoltà super very hard, ma non sai dove iniziare. L’ichspaltung è all’apice della sua intensità. Sono vittima e carnefice dei miei dubbi. Non c’è amnistia che mi salvi, ora tocca difendermi da solo, perché non c’è un solo avvocato pronto a prendersi questa pesantissima responsabilità sul groppone. Vorrei tanto essere un animale solitario, che esplora il mondo e non ha tempo di riflettere su se stesso. Che trova sulla strada i suoi fantasmi e li affronta, per necessità, per istinto, per mettere un sudato timbro ad ogni giorno che passa..dove nulla è scontato, dove nulla è fermo. Dove niente è dovuto. Un continuo divenire per beffare la noia di una gabbia, per liberarsi dalle barriere dei preconcetti. Per spezzare le catene dell’ottusa normalità. Individuare la preda dei tuoi desideri più proibiti, censurare l’inedia di volontà e, con un balzo da felino, agguantare e catturare ciò che più di tutto si vuole avere. Cancellare i rimorsi col solvente della coscienza informata. Abbattere tutti i fili spinati, scavalcare i recinti ed arrivare ad un dunque, per poi rimetterlo in discussione. Ogni arrivo, si dice, rappresenta un altro punto di partenza. Proprio per questo non ci si deve guardare indietro. Non lo si dovrebbe fare, ma ho la netta convinzione che quello che veramente volevo me lo sia lasciato alle spalle, svanito tra la polvere del mio sentiero sterrato. E a volte ritorna. Oggi ritorna. Un ricordo vivo come carne, che salta fuori tra le pagine di una rivista, tra gli html di un sito. Tra quelle tavole magnifiche, visionarie ed enigmatiche, proprio come il carattere di chi le ha create.
Certe rimembranze sono imprevedibili. La loro essenza non la riesci a contenere, è troppo libera per essere compresa. E fanno un male boia. Più di un’esplosione atomica..perché ti contagia..e le neurotossine agrodolci ti rimangono dentro, troppo a lungo.
Mea culpa, non sono così forte da riuscire a togliermele di dosso.
Posso solo viaggiare, col vento fresco che mi spettina i pensieri..per annusare altra vita, esplorare l’inesplorato, assaggiare il caso. Cercare un’effimera ed esile catarsi.
Gianni
Il Viaggio
Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita
senza mai scalfire la superficie dei luoghi
nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate.
Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare
chiunque abbia una storia da raccontare.
Camminando si apprende la vita
camminando si conoscono le cose
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina guardando una stella
ascoltando una voce
seguendo le orme di altri passi.
Cammina cercando la vita
curando le ferite lasciate dai dolori.
Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.
(Ruben Blades)
(Davide Toffolo)
Mancano poche lune ormai..e poi finalmente mi illuderò di essere altrove, proverò a stare in un posto dove niente e nessuno mi potrà raggiungere. E sarà un po’ come sognare, ma sono solo sogni stupidi, un po’ infantili, perché presumono una ricerca di affezione del proprio ego che ormai, a quest’età, è difficile riacciuffare con queste manone pelose ed insicure. Forse sono arrivato alla famosa “fase 3”, o meglio la fase: “sto diventando grande e sto andando dritto fino al mattino, ma cazzo non ho svoltato alla seconda stella a destra!”. La fase in cui ti rendi conto che, tutto d’un botto, infanzia ed adolescenza si sono sbriciolate in cielo come una supernova all’ultimo ciclo..e rimangono solo piccole tessere di un puzzle dal livello di difficoltà super very hard, ma non sai dove iniziare. L’ichspaltung è all’apice della sua intensità. Sono vittima e carnefice dei miei dubbi. Non c’è amnistia che mi salvi, ora tocca difendermi da solo, perché non c’è un solo avvocato pronto a prendersi questa pesantissima responsabilità sul groppone. Vorrei tanto essere un animale solitario, che esplora il mondo e non ha tempo di riflettere su se stesso. Che trova sulla strada i suoi fantasmi e li affronta, per necessità, per istinto, per mettere un sudato timbro ad ogni giorno che passa..dove nulla è scontato, dove nulla è fermo. Dove niente è dovuto. Un continuo divenire per beffare la noia di una gabbia, per liberarsi dalle barriere dei preconcetti. Per spezzare le catene dell’ottusa normalità. Individuare la preda dei tuoi desideri più proibiti, censurare l’inedia di volontà e, con un balzo da felino, agguantare e catturare ciò che più di tutto si vuole avere. Cancellare i rimorsi col solvente della coscienza informata. Abbattere tutti i fili spinati, scavalcare i recinti ed arrivare ad un dunque, per poi rimetterlo in discussione. Ogni arrivo, si dice, rappresenta un altro punto di partenza. Proprio per questo non ci si deve guardare indietro. Non lo si dovrebbe fare, ma ho la netta convinzione che quello che veramente volevo me lo sia lasciato alle spalle, svanito tra la polvere del mio sentiero sterrato. E a volte ritorna. Oggi ritorna. Un ricordo vivo come carne, che salta fuori tra le pagine di una rivista, tra gli html di un sito. Tra quelle tavole magnifiche, visionarie ed enigmatiche, proprio come il carattere di chi le ha create.
Certe rimembranze sono imprevedibili. La loro essenza non la riesci a contenere, è troppo libera per essere compresa. E fanno un male boia. Più di un’esplosione atomica..perché ti contagia..e le neurotossine agrodolci ti rimangono dentro, troppo a lungo.
Mea culpa, non sono così forte da riuscire a togliermele di dosso.
Posso solo viaggiare, col vento fresco che mi spettina i pensieri..per annusare altra vita, esplorare l’inesplorato, assaggiare il caso. Cercare un’effimera ed esile catarsi.
Gianni
Il Viaggio
Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita
senza mai scalfire la superficie dei luoghi
nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate.
Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare
chiunque abbia una storia da raccontare.
Camminando si apprende la vita
camminando si conoscono le cose
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina guardando una stella
ascoltando una voce
seguendo le orme di altri passi.
Cammina cercando la vita
curando le ferite lasciate dai dolori.
Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.
(Ruben Blades)
giovedì, luglio 10, 2008
Foto e futuro...
Potrei fare il pittore se non fosse che sono in grado di disegnare solo omini stilizzati.
Potrei fare il gelataio se non fossi allergico al cioccolato e non so quanti mangerebbero un cono dopo che uno ci ha appena starnutito.
Potrei fare il cacciatore ma finirei immediatamente in galera perchè più che agli animali preferirei sparare ad alcune persone.
Potrei fare il pilota di aeroplani se non fosse che soffro di vertigini affacciandomi al balcone di casa mia al secondo piano.
Potrei rapinare vecchiette se non fosse che per tutti gli acciacchi che ho verrei recuperato sicuramente nella fuga e non dalla polizia.
Potrei fare il mantenuto se qualcuno dovesse passare l'esame da avvocato.
Potrei fare un sacco di cose; l'università, non fanno altro che ripeterti, ti offre mille sbocchi.
A me per ora ne basta uno di sbocco, quello che mi viene pensando a quello che dovrò fare, ossia lavorare.
Potrei fare il gelataio se non fossi allergico al cioccolato e non so quanti mangerebbero un cono dopo che uno ci ha appena starnutito.
Potrei fare il cacciatore ma finirei immediatamente in galera perchè più che agli animali preferirei sparare ad alcune persone.
Potrei fare il pilota di aeroplani se non fosse che soffro di vertigini affacciandomi al balcone di casa mia al secondo piano.
Potrei rapinare vecchiette se non fosse che per tutti gli acciacchi che ho verrei recuperato sicuramente nella fuga e non dalla polizia.
Potrei fare il mantenuto se qualcuno dovesse passare l'esame da avvocato.
Potrei fare un sacco di cose; l'università, non fanno altro che ripeterti, ti offre mille sbocchi.
A me per ora ne basta uno di sbocco, quello che mi viene pensando a quello che dovrò fare, ossia lavorare.
giovedì, giugno 19, 2008
Quanto è importante la scelta vegetariana?
In effetti è una domanda che purtroppo ancora molta gente non si pone (o non vuole farlo). Riportiamo qui di seguito la testimonianza di Umberto Veronesi, noto oncologo nonchè convinto vegetariano da moltissimi anni, in una lettera scritta su "Repubblica.it" il 6 giugno 2008.
Con la speranza che questo documento faccia riflettere un pochino..buona lettura!!
I vostri Gianni e Pinotto
Ciò che il vertice Fao "ha dimenticato" di discutere è il cuore del problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di produzione e distribuzione dei cibi, ma soprattutto alle abitudini alimentari della popolazione del pianeta. Occorre una rivoluzione nell' alimentazione dei Paesi ricchi per dare il via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi poveri, dove si soffre la fame. Noi siamo alle prese con il problema opposto: aumenta l' obesità fra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di più. Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza: «Food and Water for Life». Io penso che l' ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquità dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura, che ci riguarda tutti da vicino. C' è un comportamento individuale responsabile, infatti, che può contribuire a riequilibrare questi due drammatici estremi ed è la riduzione del consumo di carne. Molti uomini di scienza e pensiero hanno creduto che la scelta vegetariana fosse quella giusta per l' armonia del pianeta. Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert Einstein, il più grande scienziato del ' 900, che presagiva che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra, quanto l' evoluzione verso una dieta vegetariana. Anch' io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre motivi. Il primo è di ordine ecologico/sociale. I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi, e soprattutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre miliardi di animali da allevamento. Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini, polli e ovini, con una perdita di oltre l' 80% di potenzialità nutritiva; in pratica il 50% dei cereali e il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali d' allevamento. L' America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni anno una parte della foresta amazzonica grande come l' Austria. Trentasei dei quaranta Paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per nutrire animali destinati al macello. Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all' acqua pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono più di trentamila litri di acqua. Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti potrebbe evitare un minor consumo di carne. Veniamo così indirettamente alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute. Non ci sono dubbi che un' alimentazione povera di carne e ricca di vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma. Gli alimenti di origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l' azione dei radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un' alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e possa vivere più a lungo. C' è poi un secondo fattore. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti, che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne, ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall' atmosfera queste sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull' erba che, mangiata dal bestiame, (o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne. L' accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie cosiddette "del benessere" (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla quantità di carne che consumiamo. Le sostanze tossiche si accumulano più facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici. Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre: queste, agevolando il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni presenti negli alimenti. I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno degli altri alimenti, sono scrigni di preziose sostanze come vitamine, antiossidanti e inibitori della cancerogenesi (come i flavonoidi e gli isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. La terza motivazione, ma non ultima, è di ordine etico-filosofico ed è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la vita stessa ad altri esseri.
(Umberto Veronesi)
Con la speranza che questo documento faccia riflettere un pochino..buona lettura!!
I vostri Gianni e Pinotto
Ciò che il vertice Fao "ha dimenticato" di discutere è il cuore del problema della fame nel mondo, che non è solo legato ai costi di produzione e distribuzione dei cibi, ma soprattutto alle abitudini alimentari della popolazione del pianeta. Occorre una rivoluzione nell' alimentazione dei Paesi ricchi per dare il via concretamente e subito ad una soluzione della tragedia dei Paesi poveri, dove si soffre la fame. Noi siamo alle prese con il problema opposto: aumenta l' obesità fra i nostri figli, le nostre adolescenti anoressiche usano il troppo cibo come ricatto e se ne privano fino a lasciarsi morire, la nostra dieta opulenta ci fa ammalare sempre di più. Proprio su questi temi si riuniranno a Venezia a settembre alcuni fra i maggiori esperti per la Quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza: «Food and Water for Life». Io penso che l' ingiustizia alimentare sia una delle peggiori iniquità dei nostri tempi: una questione di civiltà e di cultura, che ci riguarda tutti da vicino. C' è un comportamento individuale responsabile, infatti, che può contribuire a riequilibrare questi due drammatici estremi ed è la riduzione del consumo di carne. Molti uomini di scienza e pensiero hanno creduto che la scelta vegetariana fosse quella giusta per l' armonia del pianeta. Dal genio rinascimentale di Leonardo da Vinci, che non poteva sopportare che i nostri corpi fossero le tombe degli animali, fino ad Albert Einstein, il più grande scienziato del ' 900, che presagiva che nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra, quanto l' evoluzione verso una dieta vegetariana. Anch' io sono convinto che il vegetarianesimo sia inevitabile, per tre motivi. Il primo è di ordine ecologico/sociale. I prodotti agricoli a livello mondiale sarebbero in realtà sufficienti a sfamare i sei miliardi di abitanti, se venissero equamente divisi, e soprattutto se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare i tre miliardi di animali da allevamento. Ogni anno 150 milioni di tonnellate di cereali sono destinate a bovini, polli e ovini, con una perdita di oltre l' 80% di potenzialità nutritiva; in pratica il 50% dei cereali e il 75% della soia raccolti nel mondo servono a nutrire gli animali d' allevamento. L' America meridionale, per fare posto agli allevamenti, distrugge ogni anno una parte della foresta amazzonica grande come l' Austria. Trentasei dei quaranta Paesi più poveri del mondo esportano cereali negli Stati Uniti, dove il 90% del prodotto importato è utilizzato per nutrire animali destinati al macello. Viviamo in un mondo dove un miliardo di persone non ha accesso all' acqua pulita e per produrre un chilo di carne di manzo occorrono più di trentamila litri di acqua. Già oggi non riusciamo neppure a contare quante malattie e quante morti potrebbe evitare un minor consumo di carne. Veniamo così indirettamente alla seconda motivazione del vegetarianesimo, che è la tutela della salute. Non ci sono dubbi che un' alimentazione povera di carne e ricca di vegetali sia più adatta a mantenerci in buona forma. Gli alimenti di origine vegetale hanno una funzione protettiva contro l' azione dei radicali liberi, cioè quelle molecole che possono alterare la struttura delle cellule e dei loro geni. Si può quindi pensare che chi segue un' alimentazione ricca di alimenti vegetali è meno a rischio di ammalarsi e possa vivere più a lungo. C' è poi un secondo fattore. Noi siamo circondati da sostanze inquinanti, che possono mettere a rischio la nostra vita. Sono sostanze nocive se le respiriamo, ma lo sono molto di più se le ingeriamo. Consumando carne, ci mettiamo proprio in questa situazione, perché dall' atmosfera queste sostanze ricadono sul terreno, e quindi sull' erba che, mangiata dal bestiame, (o attraverso i mangimi) introduce le sostanze nocive nei suoi depositi adiposi, e infine nel nostro piatto quando mangiamo la carne. L' accumulo di sostanze tossiche ci predispone a molte malattie cosiddette "del benessere" (diabete non insulino-dipendente, aterosclerosi, obesità). Anche il rischio oncologico è legato alla quantità di carne che consumiamo. Le sostanze tossiche si accumulano più facilmente nel tessuto adiposo, dove rimangono per molto tempo esponendoci più a lungo ai loro effetti tossici. Frutta e verdura sono alimenti poverissimi di grassi e ricchi di fibre: queste, agevolando il transito del cibo ingerito, riducono il tempo di contatto con la parete intestinale degli eventuali agenti cancerogeni presenti negli alimenti. I vegetali poi, oltre a contaminarci molto meno degli altri alimenti, sono scrigni di preziose sostanze come vitamine, antiossidanti e inibitori della cancerogenesi (come i flavonoidi e gli isoflavoni), che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. La terza motivazione, ma non ultima, è di ordine etico-filosofico ed è quella che ha fatto di me un vegetariano convinto da sempre. Io ero un bambino di campagna, amico degli animali e oggi sono un uomo che ha il massimo rispetto per la vita in tutte le sue forme, specie quando questa non può far valere le proprie ragioni. Il cibo è per me una forma di celebrazione della vita, ma non mi piace celebrare la vita negando la vita stessa ad altri esseri.
(Umberto Veronesi)
domenica, giugno 15, 2008
Buy or Die!!! Gli inviti all'ascolto di Gianni
Le luci della centrale elettrica: Canzoni da spiaggia deturpata
(La Tempesta 2008)
Voto: 10
Quando ci si sgrana i timpani con un lavoro del genere, si ha subito una certezza ed una consapevolezza. La certezza che a volte nel sottobosco indie italiano possano violentemente sbocciare dei rari fiori del male, e la consapevolezza che si stanno ricevendo dieci pugnalate nel cuore. Sotto le luci della centrale elettrica si nascondono gli artefici di questo lancinante poema da gioventù post atomica: Vasco Brondi, un “vecchio” ventiquattrenne di Ferrara, e la sua migliore amica a sei corde comprata a rate. Potrei anche dare in parte ragione a chi pensa che la proposta cantautoriale che Vasco vuole diffondere sia figlia illegittima della tradizione degli urlatori italiani e della folle genialità di Giovanni Lindo Ferretti, ma vi assicuro che questo disco ha molto di personale e tantissimo di originale. Già. Personale e originale. Primo: la puntigliosa produzione di Giorgio Canali e l’artwork realizzato dal fumettista Gipi fanno capire che il progetto è sentito, tutt’altro che sterile e fine a sé stesso. Secondo: trovatemi nel mainstream italico un solo artista qualsiasi che abbia il coraggio di sputare in faccia il nostro disembedding generazionale, la realtà del malessere che ci circonda, e lo faccia fottendosene totalmente della struttura classica di insipide canzoni da classifica, delle melodie forzate, dei ritornelli e dei bridges anonimi prodotti in serie apposta per compiacere l’udito di un pubblico abituato all’evasione e mai alla riflessione.
Queste piccole ma profonde passeggiate su spiagge deturpate tentano di proteggerti “dai lacrimogeni e dalle canzoni inutili”, ma possono fare male proprio come le parole che non vuoi pronunciare, come certe frasi che non vuoi stare a sentire. Tutto questo diviene un fumetto a metà tra il cyberpunk e il contemporaneo accompagnato da due accordi messi in croce (in tutti i sensi), una storia dove i protagonisti sono i luoghi e le figure/vittime del terzo millennio. Non mancano madonne anoressiche che non ridono più, platani decapitati, spacciatori tunisini, paracadute con i buchi di sigaretta, stelle cianotiche, amori interinali, cassonetti in fiamme che fanno un odore strano (vi ricorda qualcosa di attuale?), la gigantesca scritta Coop che svetta sopra i nottambuli e fa rimpiangere il fatto che “i CCCP non ci sono più da un bel po’”, ponti distrutti, fumo che odora di paraffina, centrali a turbogas, ragazzi “egocentrici come i gatti scappati dai condomini” che si sconvolgono per ammazzare il tempo, che vanno a Londra “a dimagrire”, che “rifanno le tette” ai loro progetti scadenti e urlano al cielo malconcio: “Cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero?”.
Cari amici, Vasco Brondi rappresenta la concreta risposta a chi crede che “i vecchi tempi dei grandi cantautori” siano ormai andati e irrecuperabili.
La sua risposta è un disco acuto e disperato, polemico ma disincantato, poetico e dannato, che sa di smog e sigarette, che se ne sbatte delle regole ingessate del mercato discografico e gioca d’azzardo con la libertà espressiva.
In una sola parola…folgorante!
Gianni
Website: http://lelucidellacentraleelettrica.blogspot.com
Myspace: www.myspace.com/lelucidellacentraleelettrica
martedì, giugno 10, 2008
Telefono Azzurro...
Tra poco tempo si andrà in carcere ha detto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Questo aspetto ci ha spinto a pubblicare ora le intercettazioni che ci sono finite in mano per caso, come ripetono d'altronde da anni i direttori dei maggiori quotidiani nazionali.
Riportiamo la trascrizione di alcune telefonate avvenute ieri sera dopo la partita Italia-Olanda.
Lippi, ex allenatore dell'Italia chiama Francesco Totti, giocatore che ha rinunciato alla Nazionale:
Lippi: ahahahahahahahahahahahahahahahah
Totti: ahahahahahahahahahahahahahahah
Ancora in estasi Lippi chiama anche Nesta, altro giocatore che ha rinunciato alla Nazionale:
Lippi:ahahahahahahahahahahahahahahahahah
Nesta:ihihihihihihihihihihihihihhiihihih
I due ex giocatori della nazionale poco più tardi si mandano anche un sms.
Il primo parte da Totti:
Totti: Ahò Alessà hai visto 'a parttita?
Nesta:ihihihihihihihihihihihihihihih
Totti: ahahahahahahahahahahahahah
Poche ore prima della partita si è scoperta una intercettazione a carico del Ct Donadoni.
Donadoni chiama casa di Arrigo Sacchi:
Donadoni: Buonasera sono Roberto Donadoni cercavo Arrigo Sacchi.
Voce dall'altro capo del telefono: Segnor Sacchi no casa provare più tardi.
Donadoni: chi parla?la moglie?un parente?chi?sono disperato!!Me lo cerchi ora.
Voce dall'altro capo del telefono: io filippino fare pulizie qui in casa Sacchi
segnor e segnora non in casa lei potere lasciare a me un messaggio poi io riferire.
Donadoni: Ma no a me serviva subito vabbè lei ci capisce un pò di calcio?
Voce dall'altro capo del telefono: io ogni tanto vedere qualche partita ma no capire molto. In pilipine noi giocare basket no calcio.
Donadoni: vabbè dimmi la formazione comunque, meglio qualcosina che niente.
Voce dall'altro capo del telefono: io no sapere tutti tutti i giocatori conoscere solo pochi nomi comunque se ha bisogno adesso dettare...
continua...
giovedì, maggio 29, 2008
Animali marini in cattività..per saperne di più!!
Da più di cento anni, i mammiferi marini (delfini, orche, otarie, foche etc.), vengono catturati brutalmente, strappati al loro gruppo sociale, imprigionati in anguste vasche di cemento. Sono esibiti in tutto il mondo per divertimento, per "ricerca" e più recentemente per fantomatici terapeutici contatti. Il 53% degli esemplari catturati muore in cattività entro i primi tre mesi: in libertà un tursiopi vive fino a quarant'anni e un'orca oltre gli ottanta anni.
I delfini, come gli altri cetacei, in base alla norme Cites, non potrebbero essere detenuti a scopi commerciali ed esposti in pubblico nei delfinari. E' evidente che i delfinari facciano principalmente un uso commerciale dei delfini dal momento che si paga un biglietto per assistere ad uno spettacolo in cui i tursiopi, addestrati attraverso la deprivazione alimentare, sono costretti ad eseguire correttamente gli ordini impartiti dall'addestratore. Ed è altrettanto evidente quale sia lo scopo reale di queste strutture.
Da molti anni i delfinari cercano di dimostrare di effettuare ricerche scientifiche, per altro ormai obsolete, solo per poter riuscire comunque ad aggirare la legge e ad ottenere i permessi necessari per detenere i delfini.
Queste attività fungono da paravento per un' effettivo e congruo introito ottenuto dagli spettacoli . Le ricerche prodotte ed effettivamente pubblicate sono infatti in numero assai esiguo e non si riscontra la reale necessità di effettuare tali ricerche, quando per altro queste non sono traducibili in pratiche di conservazione. Si limitano quindi ad essere sterili e compilative, senza un reale ed efficace contributo per la salvaguardia di questi meravigliosi animali.
Non si possono condurre ricerche sul comportamento degli animali in cattività, perché ovviamente i risultati sarebbero "viziati" dalla variabile dipendente della costrizione stessa di cattività.
E' necessario riconoscere i limiti della ricerca in cattività, mentre si possono invece esaminare tutti quei comportamenti che la cattività induce: i movimenti ripetitivi e stereotipati, le nevrosi, la spiccata aggressività intraspecifica, il classico galleggiamento a "tappo", il movimento del capo, l'aprire e chiudere la bocca a scatti; le variazioni nell'utilizzo del biosonar, si possono riconoscere i macroscopici cambiamenti della pinna dorsale che si ricurva palesemente.
Si può constatare che comunemente i tursiopi sono aggrediti da micosi, ulcere gastriche, esco riazioni, problemi agli occhi ecc..
I delfini sono animali con una struttura sociale complessa e questa viene completamente devastata in cattività, vengono costretti esemplari appartenenti a gruppi familiari diversi a coesistere, cosa che difficilmente si verifica in natura.
COSA SI PUO’FARE?
Prima di tutto, NON VISITARE e NON FAR VISITARE più queste prigioni legalizzate.
Se vuoi partecipare attivamente alla causa scrivi una e-mail a natiliberi@animalisti.it e chiedi informazioni su come mobilitarsi!
Fate girare queste informazioni!
I vostri Gianni & Pinotto
I delfini, come gli altri cetacei, in base alla norme Cites, non potrebbero essere detenuti a scopi commerciali ed esposti in pubblico nei delfinari. E' evidente che i delfinari facciano principalmente un uso commerciale dei delfini dal momento che si paga un biglietto per assistere ad uno spettacolo in cui i tursiopi, addestrati attraverso la deprivazione alimentare, sono costretti ad eseguire correttamente gli ordini impartiti dall'addestratore. Ed è altrettanto evidente quale sia lo scopo reale di queste strutture.
Da molti anni i delfinari cercano di dimostrare di effettuare ricerche scientifiche, per altro ormai obsolete, solo per poter riuscire comunque ad aggirare la legge e ad ottenere i permessi necessari per detenere i delfini.
Queste attività fungono da paravento per un' effettivo e congruo introito ottenuto dagli spettacoli . Le ricerche prodotte ed effettivamente pubblicate sono infatti in numero assai esiguo e non si riscontra la reale necessità di effettuare tali ricerche, quando per altro queste non sono traducibili in pratiche di conservazione. Si limitano quindi ad essere sterili e compilative, senza un reale ed efficace contributo per la salvaguardia di questi meravigliosi animali.
Non si possono condurre ricerche sul comportamento degli animali in cattività, perché ovviamente i risultati sarebbero "viziati" dalla variabile dipendente della costrizione stessa di cattività.
E' necessario riconoscere i limiti della ricerca in cattività, mentre si possono invece esaminare tutti quei comportamenti che la cattività induce: i movimenti ripetitivi e stereotipati, le nevrosi, la spiccata aggressività intraspecifica, il classico galleggiamento a "tappo", il movimento del capo, l'aprire e chiudere la bocca a scatti; le variazioni nell'utilizzo del biosonar, si possono riconoscere i macroscopici cambiamenti della pinna dorsale che si ricurva palesemente.
Si può constatare che comunemente i tursiopi sono aggrediti da micosi, ulcere gastriche, esco riazioni, problemi agli occhi ecc..
I delfini sono animali con una struttura sociale complessa e questa viene completamente devastata in cattività, vengono costretti esemplari appartenenti a gruppi familiari diversi a coesistere, cosa che difficilmente si verifica in natura.
COSA SI PUO’FARE?
Prima di tutto, NON VISITARE e NON FAR VISITARE più queste prigioni legalizzate.
Se vuoi partecipare attivamente alla causa scrivi una e-mail a natiliberi@animalisti.it e chiedi informazioni su come mobilitarsi!
Fate girare queste informazioni!
I vostri Gianni & Pinotto
sabato, maggio 10, 2008
VOTATE PER QUESTA CREAZIONE!!!
Basta accedere al link e votare..ci si mette 2 secondi!!
Dai che dobbiamo vincere l'advertising contest per Armani :)
CLICCATE QUA E VOTATE!
Grazie del vostro supporto e a presto!
Gianni
Dai che dobbiamo vincere l'advertising contest per Armani :)
CLICCATE QUA E VOTATE!
Grazie del vostro supporto e a presto!
Gianni
mercoledì, maggio 07, 2008
martedì, maggio 06, 2008
Pierogi, specialità polacca
Prima di partire per la Polonia un pò di terrore da digiuno l'avevo.
C'è voluto davvero poco, però, per scacciare i pregiudizi verso un paese che offre il triplo delle possibilità per vegetariani di quanto non faccia l'Italia.
Senza addentrarmi nel confronto tra le due realtà vorrei parlare di un piatto locale che mi ha lasciato estasiato, i Pierogi.
Ne ho fatto un'incetta epica perchè raramente avevo provato qualcosa di così saporito e non eccessivamente pesante. Per capirci, anche la parmigiana di melanzane mi piace un casino ma poi Cracovia l'avrei vista nel mondo dei sogni da qualche panchina del parco.
Per condividere con tutti coloro che leggeranno questa delizia culinaria provo a cimentarmi nella spiegazione della ricetta.
Chi vuole fare la pasta in casa deve prendere:
1/2 kg farina
1 bicchiere d'acqua
1 cucchiaino di burro o margarina
1 rosso d'uovo
altrimenti si può comprare e passare direttamente al passo successivo.
In ogni caso la pasta va stesa in modo da renderla alta un paio di millimetri.
Ah c'è chi non mette il rosso d'uovo, in questo caso la pasta viene più leggera e risulta adatta anche per i vegan.
Nel secondo passaggio bisogna prendere un bicchiere tondo da tavola e fare tanti dischi di pasta.
Per il ripieno:
1/2 kilo di ricotta
2-3 patate da puré
1 cipolla
sale
pepe bianco
burro
Bisogna far bollire le patate per una trentina di minuti circa, sbucciarle, passarle con lo schiacciapatate e unirle alla ricotta.
Far soffriggere la cipolla nel burro finchè non prende colore e unirne metà all'impasto di patate e ricotta.
Ora dovete salare il tutto e peparlo con il pepe bianco che, a piatto pronto, sarà il sapore più rilevante e più caratteristico.
Con il ripieno dovete farcire i dischi di pasta, piegate il tutto a metà e ornate con dei bordini, se volete, usando pollice e indice.
Fate bollire il tutto in acqua salata e spegnete un paio di minuti dopo che sono venuti a galla.
Ora soffriggete il tutto nella metà restante di cipolla ed ecco i magnifici Pierogi Rooskie.
I ripieni possibili sono tantissimi come i menu in Polonia dimostrano, sta alla fantasia di ciascuno mettere dentro ciò che si vuole.
Lì i più gettonati sono con verdure, con formaggio tipo mozzarella e pomodori, con carne e funghi, con spinaci.
Allego una foto qui sotto presa da Wikipedia giusto come confronto per capire se la ricetta è venuta bene.
C'è voluto davvero poco, però, per scacciare i pregiudizi verso un paese che offre il triplo delle possibilità per vegetariani di quanto non faccia l'Italia.
Senza addentrarmi nel confronto tra le due realtà vorrei parlare di un piatto locale che mi ha lasciato estasiato, i Pierogi.
Ne ho fatto un'incetta epica perchè raramente avevo provato qualcosa di così saporito e non eccessivamente pesante. Per capirci, anche la parmigiana di melanzane mi piace un casino ma poi Cracovia l'avrei vista nel mondo dei sogni da qualche panchina del parco.
Per condividere con tutti coloro che leggeranno questa delizia culinaria provo a cimentarmi nella spiegazione della ricetta.
Chi vuole fare la pasta in casa deve prendere:
1/2 kg farina
1 bicchiere d'acqua
1 cucchiaino di burro o margarina
1 rosso d'uovo
altrimenti si può comprare e passare direttamente al passo successivo.
In ogni caso la pasta va stesa in modo da renderla alta un paio di millimetri.
Ah c'è chi non mette il rosso d'uovo, in questo caso la pasta viene più leggera e risulta adatta anche per i vegan.
Nel secondo passaggio bisogna prendere un bicchiere tondo da tavola e fare tanti dischi di pasta.
Per il ripieno:
1/2 kilo di ricotta
2-3 patate da puré
1 cipolla
sale
pepe bianco
burro
Bisogna far bollire le patate per una trentina di minuti circa, sbucciarle, passarle con lo schiacciapatate e unirle alla ricotta.
Far soffriggere la cipolla nel burro finchè non prende colore e unirne metà all'impasto di patate e ricotta.
Ora dovete salare il tutto e peparlo con il pepe bianco che, a piatto pronto, sarà il sapore più rilevante e più caratteristico.
Con il ripieno dovete farcire i dischi di pasta, piegate il tutto a metà e ornate con dei bordini, se volete, usando pollice e indice.
Fate bollire il tutto in acqua salata e spegnete un paio di minuti dopo che sono venuti a galla.
Ora soffriggete il tutto nella metà restante di cipolla ed ecco i magnifici Pierogi Rooskie.
I ripieni possibili sono tantissimi come i menu in Polonia dimostrano, sta alla fantasia di ciascuno mettere dentro ciò che si vuole.
Lì i più gettonati sono con verdure, con formaggio tipo mozzarella e pomodori, con carne e funghi, con spinaci.
Allego una foto qui sotto presa da Wikipedia giusto come confronto per capire se la ricetta è venuta bene.
mercoledì, aprile 23, 2008
Due grosse motivazioni...
L'allenatore?No!!!
Il pubblico?No!!
Il portiere?No!!
E' inutile che vi infuochiate giornalisti della domenica sera arrovellando i vostri cervelli già lenti e piccoli sul motivo per il quale il Parma quest'anno va verso la serie B.
Non ha nessun tipo di legame con il mondo del calcio.
La nostra coppia d'attacco Corradi-Reginaldo si è fidanzata.
Vi chiederete:"tra di loro?"
Naturalmente no, questo avrebbe giovato alla squadra e unito lo spogliatoio. Sfortunatamente per la causa calcistica della mia squadra del cuore, i due bomber si sono piazzati con due veline di cui riporto le foto qua sotto.
Passano metà partita a confrontarsi sulle posizioni provate la sera precedente con l'aggravante che i compagni di squadra con le mogli assi da stiro con faccia da cocker non gli passano nemmeno più il pallone.
L'ultima parte me la tengo per un appello disperato alle due colpevoli qui sotto.
Vi prego mancano 4 giornate fate un pò di sana astinenza così anche Papa Ratzinger è contento.
ReginaldoCorradi
Il pubblico?No!!
Il portiere?No!!
E' inutile che vi infuochiate giornalisti della domenica sera arrovellando i vostri cervelli già lenti e piccoli sul motivo per il quale il Parma quest'anno va verso la serie B.
Non ha nessun tipo di legame con il mondo del calcio.
La nostra coppia d'attacco Corradi-Reginaldo si è fidanzata.
Vi chiederete:"tra di loro?"
Naturalmente no, questo avrebbe giovato alla squadra e unito lo spogliatoio. Sfortunatamente per la causa calcistica della mia squadra del cuore, i due bomber si sono piazzati con due veline di cui riporto le foto qua sotto.
Passano metà partita a confrontarsi sulle posizioni provate la sera precedente con l'aggravante che i compagni di squadra con le mogli assi da stiro con faccia da cocker non gli passano nemmeno più il pallone.
L'ultima parte me la tengo per un appello disperato alle due colpevoli qui sotto.
Vi prego mancano 4 giornate fate un pò di sana astinenza così anche Papa Ratzinger è contento.
ReginaldoCorradi
Periodaccio!
Berlusconi ha vinto le elezioni
La Sinistra è scomparsa
Il Parma va in serie B
E anch'io oggi non mi sento molto bene.
La Sinistra è scomparsa
Il Parma va in serie B
E anch'io oggi non mi sento molto bene.
martedì, aprile 08, 2008
Vademecum elettorale...Pinotto
In questi giorni imperversa la polemica sulle schede elettorali.
Una polemica così aspra da togliermi l'appettito per giorni.
Ho deciso, per tornare a nutrirmi, di sciogiere dubbi tanto futili creati dalle menti luminari della nostra politica. Nostra perchè siamo nati in suolo italiano, come loro d'altronde, altrimenti farei fatica ad appropriarmi con l'aggettivo "nostra" di alcuni tra questi personaggi.
Tornando al punto focale della feroce polemica, le considerazioni da fare sono poche e brevi:
Il voto non si esprime con un televoto, non c'è nessuno in nomination da eliminare seppure non sarebbe male e il bauscia di Milano non si presenta.
Lo dico per le parecchie milionate di italiani che distruggono i propri neuroni davanti al Grande Fratello e che potrebbero nutrire dei dubbi a riguardo.
Se proprio la questione ha bisogno di un parallelismo con la tv, diciamo che somiglia più ad "Affari tuoi" primo perchè dopo che hai votato e chiunque vinca sono sempre cazzi tuoi come dice il titolo e secondo perchè dietro ogni simbolo c'è un gran bel pacco.
Questo lo dico per la casalinghe: il voto non è una lista della spesa, non dovete depennare tutti quelli che non volete votare, altrimenti il voto è annullato.
Per le casalinghe-Esselunga dipendenti aggiungo: non sono previsti nemmeno i punti fragola per il ferro da stiro nuovo.
Agli strabici, a cui gran parte della polemica in corso è dedicata, consiglio un post- it che possa ricordare di portare gli occhiali al seggio, in modo da non indicare il partito diametralmente opposto nella scheda, rispetto a quello pensato dopo uno studio intensissimo di migliaia di dibattiti elettorali.
Bossi ha detto in questi giorni che prenderà in mano il fucile se non dovessero ristampare le schede.
Ebbene, il fucile dovremmo prenderlo noi per spiegare al SempreVerde che i soldi della ristampa possono redistribuirli tra la popolazione perchè come si vota lo abbiamo capito benissimo.
E' il cosa si vota che ci preoccupa alquanto.
Una polemica così aspra da togliermi l'appettito per giorni.
Ho deciso, per tornare a nutrirmi, di sciogiere dubbi tanto futili creati dalle menti luminari della nostra politica. Nostra perchè siamo nati in suolo italiano, come loro d'altronde, altrimenti farei fatica ad appropriarmi con l'aggettivo "nostra" di alcuni tra questi personaggi.
Tornando al punto focale della feroce polemica, le considerazioni da fare sono poche e brevi:
Il voto non si esprime con un televoto, non c'è nessuno in nomination da eliminare seppure non sarebbe male e il bauscia di Milano non si presenta.
Lo dico per le parecchie milionate di italiani che distruggono i propri neuroni davanti al Grande Fratello e che potrebbero nutrire dei dubbi a riguardo.
Se proprio la questione ha bisogno di un parallelismo con la tv, diciamo che somiglia più ad "Affari tuoi" primo perchè dopo che hai votato e chiunque vinca sono sempre cazzi tuoi come dice il titolo e secondo perchè dietro ogni simbolo c'è un gran bel pacco.
Questo lo dico per la casalinghe: il voto non è una lista della spesa, non dovete depennare tutti quelli che non volete votare, altrimenti il voto è annullato.
Per le casalinghe-Esselunga dipendenti aggiungo: non sono previsti nemmeno i punti fragola per il ferro da stiro nuovo.
Agli strabici, a cui gran parte della polemica in corso è dedicata, consiglio un post- it che possa ricordare di portare gli occhiali al seggio, in modo da non indicare il partito diametralmente opposto nella scheda, rispetto a quello pensato dopo uno studio intensissimo di migliaia di dibattiti elettorali.
Bossi ha detto in questi giorni che prenderà in mano il fucile se non dovessero ristampare le schede.
Ebbene, il fucile dovremmo prenderlo noi per spiegare al SempreVerde che i soldi della ristampa possono redistribuirli tra la popolazione perchè come si vota lo abbiamo capito benissimo.
E' il cosa si vota che ci preoccupa alquanto.
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mercoledì, marzo 26, 2008
Casting!!!
Silvio Berlusconi, si sa, ha simpatie repubblicane. Da parecchi anni è legato da una stretta amicizia con George W.
Nonostante ciò, non si è fatto scappare questo video che supporta la campagna elettorale di Obama. E per di più, ne ha preso spunto.
Per cui, se avete dai 18 ai 30 anni e volete cantare insieme ad Apicella il nuovo inno del Partito della libertà, non dovete fare altro che candidarvi e passerete una giornata canora nella villa di Arcore.
P.S: il Cavaliere mi comunica in questo momento al telefono: "astenersi dal rispondere all'annuncio moraliste, vergini, comuniste, brutte, laureate e grasse"
Non pensate male lo scopo è quello di contrastare l'immagine fortissima ma diamentralmente opposta di Rosy Bindi del partito democratico.
mercoledì, marzo 19, 2008
DiscrimiNazione...Pinotto
Ieri sera, al cinema, ho visto Persepolis, un film d’animazione disegnato da Marjane Satrapi e di natura autobiografica.
La protagonista, nata e cresciuta in Iran, cerca di combattere, fin da bambina, per una migliore condizione femminile nel suo paese.
I regimi che detengono il potere, però, pur avvicendandosi tra loro, tengono in sempre peggior considerazione la parte femminile del proprio paese.
A tal proposito, mi stupiscono sempre quelle persone che si ergono a paladini/e di un eventuale miglioramento e prendono come modello il nostro sistema, sempre che di sistema si possa parlare.
Ad esempio, noi in Italia abbiamo tantissimo da esportare e da insegnare:
Per cominciare in politica:
Il Presidente della Repubblica è un uomo e lo è dalla fondazione, cioè da 60 anni.
Il Presidente del Consiglio è un uomo, lo sarà e per la storia vedi sopra.
Il Presidente del Senato è un uomo.
Quello della Camera è un uomo.
Volete imitare anche il nostro mitico e paritario sistema dell’informazione?
Il direttore del Tg1 come quello del Tg2,Tg3,Tg4,Tg5 e Studio Aperto sono uomini.
Il direttore del Corriere della Sera, di Repubblica, del Sole 24 ore, di Libero, del Giornale, del Messaggero sono uomini.
Chi conduce programmi di informazione ovvero Santoro, Mentana, Vespa, Lerner, Floris sono tutti uomini.
Economia:
La persona più ricca in Italia è un uomo e anche la seconda e la terza.
Il presidente della Fiat è un uomo.
Quello di Alitalia è un uomo.
E pure quelli di Enel, Eni e Telecom sono uomini.
Pensate che bello, lo erano anche quelli di Parmalat e Cirio.
Banche:
Il presidente di Banca Popolare di Milano, Unicredit, BNL, Banca Intesa provate a indovinare? Sono tutti uomini!
Nelle assicurazioni che sono più libere ci riscattiamo:
Il presidente di Allianz è uomo come d'altronde quelli di Sara assicurazioni, Generali, Toro e Genialloyd.
La religione da noi, però, è diversa.
Il Papa è un uomo.
Il suo portavoce è un uomo.
Il suo segretario è un uomo.
E, udite udite, tutti coloro che lo eleggono sono solo uomini.
E la discriminazione? È uomo? No quella anche in Italia è donna.
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venerdì, marzo 14, 2008
La tesi fa ancora più male...Pinotto
"Yes We Can" grida Veltroni per convincere al voto gli elettori prevenuti.
"Yes Weekend", ad aprile, gli risponderanno dal mare gli astenuti.
"La mia ex moglie è una vipera"
disse il Black Mamba.
Un ragazzino al prete:"Ho i calli alle mani perchè ci dò dentro tutte le sere."
"Ma padre li vedo anche a lei..."
"Figliolo, sono i segni del rosario per le troppe preghiere."
Il presidente di AN è per la castrazione chimica.
Il Fini giustifica i mezzi.
"Hei bella quanto vuoi?"
"100 la bocca, una rata del mutuo l'amooore."
Eh sì le banche sono proprio riuscite a fottere tutti, anche i più abili del settore.
A te che non te ne frega un cazzo
Di essere vegetariano
Discutine con calma con lo squalo
Lui come carne mangia l'essere umano.
"Yes Weekend", ad aprile, gli risponderanno dal mare gli astenuti.
"La mia ex moglie è una vipera"
disse il Black Mamba.
Un ragazzino al prete:"Ho i calli alle mani perchè ci dò dentro tutte le sere."
"Ma padre li vedo anche a lei..."
"Figliolo, sono i segni del rosario per le troppe preghiere."
Il presidente di AN è per la castrazione chimica.
Il Fini giustifica i mezzi.
"Hei bella quanto vuoi?"
"100 la bocca, una rata del mutuo l'amooore."
Eh sì le banche sono proprio riuscite a fottere tutti, anche i più abili del settore.
A te che non te ne frega un cazzo
Di essere vegetariano
Discutine con calma con lo squalo
Lui come carne mangia l'essere umano.
lunedì, marzo 10, 2008
La tesi fa male...Pinotto
La tesi nuoce gravemente alla salute. Non ci credete?Qua sotto riporto alcune fuoriuscite mentali nelle pause dagli articoli del codice penale, dalle leggi sulla privacy e dai codici di autoregolamentazione dei giornalisti.
"Stasera voglio strappare una risata"
disse Jack lo Squartatore
Il vicino di casa di Montecarlo di Lapo:
"Ma c'hai messo pochissimo a venire da Torino..."
"Sì ho fatto tutta una tirata"
"Ci vuole fede" gridò il Cavaliere alla piazza.
"Sempre sia lodato" rispose il direttore onorato.
Non piangere cara disse il marito
Te lo giuro vado da solo alle Antille
Ma guarda che non me frega un cazzo
Sto tagliando la cipolla imbecille
Fini al Berlusca:"Silvio se vince Obama io non ci parlo con un nero."
"Dov'è il problema?Ho fatto ministro dell'economia il mio fiscalista faccio ministro degli esteri il mio centrocampista(Seedorf)"
Ciarrapico:"Mai rinnegato il fascismo"
Fini:"Critico le sue parole revisioniste non Credo che sia il modo giusto di Obbedire al proprio partito nè la via per Combattere la sinistra."
"Stasera voglio strappare una risata"
disse Jack lo Squartatore
Il vicino di casa di Montecarlo di Lapo:
"Ma c'hai messo pochissimo a venire da Torino..."
"Sì ho fatto tutta una tirata"
"Ci vuole fede" gridò il Cavaliere alla piazza.
"Sempre sia lodato" rispose il direttore onorato.
Non piangere cara disse il marito
Te lo giuro vado da solo alle Antille
Ma guarda che non me frega un cazzo
Sto tagliando la cipolla imbecille
Fini al Berlusca:"Silvio se vince Obama io non ci parlo con un nero."
"Dov'è il problema?Ho fatto ministro dell'economia il mio fiscalista faccio ministro degli esteri il mio centrocampista(Seedorf)"
Ciarrapico:"Mai rinnegato il fascismo"
Fini:"Critico le sue parole revisioniste non Credo che sia il modo giusto di Obbedire al proprio partito nè la via per Combattere la sinistra."
giovedì, marzo 06, 2008
La confessione di Silvio Berlusconi
Tra tutte le catene di Sant’Antonio ricevute in otto anni di posta elettronica, credo che questa sia una delle più interessanti per cui piuttosto che intasare le caselle di tutti coloro che conosco ho reputato più opportuno riportarla qui sotto.
Berlusconi: 'Signor parroco, mi vorrei confessare
Parroco: 'Certo figliolo, qual'è il tuo nome?'
Berlusconi: 'Silvio Berlusconi, padre.'
Parroco: 'Ah! Ah! Il presidente del Consiglio!?'
Berlusconi: 'Si, padre.'
Parroco: 'Ascolta, figliolo, credo che il tuo caso richieda una competenza superiore. E' meglio che tu ti rechi dal Vescovo.'
Così Berlusconi si presenta dal Vescovo, chiedendogli se può confessarlo.
Vescovo: 'Certo, come ti chiami?'
Berlusconi: 'Silvio Berlusconi'
Vescovo: 'Il presidente del Consiglio? No, caro mio, non ti posso
confessare: il tuo è un caso difficile. E' meglio che tu vada in
Vaticano.'
Berlusconi va' dal Papa.
Berlusconi: 'Sua Santità, voglio confessarmi.'
Papa: 'Caro figlio mio, come ti chiami?'
Berlusconi: 'Silvio Berlusconi'
Papa: 'Ahi! Ahi! Ahi! Figliolo! Il tuo caso è molto difficile per me.
Guarda qui, sul lato del Vaticano c'è una cappella. Al suo interno
troverai una croce. Il Signore ti potrà ascoltare.'
Berlusconi, giunto nella cappella, si rivolge alla Croce:
Berlusconi: 'Signore, voglio confessarmi.'
Gesù: 'Certo, figlio mio, come ti chiami?'
Berlusconi: 'Silvio Berlusconi.'
Gesù: 'Ma chi? Il Presidente del Consiglio?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'L'ex amico di Craxi ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'L'inventore dello scudo fiscale per far rientrare dalle isole
Cayman e da Montercarlo tutti i soldi che i tuoi amici hanno sottratto al fisco?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'L'amico dei Neo-Fascisti e Neo-Nazisti, particolare che si è
dimenticato di riferire al Congresso americano ?'
Berlusconi: 'Ehm... si, Signore.'
Gesù: 'Quello che ha abbassato dell'1% le tasse dirette e costretto
comuni/province/regioni ad aumentare le tasse locali del 45% per
tenere aperti asili, trasporti, servizi sociali essenziali ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha ricandidato 13 persone già condannate con
sentenza passata in giudicato?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha modificato la legge elettorale in modo che siano le segreterie di partito a scegliere gli eletti e non più I cittadini ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha omesso qualsiasi controllo sull'entrata in
vigore dell'Euro permettendo a negozianti e professionisti di raddoppiare i prezzi in barba a pensionati e lavoratori a reddito fisso ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha abolito la tassa di successione per i patrimoni
miliardari e subito dopo ha cointestato le sue aziende ai figli?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha quadruplicato il suo patrimonio personale e
salvato le sue aziende dalla bancarotta da quando è al governo e che dice che è entrato in politica gratis per il bene degli italiani?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha epurato dalla RAI i personaggi che non gradiva?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha fatto la Ex-Cirielli, la Cirami e la salva-Previti ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha fatto una voragine nei conti dello stato e ha
cambiato 3 volte ministro del tesoro ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha dato, a spese degli italiani, il contributo per
il decoder digitale per permettere al fratello di fare soldi con una
società che li produceva ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che depenalizzato il falso in bilancio ed ha introdotto la galera per chi masterizza I DVD ?'
Berlusconi: 'Si, signore.'
Gesù: 'Quello che ha permesso alla Francia di saccheggiare la BNL e si è fatto prendere a pesci in faccia quando ENEL ha tentato di acquisire una società francese ?'
Berlusconi: 'Ehm... sono sempre io, Signore.'
Gesù: 'Figlio mio, non hai bisogno di confessare. Tu devi solamente ringraziare.'
Berlusconi: 'Ringraziare???? E chi, Signore?'
Gesù: 'Gli antichi Romani, per avermi inchiodato qui. Altrimenti sarei sceso e t'avrei fatto un CULO COSI'!!!
NOTA: TUTTI gli ITALIANI che riceveranno questa comunicazione hanno l'obbligo CIVILE e MORALE di inoltrarla a 10 AMICI: non sia mai che qualche pirla lo voti di nuovo!
Aggiungerei una cosa: nella catena hanno scritto dieci persone, se qualcuno volesse esagerare credo che ci farebbe solo un grande favore.
lunedì, marzo 03, 2008
Un ricercatore senza voce...
Qualche giorno fa ho incontrato una persona davvero interessante, Edgardo Perindani.
Egli è un filosofo della scienza; da qualche anno si occupa di calcolo proporzionale.
In che senso mi sono chiesto all’istante? Egli, leggendo la Costituzione italiana ha trovato, negli articoli 56 e 57, degli errori matematici.
Riporto qui sotto le parti degli articoli in questione:
Art. 56: “…distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.”
Art. 57: “ si effettua in proporzione alla popolazione delle regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei resti più alti.”
La tesi sostenuta da Edgardo Perindani è che, seguendo i dettami costituzionali, si “capovolge completamente il senso proporzionale, trasformandolo in sproporzione ovvero minoritario. Distribuendo così più seggi a chi matematicamente non ne ha diritto. Come avviene, in peggio, con la legge elettorale n° 270 del 2005, questo falso proporzionale, in pratica falsificando i risultati, fa perdere meno chi perde.
Egli dà anche una spiegazione più dettagliata:”i resti più alti non vanno attribuiti a sé stanti, ma tutti i resti vanno considerati nel loro insieme con i valori interi e trasformati con una equivalenza matematica in numeri interi corrispondenti al numero dei seggi da attribuire, solo così si mantiene la proporzione.”
La critica della legge elettorale attuale, a suo parere, è universale, tuttavia le proposte per cambiarla latitano. “La legge Calderoni non è proporzionale come falsamente si crede, ma è minoritaria. In pratica, con l’errore dei maggiori resti, fa assegnare una parte dei seggi a chi non ne ha diritto”
Il suo metodo o metodo Perindani è esposto in cinque punti:
1) sommare i voti delle varie liste( si ottiene il numero totale dei votanti)
2) dividere il risultato per il numero dei seggi ( si ottiene il valore di ogni seggio)
3) dividere i voti di ogni singola lista per il valore di ogni seggio( si ottengono i valori minimi proporzionati)
4) dividere i valori minimi proporzionati di ogni lista per uno stesso fattore in modo tale che la somma della parte intera dei numeri che ne derivano sia uguale al numero dei seggi (si ottengono i valori interi proporzionati)
5) la parte intera di ognuno dei valori derivati corrisponde al numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista.
La parte rilevante della storia è che nessuna istituzione, nessun parlamentare o quotidiano a cui Edgardo Perindani ha scritto ha voluto approfondire ciò che lui ha elaborato. Io spero che, prima o poi, ci sia un’anima pia che si degni di poterlo ascoltare.
Egli è un filosofo della scienza; da qualche anno si occupa di calcolo proporzionale.
In che senso mi sono chiesto all’istante? Egli, leggendo la Costituzione italiana ha trovato, negli articoli 56 e 57, degli errori matematici.
Riporto qui sotto le parti degli articoli in questione:
Art. 56: “…distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.”
Art. 57: “ si effettua in proporzione alla popolazione delle regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei resti più alti.”
La tesi sostenuta da Edgardo Perindani è che, seguendo i dettami costituzionali, si “capovolge completamente il senso proporzionale, trasformandolo in sproporzione ovvero minoritario. Distribuendo così più seggi a chi matematicamente non ne ha diritto. Come avviene, in peggio, con la legge elettorale n° 270 del 2005, questo falso proporzionale, in pratica falsificando i risultati, fa perdere meno chi perde.
Egli dà anche una spiegazione più dettagliata:”i resti più alti non vanno attribuiti a sé stanti, ma tutti i resti vanno considerati nel loro insieme con i valori interi e trasformati con una equivalenza matematica in numeri interi corrispondenti al numero dei seggi da attribuire, solo così si mantiene la proporzione.”
La critica della legge elettorale attuale, a suo parere, è universale, tuttavia le proposte per cambiarla latitano. “La legge Calderoni non è proporzionale come falsamente si crede, ma è minoritaria. In pratica, con l’errore dei maggiori resti, fa assegnare una parte dei seggi a chi non ne ha diritto”
Il suo metodo o metodo Perindani è esposto in cinque punti:
1) sommare i voti delle varie liste( si ottiene il numero totale dei votanti)
2) dividere il risultato per il numero dei seggi ( si ottiene il valore di ogni seggio)
3) dividere i voti di ogni singola lista per il valore di ogni seggio( si ottengono i valori minimi proporzionati)
4) dividere i valori minimi proporzionati di ogni lista per uno stesso fattore in modo tale che la somma della parte intera dei numeri che ne derivano sia uguale al numero dei seggi (si ottengono i valori interi proporzionati)
5) la parte intera di ognuno dei valori derivati corrisponde al numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista.
La parte rilevante della storia è che nessuna istituzione, nessun parlamentare o quotidiano a cui Edgardo Perindani ha scritto ha voluto approfondire ciò che lui ha elaborato. Io spero che, prima o poi, ci sia un’anima pia che si degni di poterlo ascoltare.
mercoledì, febbraio 27, 2008
Buy or Die!!! Gli nviti all'ascolto di Gianni
Baustelle: Amen (Warner 2007)
Voto: 10
E’ sempre difficile recensire un vero e proprio capolavoro discografico. Difficile perché si rischia sempre di precipitare nel pozzo delle proprie emotività. Difficile perché spesso a stento si riesce a raccontare una piacevole sorpresa in modo obiettivo. Proprio così, l’ultima fatica degli italianissimi Baustelle rappresenta una delle sorprese musicali più belle di questi ultimi anni. La maturità raggiunta con il precedente “La Malavita” è stata ora migliorata e surclassata da un gruppo di artisti a tuttotondo, capaci di fondere musica e poesia in maniera eccellente, con uno stile così eclettico e personale da far la pernacchia alle molte bands che compongono la rosa della loro blasonatissima e multinazionale etichetta discografica. Ma andiamo ora ad analizzare questo “Amen”. La genialità del gruppo di Montepulciano sembra schiudersi all’inizio del disco, dove sono poste ben due tracce fantasma che dovrebbero normalmente trovarsi alla fine dell’opera (le scoprirete mandando indietro il vostro lettore dal primo brano). La fusione di molti stili musicali come il pop, la New Wave, la tradizione della musica leggera e cantautoriale dei Sessanta e dei Settanta, il fertile rock dal gusto ricercato e qualche richiamo all’elettronica sono ormai diventati il loro inconfondibile marchio di fabbrica. Ciò che però più stupisce e balza all’orecchio è però la struttura lirica delle canzoni, ovvero l’estrema abilità e vis poetica di Francesco Bianconi nel raccontare con sconsolata e sarcastica ironia la decadenza del mondo occidentale in cui viviamo, la nostra vita quotidiana dominata dall’incertezza, dai pregiudizi e dal pericoloso tedio. E così “Colombo” diventa uno scorcio tristemente realistico delle vittime americane della “logica spietata del profitto”. “Charlie fa surf” è una grigia polaroid scattata nel mezzo del cammino di nostra annoiata adolescenza. “L’aeroplano”, interpretata dalla bravissima Rachele Bastreghi, è “una canzone che fa sottofondo all’Indecifrabile” e ci fa riflettere sul senso effimero ed inconsistente delle nostre vite, perché in fondo, in questo mondo, “noi voliamo invano”. “Antropophagus”, il cui titolo richiama il capolavoro cinematografico di Joe D’Amato, mette in contrasto gli immigrati clandestini della Stazione Centrale di Milano, dipinti come zombie-cannibali, ai nouveaux riches meneghini gonfi di sushi e Corso Como, lasciando però il dubbio su chi siano i veri cannibali. Si spazia dalla spersonalizzazione tipicamente contemporanea della sessualità (“Dark Room”), all’amara nausea di stampo sartriano di una giovane precaria (“Il liberismo ha i giorni contati”), per arrivare a “Baudelaire”, intelligente monito allo studio di alcuni “cattivi” maestri, scapigliati e maledetti, che hanno rivoluzionato letteratura e cinema, e si sono assunti la grande responsabilità di farlo per noi.
Questi episodi, contornati da arrangiamenti di altissimo livello e da soluzioni strumentali sempre ben riuscite, fanno di “Amen” un disco da avere a tutti i costi, anzi, DA COMPRARE, perché certi gioielli non possono essere miseramente scaricati da eMule. Un lavoro che appassiona, che invita a guardarsi dentro e attorno, che emoziona come non mai (scagli la prima pietra quel becero che non si commuove dopo aver ascoltato “Alfredo”).
Complimenti meritatissimi ed inchino dovuto per i Baustelle!
Gianni
Website: www.baustelle.it
Myspace: www.myspace.com/baustellespace
mercoledì, febbraio 20, 2008
Hasta la vecchiaia Fidel...Pinotto
Fidel Castro in questi giorni si è ritirato dalla guida del suo Paese, Cuba.
Il leader maximo, come amava farsi chiamare, cede il timone dopo quasi 50 anni; di sicuro in questo lungo periodo non è rimasto in disparte nelle dinamiche della politica internazionale.
Castro iniziò nel 1956 la rivolta contro il governo Batista, uomo posto al potere dagli Stati Uniti. Il dato più suggestivo a riguardo è che, contro intere divisioni dell'esercito, partirono solamente in 80.
Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto "Che" Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra.
Quattro anni dopo, nel 1960, recatosi alle Nazioni Unite per tenere un discorso, decise di tenere letteralmente inchiodato il suo pubblico per 4 ore e 29 minuti, cioè quello che è ancora il discorso più lungo mai pronunciato nella sede dell'Onu.
Non sazio di record, nel 1986, al terzo congresso del partito comunista a l'Avana, non ha chiuso bocca per 7 ore e 10 minuti.
Per fortuna, al termine, si è dimenticato di interrogare i presenti e fucilare gli impreparati, altrimenti il quarto congresso del partito si sarebbe svolto comodamente nel salotto di casa sua.
Tutta questa longevità al potere dimostra che ha veramente la pellaccia dura. Non tutti lo hanno amato per 50 anni.
Fidel Castro, infatti, rivendica di essere sopravvissuto a 634 attentati, la maggior parte organizzati dalla Cia statunitense. I modi, a suo dire, sono i più svariati: dalle pillole avvelenate, ai sigari tossivi, ai molluschi con esplosivo, alla tuta da sub alterata chimicamente, alla polvere per fargli cadere la barba e indebolire così la sua popolarità.
Nonostante la Cia, l'invasione degli esuli alla Baia dei porci appoggiata dagli Usa e quattro decenni e mezzo sanzioni economiche, Fidel Castro ha visto passare alla Casa Bianca dieci presidenti degli Stati Uniti e, secondo me, si è ritirato giusto in tempo per conservarsi e campare un giorno in più dell'amata famiglia Bush.
Il leader maximo, come amava farsi chiamare, cede il timone dopo quasi 50 anni; di sicuro in questo lungo periodo non è rimasto in disparte nelle dinamiche della politica internazionale.
Castro iniziò nel 1956 la rivolta contro il governo Batista, uomo posto al potere dagli Stati Uniti. Il dato più suggestivo a riguardo è che, contro intere divisioni dell'esercito, partirono solamente in 80.
Solo dodici degli ottanta uomini, tra cui Ernesto "Che" Guevara, Raúl Castro e Camilo Cienfuegos, sopravvissero alla ritirata sulle montagne della Sierra Maestra.
Quattro anni dopo, nel 1960, recatosi alle Nazioni Unite per tenere un discorso, decise di tenere letteralmente inchiodato il suo pubblico per 4 ore e 29 minuti, cioè quello che è ancora il discorso più lungo mai pronunciato nella sede dell'Onu.
Non sazio di record, nel 1986, al terzo congresso del partito comunista a l'Avana, non ha chiuso bocca per 7 ore e 10 minuti.
Per fortuna, al termine, si è dimenticato di interrogare i presenti e fucilare gli impreparati, altrimenti il quarto congresso del partito si sarebbe svolto comodamente nel salotto di casa sua.
Tutta questa longevità al potere dimostra che ha veramente la pellaccia dura. Non tutti lo hanno amato per 50 anni.
Fidel Castro, infatti, rivendica di essere sopravvissuto a 634 attentati, la maggior parte organizzati dalla Cia statunitense. I modi, a suo dire, sono i più svariati: dalle pillole avvelenate, ai sigari tossivi, ai molluschi con esplosivo, alla tuta da sub alterata chimicamente, alla polvere per fargli cadere la barba e indebolire così la sua popolarità.
Nonostante la Cia, l'invasione degli esuli alla Baia dei porci appoggiata dagli Usa e quattro decenni e mezzo sanzioni economiche, Fidel Castro ha visto passare alla Casa Bianca dieci presidenti degli Stati Uniti e, secondo me, si è ritirato giusto in tempo per conservarsi e campare un giorno in più dell'amata famiglia Bush.
lunedì, febbraio 04, 2008
Sosia Uips...
In questi giorni ho scoperto un sito internet, attraverso il quale, inserendo la foto dell'individuo, si possono ricavare le somiglianze con delle celebrità.
I risultati, alquanto discutibili, li ho messi qua sotto. Ci sono alcune, per non dire parecchie, stranezze, da cui si può facilmente dedurre che i fondatori non sono dei ricercatori dell'università di Harvard. Nonostante ciò alcune considerazioni sono degne di nota.
Sono dodici anni che conosco Giorgio e, ad averlo saputo prima che somigliava a Angelina Jolie, si poteva "approfondire"l'amicizia.
I due eroici fondatori di questo spazio virtuale somigliano entrambi ad Antoine de Saint-Exupery, autore del Piccolo Principe, poi le loro strade si dividono, uno finisce con Sarah Jessica Parker, l'altro con Martin Luther King e da qui si evince definitamente la parte più frivola e cazzona del sito.
L'ultima parola va spesa per lui, Giò, l'eroe dei due sessi, il sex simbole per tutta la famiglia. Secondo questa autorevole fonte, il nostro amico avrebbe il viso simile a Ethan Hawke e Jake Gyllenhaal, ma questo ci può stare, tuttavia anche, udite udite, a Monica Bellucci e Anna Kournikova. Io mollerei tutto e scapperei a Hollywood, almeno per lui le possibilità di sfondare sono doppie!
I risultati, alquanto discutibili, li ho messi qua sotto. Ci sono alcune, per non dire parecchie, stranezze, da cui si può facilmente dedurre che i fondatori non sono dei ricercatori dell'università di Harvard. Nonostante ciò alcune considerazioni sono degne di nota.
Sono dodici anni che conosco Giorgio e, ad averlo saputo prima che somigliava a Angelina Jolie, si poteva "approfondire"l'amicizia.
I due eroici fondatori di questo spazio virtuale somigliano entrambi ad Antoine de Saint-Exupery, autore del Piccolo Principe, poi le loro strade si dividono, uno finisce con Sarah Jessica Parker, l'altro con Martin Luther King e da qui si evince definitamente la parte più frivola e cazzona del sito.
L'ultima parola va spesa per lui, Giò, l'eroe dei due sessi, il sex simbole per tutta la famiglia. Secondo questa autorevole fonte, il nostro amico avrebbe il viso simile a Ethan Hawke e Jake Gyllenhaal, ma questo ci può stare, tuttavia anche, udite udite, a Monica Bellucci e Anna Kournikova. Io mollerei tutto e scapperei a Hollywood, almeno per lui le possibilità di sfondare sono doppie!
giovedì, gennaio 31, 2008
Gli Haiku in Libertà di Gianni
L’Haiku è un breve componimento poetico composto da tre versi, derivante dall’antica tradizione letteraria giapponese. Esso segue delle precise regole: infatti il primo verso possiede 5 sillabe, il secondo ne conta 7 ed il terzo ancora 5, per un totale di 17 sillabe. All'origine i contenuti dell'Haiku erano la natura, i sentimenti e le emozioni del poeta nei confronti della natura. Ma oggi si scrivono Haiku il cui contenuto può spaziare ovunque. Perché proprio l’Haiku? Perché penso che questi ermetici componimenti possano descrivere un sacco di emozioni nonostante il loro essere brevi e fatalmente ingabbiati negli schemi metrici. Non so il giapponese nè tantomeno sono capace di scrivere in giapponese, ma cerco lo stesso di tradurre quello che sento con la mia lingua, sebbene ai più puristi questa cosa possa sembrare eresia. Eretico perché mi esprimo in questo modo, mettendo i titoli ai miei componimenti quando gli Haiku di titoli non ne hanno. Li metto lo stesso, per dare più forza al mio sentire. Per liberarmi ancora un’ altra dagli schemi, anche se questi ultimi sono vellutati e splendidi come certi tramonti in primavera.
Prima di mettere in mostra qualche Haiku che ho composto nei pochi momenti di libertà che mi restano in questo periodo di grandi cambiamenti (restando con la viva speranza di scriverne molti altri), voglio citare delle frasi che ho trovato su un sito internet, frasi che mi hanno molto colpito:
“Cimentarsi con gli Haiku significa osservare il mondo con occhio attento. Costringe a liberarsi delle sovrastrutture, delle parole inutili e superflue, di tutti i concetti che contemporaneamente si affollano attorno ad un evento, ad una esperienza, ad una sensazione. Ci spinge a guardare e soprattutto a cogliere l'essenza di un accadimento di cui siamo testimoni, la sostanza di una esperienza, il centro di una emozione.
Una grande scuola di vita e di riflessione”.
Buona lettura!
Il vostro Gianni
Attese
Resto sempre qui
aspettando segni,
profumi di te.
Noia
Canta un corvo:
il suo nero lamento
che segue il mio.
Amore
Ragione morta
spenta da un dolce
letale bacio
Liberazione
Ciò che tu mangi
anche se tu non lo sai,
È quello che sei.
Prima di mettere in mostra qualche Haiku che ho composto nei pochi momenti di libertà che mi restano in questo periodo di grandi cambiamenti (restando con la viva speranza di scriverne molti altri), voglio citare delle frasi che ho trovato su un sito internet, frasi che mi hanno molto colpito:
“Cimentarsi con gli Haiku significa osservare il mondo con occhio attento. Costringe a liberarsi delle sovrastrutture, delle parole inutili e superflue, di tutti i concetti che contemporaneamente si affollano attorno ad un evento, ad una esperienza, ad una sensazione. Ci spinge a guardare e soprattutto a cogliere l'essenza di un accadimento di cui siamo testimoni, la sostanza di una esperienza, il centro di una emozione.
Una grande scuola di vita e di riflessione”.
Buona lettura!
Il vostro Gianni
Attese
Resto sempre qui
aspettando segni,
profumi di te.
Noia
Canta un corvo:
il suo nero lamento
che segue il mio.
Amore
Ragione morta
spenta da un dolce
letale bacio
Liberazione
Ciò che tu mangi
anche se tu non lo sai,
È quello che sei.
venerdì, gennaio 25, 2008
Lo Zoo...Pinotto
Ieri la Rai ha trasmesso la votazione al Senato per la fiducia al Governo Prodi. E' stato uno spreco enorme di denaro per i diritti, poichè i vertici delle reti pubbliche, probabilmente, non si erano accorti che il tutto stava già andando in onda su National Geographic. Sempre sottolineando, ovviamente, tutto il rispetto possibile per le altre razze di animali.
lunedì, gennaio 21, 2008
SpRatzi di comicità...Pinotto
Numero pazzesco di comicità e ironia ieri in Piazza San Pietro. Incredibile anche il numero degli spettatori, 200 mila, quasi un record.
«Come professore, per così dire, emerito, che ha incontrato tanti studenti nella sua vita vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene». Parole di Papa Ratzinger.
E qua la gente avrebbe dovuto sbellicarsi. Dalle immagini viste al tg, però, forse non tutti l'hanno capita al volo. Vabbè, glielo spiegano all'autore della gag e ridono a scoppio ritardato domenica prossima. Tanto si vedevano bandiere e stendardi dell'associazione Cervello Lento o CL, come preferite, per cui non è gravissimo che non l'abbiano capita.
Comunque, per spiegarla, il lavoro non è massacrante; basta abbinare su Google il nome Papa Ratzinger ad un argomento a scelta tra quelli trattati dal Pontefice, così si può scoprire la sua tolleranza e il rispetto delle idee altrui. Iniziamo...
Diritti umani: Papa Ratzinger ha denunciato la logica del «relativismo morale» che domina ormai l'Onu e gli altri organismi internazionali. "C'è un rifiuto - ha detto il Pontefice - a riconoscere la centralità della «legge morale naturale» e della difesa della «dignità dell'uomo». Le regole internazionali - si è lamentato - si basano solo su una ragione politica e non etica, e ciò porta ad «amari risultati».
Matrimonio: L'alto valore del matrimonio", "ridicolizzato" dai mezzi di stampa, portatori di una cultura che nega i valori. Così Papa Benedetto XVI nel discorso rivolto al nuovo ambasciatore dell'Uruguay presso la Santa Sede. Riferendosi anche ai pacs, il Papa ha sottolineato come il matrimonio sia una unione prevista solo tra "uomo e donna", che i media invece denigrano "favorendo così l'egoismo e il disorientamento invece della generosità e del sacrificio necessari per mantenere vitale questa autentica cellula primaria della comunità umana"
Scienza: «Non è la scienza che redime l'uomo, ma l'amore, umano e divino». "La scienza atea minaccia per l'umanità." "Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto."
Marxismo: «Credeva che, una volta messa a posto l'economia, tutto sarebbe stato a posto. Ma l'uomo non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente dall'esterno creando condizioni economiche favorevoli»
Omosessualità: «ad evitare la confusione tra il matrimonio e altre unioni basate su un amore debole. Solo l'amore tra uomo e donna è capace di costruire una società casa di tutti gli uomini».
Proprio in questi giorni, si era diffuso il dato di un calo di 400 mila presenze nell'anno 2007 a San Pietro rispetto a quello precedente. Il Papa, però, ha ribadito seccato che è tutta una mossa studiata, il suo tipo di comicità è per un pubblico di nicchia e lui quel branco populista non lo vuole più vedere. Che vadano a Zelig quei caproni. Hasta la tolleranza siempre.
Questa, secondo me, gliel'ho rubata perchè era pronta per l'Angelus di domenica prossima.
«Come professore, per così dire, emerito, che ha incontrato tanti studenti nella sua vita vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene». Parole di Papa Ratzinger.
E qua la gente avrebbe dovuto sbellicarsi. Dalle immagini viste al tg, però, forse non tutti l'hanno capita al volo. Vabbè, glielo spiegano all'autore della gag e ridono a scoppio ritardato domenica prossima. Tanto si vedevano bandiere e stendardi dell'associazione Cervello Lento o CL, come preferite, per cui non è gravissimo che non l'abbiano capita.
Comunque, per spiegarla, il lavoro non è massacrante; basta abbinare su Google il nome Papa Ratzinger ad un argomento a scelta tra quelli trattati dal Pontefice, così si può scoprire la sua tolleranza e il rispetto delle idee altrui. Iniziamo...
Diritti umani: Papa Ratzinger ha denunciato la logica del «relativismo morale» che domina ormai l'Onu e gli altri organismi internazionali. "C'è un rifiuto - ha detto il Pontefice - a riconoscere la centralità della «legge morale naturale» e della difesa della «dignità dell'uomo». Le regole internazionali - si è lamentato - si basano solo su una ragione politica e non etica, e ciò porta ad «amari risultati».
Matrimonio: L'alto valore del matrimonio", "ridicolizzato" dai mezzi di stampa, portatori di una cultura che nega i valori. Così Papa Benedetto XVI nel discorso rivolto al nuovo ambasciatore dell'Uruguay presso la Santa Sede. Riferendosi anche ai pacs, il Papa ha sottolineato come il matrimonio sia una unione prevista solo tra "uomo e donna", che i media invece denigrano "favorendo così l'egoismo e il disorientamento invece della generosità e del sacrificio necessari per mantenere vitale questa autentica cellula primaria della comunità umana"
Scienza: «Non è la scienza che redime l'uomo, ma l'amore, umano e divino». "La scienza atea minaccia per l'umanità." "Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto."
Marxismo: «Credeva che, una volta messa a posto l'economia, tutto sarebbe stato a posto. Ma l'uomo non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente dall'esterno creando condizioni economiche favorevoli»
Omosessualità: «ad evitare la confusione tra il matrimonio e altre unioni basate su un amore debole. Solo l'amore tra uomo e donna è capace di costruire una società casa di tutti gli uomini».
Proprio in questi giorni, si era diffuso il dato di un calo di 400 mila presenze nell'anno 2007 a San Pietro rispetto a quello precedente. Il Papa, però, ha ribadito seccato che è tutta una mossa studiata, il suo tipo di comicità è per un pubblico di nicchia e lui quel branco populista non lo vuole più vedere. Che vadano a Zelig quei caproni. Hasta la tolleranza siempre.
Questa, secondo me, gliel'ho rubata perchè era pronta per l'Angelus di domenica prossima.
giovedì, gennaio 17, 2008
Un'opinione in più...Pinotto
L'Italia è una Repubblica fondata sulle opinioni.
Oggi sull'autobus parlavano tutti del caso Mastella, ce ne fosse stato uno che aveva capito il motivo delle dimissioni e del casino accaduto.
E' tutto normale, tuttavia, se i giornali, le tv e i siti internet negli articoli e servizi al massimo usano termini come "Mastella dichiara", "Prodi ribatte", "Berlusconi commenta".
Oh in questo paese nel sistema di informazione una citazione non si trova mai qua è tutto un'opinione. Non a caso i dibattiti come Matrix potrebbero andare avanti per ore tanto la base per loro è inesistente. Le accuse dei magistrati vengono cestinate dagli autori in un attimo e ci si gioca tutto con la retorica tra i poltronissimi ovvero i nostri bravissimi gestori della cosa pubblica.
L'idea che hanno della giustizia i soggetti come Mastella mi ricorda molto la gestione del nascondino quando ero piccolo.
"Tana per te" diceva uno ma io ribattevo "non è vero, non mi hai visto era impossibile" e lui insisteva "sì eri dietro il cespuglio" e si andava avanti all'infinito. Ecco, con una spesa da parte dei contribuenti un pò più alta e dei personaggi 60 anni più anziani rivedo molto quelle situazioni nei discorsi e delle diatribe tra politici che alla fine la pensano tutti allo stesso modo. Cioè in parole povere, le loro in sostanza, se anche dovessero prenderne la maggior parte, l'ultimo libera tutti!
Poi dicono che i comici di oggi sono in crisi, eh grazie quando la concorrenza è questa. E' difficile, quasi impossibile superare un Ministro della Giustizia che ha la moglie ai domiciliari mezzo partito inquisito e pure lui in una situazione mica troppo buona. Se qualche cabarettista l'avesse raccontato avrebbero detto "guarda questi che per far ridere le sparano sempre grosse!"
Dulcis in fundo, siccome quando si parla di spararle grosse non si può non citarlo, ecco le dichiarazioni del Silvio che dice, attraverso le pagine del Giornale, che nel nuovo partito c'è spazio anche per Mastella e che ha apprezzato molto le parole dette dall'ex Ministro a Matrix e che lui ripete da 14 anni.
Tanto l'aveva detto Berlusconi che voleva un partito ampio e allora piano piano lo stanno accontentando. Vedrà che, col tempo, faranno tutti parte di questo cazzo di partito della libertà vigilata che ha fondato.
Oggi sull'autobus parlavano tutti del caso Mastella, ce ne fosse stato uno che aveva capito il motivo delle dimissioni e del casino accaduto.
E' tutto normale, tuttavia, se i giornali, le tv e i siti internet negli articoli e servizi al massimo usano termini come "Mastella dichiara", "Prodi ribatte", "Berlusconi commenta".
Oh in questo paese nel sistema di informazione una citazione non si trova mai qua è tutto un'opinione. Non a caso i dibattiti come Matrix potrebbero andare avanti per ore tanto la base per loro è inesistente. Le accuse dei magistrati vengono cestinate dagli autori in un attimo e ci si gioca tutto con la retorica tra i poltronissimi ovvero i nostri bravissimi gestori della cosa pubblica.
L'idea che hanno della giustizia i soggetti come Mastella mi ricorda molto la gestione del nascondino quando ero piccolo.
"Tana per te" diceva uno ma io ribattevo "non è vero, non mi hai visto era impossibile" e lui insisteva "sì eri dietro il cespuglio" e si andava avanti all'infinito. Ecco, con una spesa da parte dei contribuenti un pò più alta e dei personaggi 60 anni più anziani rivedo molto quelle situazioni nei discorsi e delle diatribe tra politici che alla fine la pensano tutti allo stesso modo. Cioè in parole povere, le loro in sostanza, se anche dovessero prenderne la maggior parte, l'ultimo libera tutti!
Poi dicono che i comici di oggi sono in crisi, eh grazie quando la concorrenza è questa. E' difficile, quasi impossibile superare un Ministro della Giustizia che ha la moglie ai domiciliari mezzo partito inquisito e pure lui in una situazione mica troppo buona. Se qualche cabarettista l'avesse raccontato avrebbero detto "guarda questi che per far ridere le sparano sempre grosse!"
Dulcis in fundo, siccome quando si parla di spararle grosse non si può non citarlo, ecco le dichiarazioni del Silvio che dice, attraverso le pagine del Giornale, che nel nuovo partito c'è spazio anche per Mastella e che ha apprezzato molto le parole dette dall'ex Ministro a Matrix e che lui ripete da 14 anni.
Tanto l'aveva detto Berlusconi che voleva un partito ampio e allora piano piano lo stanno accontentando. Vedrà che, col tempo, faranno tutti parte di questo cazzo di partito della libertà vigilata che ha fondato.
mercoledì, gennaio 16, 2008
lunedì, gennaio 14, 2008
mercoledì, gennaio 02, 2008
Potere alla Parola (rubrica a cura del vostro Gianni)
”In Berlin by the wall
You were five foot ten inches tall
It was very nice
Candlelight and dubonnet on ice”
(Lou Reed)
Ritornare alla solita realtà è un pò come riprendersi da una sbronza colossale, una sbronza da cui mai avresti voluto rinsavire. La magia di una città la si scopre solo vivendola da cittadino, ma sono convinto che vederla da turista mi abbia permesso di cogliere quello che i berlinesi non vedono, o non vogliono più vedere. Avere visitato una città che trasuda recenti memorie è uno shock che forse non si può descrivere con le parole. E così ti capita di camminare tra le strade di Friedrichsain e vedere una moltitudine di parchetti con i giochi per bambini, sorti dove un tempo sorgevano case e vivevano famiglie, realizzati per riempire il vuoto e la devastazione che le bombe hanno lasciato poco più di sessant’anni fa. Ma l’altra faccia della medaglia è cupa e fredda, gelida e tremendamente silenziosa. La torre dell’olocausto fa l’effetto di una lama piantata nel petto, ma non quanto l’installazione “Shalechet”, che ti invita a camminare piano e sentire le urla metalliche di migliaia di volti spaventati, trucidati nel nome di un popolo “eletto”, governato dall’odio, nell’assurda idea di una razza perfetta. E quando tutto sembra ritornare alla ragione dopo anni di illogico dolore, viene eretto un muro a dividere ancora gli animi, quasi quattro metri di vergogna che riportano l’irrazionalità delle ideologie. Quello che resta del muro sono dei settori poco estesi, o delle cornici da museo, dei pezzi di storia posti in vetrina nei centri commerciali. Un semplice tentativo, a quanto pare ben riuscito, per esorcizzare la bruttura di una città che è stata divisa per ventotto anni. Ora Berlino sembra unita più che mai, è un melting pot di culture diverse. L’integrazione turca nel bellissimo quartiere di Kreuzberg ne è la cartina al tornasole. Ogni suo block nasconde piacevoli sorprese, tutte da scoprire e assaporare. Berlino è il genio archittettonico concentrato nei suoi punti avanguardistici, un mix paradossale di vecchio e nuovo che lascia a bocca aperta. Berlino è la simpatia e la tenerezza di Knut, un cucciolone bianco panna che qui ha trovato dimora e amore. Berlino è la città dei prodotti biologici, attenta alla salute come al rispetto per l’ambiente. Berlino è un enorme orso con un grande cuore, un organo pulsante circondato dalle tante vene gonfie delle sue metropolitane. Berlino è una città folle, una città che non vuole riposarsi nemmeno per un secondo. L’energia la senti anche nell’aria fredda di dicembre. La notte sembra non aver significato se non termina alle dieci della mattina dopo, in barba ai lumi diurni che ne cancellano le ombre. Berlino è la carica esplosiva del Watergate e delle sue serate drum n bass, dove i bpm impazziti agitano persino le tranquille sponde del fiume Sprea. E’ l’ambiente familiare e di nicchia del 103, la curiosità di osservare i suoi strani frequentatori. E’ una capitale che ti permette di girare in metrò alle 7 di mattina da club a club in cerca di un fantomatico afterhour, in compagnia di due deliziose e simpatiche fanciulle romane. Berlino è una pils ghiacciata bevuta a litri con gli amici. Berlino è alternativa e trasgressiva, senza volerlo essere di proposito. E’ l’arte ribelle e anticonformista del Tacheles, racchiusa tra le mura di questo squat immenso, con il suo terrazzo dal belvedere mozzafiato. Berlino è il suo capodanno, una guerra in piena regola scatenata ai piedi della porta di Brandeburgo. Una guerra in cui anche le forze dell’ordine giocano a fare disordine. E’ una città ricca di bellezza, e le sue abitanti che la fanno brillare ne sono parte fondamentale. Berlino è il cumulo di vibrazioni dancehall e sapori di ganja dello Yaam, dove è possibile vedere grandi falò sulla spiaggia anche il primo giorno di gennaio. Berlino è una città da vivere senza remore, senza le stupide angosce di chi non vuole prendere la vita per le redini e cavalcarla al galoppo, di chi non vuole spremere il meglio da ogni singola frazione di secondo di questa troppo breve esistenza. E’ una città da prendere così, perché è solo in questo modo che va gustata. Aspettando le chiare luci dell’alba, che portano con sé i primi fiocchi di neve.
Gianni
Berlin VIII
Sul vasto crinale si staglia una ciminiera
in un giorno d'inverno, e regge il suo peso,
il cielo mentre si fa nero.
Come un gradino d'oro, l'orizzonte splende.
Più lontano alberi cui cadono foglie, e qualche casa,
recinti, capannoni, dove la Metropoli dilegua,
e un treno lungo che mugghia mentre va
sparendo sui binari ghiacciati.
Scuro, pietra su pietra, sorge un cimitero,
e i morti dalle fosse vi contemplano
il tramonto, che sa di vino buio.
Seduti contro la parete si tessono
cappelli di fuliggine sulle tempie ossute
e cantano una vecchia Marsigliese.
(Georg Heym)
You were five foot ten inches tall
It was very nice
Candlelight and dubonnet on ice”
(Lou Reed)
Ritornare alla solita realtà è un pò come riprendersi da una sbronza colossale, una sbronza da cui mai avresti voluto rinsavire. La magia di una città la si scopre solo vivendola da cittadino, ma sono convinto che vederla da turista mi abbia permesso di cogliere quello che i berlinesi non vedono, o non vogliono più vedere. Avere visitato una città che trasuda recenti memorie è uno shock che forse non si può descrivere con le parole. E così ti capita di camminare tra le strade di Friedrichsain e vedere una moltitudine di parchetti con i giochi per bambini, sorti dove un tempo sorgevano case e vivevano famiglie, realizzati per riempire il vuoto e la devastazione che le bombe hanno lasciato poco più di sessant’anni fa. Ma l’altra faccia della medaglia è cupa e fredda, gelida e tremendamente silenziosa. La torre dell’olocausto fa l’effetto di una lama piantata nel petto, ma non quanto l’installazione “Shalechet”, che ti invita a camminare piano e sentire le urla metalliche di migliaia di volti spaventati, trucidati nel nome di un popolo “eletto”, governato dall’odio, nell’assurda idea di una razza perfetta. E quando tutto sembra ritornare alla ragione dopo anni di illogico dolore, viene eretto un muro a dividere ancora gli animi, quasi quattro metri di vergogna che riportano l’irrazionalità delle ideologie. Quello che resta del muro sono dei settori poco estesi, o delle cornici da museo, dei pezzi di storia posti in vetrina nei centri commerciali. Un semplice tentativo, a quanto pare ben riuscito, per esorcizzare la bruttura di una città che è stata divisa per ventotto anni. Ora Berlino sembra unita più che mai, è un melting pot di culture diverse. L’integrazione turca nel bellissimo quartiere di Kreuzberg ne è la cartina al tornasole. Ogni suo block nasconde piacevoli sorprese, tutte da scoprire e assaporare. Berlino è il genio archittettonico concentrato nei suoi punti avanguardistici, un mix paradossale di vecchio e nuovo che lascia a bocca aperta. Berlino è la simpatia e la tenerezza di Knut, un cucciolone bianco panna che qui ha trovato dimora e amore. Berlino è la città dei prodotti biologici, attenta alla salute come al rispetto per l’ambiente. Berlino è un enorme orso con un grande cuore, un organo pulsante circondato dalle tante vene gonfie delle sue metropolitane. Berlino è una città folle, una città che non vuole riposarsi nemmeno per un secondo. L’energia la senti anche nell’aria fredda di dicembre. La notte sembra non aver significato se non termina alle dieci della mattina dopo, in barba ai lumi diurni che ne cancellano le ombre. Berlino è la carica esplosiva del Watergate e delle sue serate drum n bass, dove i bpm impazziti agitano persino le tranquille sponde del fiume Sprea. E’ l’ambiente familiare e di nicchia del 103, la curiosità di osservare i suoi strani frequentatori. E’ una capitale che ti permette di girare in metrò alle 7 di mattina da club a club in cerca di un fantomatico afterhour, in compagnia di due deliziose e simpatiche fanciulle romane. Berlino è una pils ghiacciata bevuta a litri con gli amici. Berlino è alternativa e trasgressiva, senza volerlo essere di proposito. E’ l’arte ribelle e anticonformista del Tacheles, racchiusa tra le mura di questo squat immenso, con il suo terrazzo dal belvedere mozzafiato. Berlino è il suo capodanno, una guerra in piena regola scatenata ai piedi della porta di Brandeburgo. Una guerra in cui anche le forze dell’ordine giocano a fare disordine. E’ una città ricca di bellezza, e le sue abitanti che la fanno brillare ne sono parte fondamentale. Berlino è il cumulo di vibrazioni dancehall e sapori di ganja dello Yaam, dove è possibile vedere grandi falò sulla spiaggia anche il primo giorno di gennaio. Berlino è una città da vivere senza remore, senza le stupide angosce di chi non vuole prendere la vita per le redini e cavalcarla al galoppo, di chi non vuole spremere il meglio da ogni singola frazione di secondo di questa troppo breve esistenza. E’ una città da prendere così, perché è solo in questo modo che va gustata. Aspettando le chiare luci dell’alba, che portano con sé i primi fiocchi di neve.
Gianni
Berlin VIII
Sul vasto crinale si staglia una ciminiera
in un giorno d'inverno, e regge il suo peso,
il cielo mentre si fa nero.
Come un gradino d'oro, l'orizzonte splende.
Più lontano alberi cui cadono foglie, e qualche casa,
recinti, capannoni, dove la Metropoli dilegua,
e un treno lungo che mugghia mentre va
sparendo sui binari ghiacciati.
Scuro, pietra su pietra, sorge un cimitero,
e i morti dalle fosse vi contemplano
il tramonto, che sa di vino buio.
Seduti contro la parete si tessono
cappelli di fuliggine sulle tempie ossute
e cantano una vecchia Marsigliese.
(Georg Heym)
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